Quel giorno l'aria sembrava diversa dal suo solito, il cielo piangeva lacrime amare mentre le nubi grigie coprivano l'azzurro del mattino rendendo il tutto così malinconico, nessun passero osava cinguettare il suo canto così come nessuno si azzardava ad uscire di casa perché a loro la pioggia non piaceva.
Per me però non era un problema, lavava via i miei dubbi, le mie incertezze, ogni goccia gelida che si andava a scontrare con la mia pelle era un brivido che mi ricordava di essere viva.
<Tutto ok? Ti vedo strana oggi..>
Venni richiamata con i piedi per terra dalla mia Exceed, non che unica amica Hafu, il suo nome vuol dire 'metà' essendo lei una parte di me, sempre al mio fianco in ogni mia avventura pronta a tirarmi su di morale quando serviva.
Ha il pelo folto dal colore grigiastro, delle striature nere la fanno sembrare una piccola tigre fin troppo morbida mentre i suoi occhi sono color smeraldo ed una chiazza dello stesso colore della neve colorava il muso e le zampe, il tutto perfettamente in contrasto con le ali bianche che la caratterizzano da un banalissimo gatto.
L'ho scovata in un angolo quando era solo un cucciolo, vagava senza meta nei boschi così come facevo io in quei giorni, quando mio padre Malzeno è misteriosamente sparito lasciandomi al mio destino, così piccola e confusa. Era spaventata, tremava dal freddo poiché pioveva proprio come quest'oggi, la presi in braccio usando il tessuto del mantello come scudo dai miei poteri a quel tempo incontrollabili e cercai di scaldarla nel miglior modo possibile.
<Si Hafu...tutto bene. Solo stavo pensando ad una cosa>
Dissi quelle parole in risposta notando dalla finestra una bambina che mi osservava curiosa, sembrava così felice nella menzogna che era la sua vita, incapace di credere che prima o poi quella gioia scomparirà in un istante facendola cadere nell'oblio.
Per qualche ragione incrociare il mio sguardo le fece cambiare espressione, il suo sorriso ampio tramutò in uno sguardo di paura prima di scoppiare a piangere e correre via. Magari la mia cicatrice sul volto l'avrà spaventata.Portai le dita a sfiorarne i contorni pressando appena le labbra con fare pensieroso, Hafu mi si piazzò davanti svolazzando a mezz'aria e posando le sue piccole zampe sul mio braccio.
<Probabilmente devo coprirla, attirerei troppa attenzione altrimenti> dissi con un tono calmo e pacato, apatico quasi, facendo sospirare la gatta avanti a me. Lei era l'unica in grado di vedere oltre le mie maschere.
<Allora ci toccherà comprare una benda, ci penserò io ad aggiustarla come si deve>
La gattina continuò quel piccolo discorso ancora per poco, tornando al mio fianco poco dopo. Da quell'attimo fra noi due tornò il silenzio, l'unico suono era la pioggia che batteva contro i miei abiti, le gocce si facevano più fitte e pesanti così con un braccio alzai parte del mantello sul mio fianco, due volte più grande di me, permettendo all'Exceed di rifugiarsi dalla pioggia nella mia sacca a tracolla. Tirai su il cappuccio continuando così il mio viaggio.
Qualche ora dopo finalmente raggiunsi la mia destinazione, un paese non troppo abitato e dall'aspetto più che inquietante, il master di una qualche gilda poco raccomandabile mi ha mandato qui alla ricerca di un suo vecchio sottoposto.
Non ho ben capito le ragioni, non lo stavo ascoltando nel suo noioso racconto drammatico, ho fatto attenzione a pochi dettagli.
Devo trovarlo nel suo piccolo locale di pozioni magiche, riscuotere il denaro che deve a quel tipo e dargli una lezione, nulla di più semplice.
<Vediamo...dove si è cacciato?> Mormorai a me stessa quella domanda posando gli occhi su ogni edificio che mi si parava davanti, infine lo trovai.
Era piccolo, trasandato e piuttosto malridotto, si intravedevano dei mattoni dall'esterno e quella che doveva essere l'insegna è un miscuglio di travi e chiodi nel tentativo di farla durare ancora un po'. Il tetto era fatto di tegole viola e in alcune parti non v'è ne erano, lasciando che la pioggia penetri nella casa, il portone scricchiolava mentre lo spingevo appena per aprirmi un passaggio.
All'interno varie ampolle contenevano liquidi di diversi colori, ciascuna con una sua forma ed etichetta, le ragnatele che le circondavano facevano intuire che le vendite non andavano poi così bene.<Salve! Posso aiutare? Questo è il Bazar del Crepuscolo, abbiamo la soluzione ad ogni sua richiesta!>
Un uomo sulla mezza età dalla folta barba e i lunghi capelli mi si avvicinò indicandomi la sua merce, neanche persi tempo a seguire i suoi gesti chiudendo la porta alle mie spalle.
<Certo che puoi aiutarmi, sono qui per conto della gilda oscura Death Garden..se non erro hai un debito con il master. È ora di saldarlo>
Alle mie parole iniziò a tremare di paura, indietreggiò di qualche passo inciampando nei suoi stessi piedi mentre io lo guardavo dall'alto, avvicinandomi a lui.
<N-non ho quei soldi...se mi darai qualche altro giorno io..>
<Non servirà a nulla, guardati intorno, pensi davvero di riuscire a guadagnare tutti quei soldi con una merce simile? Vorrà dire che se non posso portare indietro il denaro allora gli porterò qualcosa di tuo...>
Lui sembrò non capire le mie intenzioni, era spaventato ma sembrava sperare in un mio gesto clemente, peccato che la pietà non fosse il mio forte.
Feci uscire dalla mantella un braccio, osservai le mie dita prima di avvicinarmi a lui, con esse disegnai una linea dalla sua guancia al suo petto senza distogliere gli occhi dai suoi.
Continuò ad osservarmi confuso fino a che non schiuse le labbra in un grido di dolore che prontamente soffocai mettendo un panno nella sua bocca.Tale gesto fu a causa della mia magia del sangue, difatti la pelle delle mie mani venne ricoperta da scaglie cineree e cremisi, lunghi artigli sottili iniziarono a crescere sulle mie dita fino ad affondare nella sua carne prosciugando dall'interno il sangue dell'uomo.
<Che uomo debole...non riesci neanche a resistere ad una magia tanto banale.. pft>
Mi rialzai lasciando cadere il corpo privo di vita dell'uomo a terra, pallido e sciupato tanto da riuscire a vedere perfettamente la forma delle sue ossa, portando le mie dita alle labbra per sapere se almeno il suo sangue avesse un buon sapore.
Come temevo persino quello era pessimo.
Ispezionai la casa raccimolando quel poco di denaro che riuscii a trovare, prendendo con me quella che era la sciarpa del mercante, una piccola prova per dimostrare che avessi svolto il compito come deciso.
Ancora una volta non lasciai traccia del mio passaggio, nessuno sapeva che aspetto avessi realmente, sapevano solamente il modo in cui uccidevo le mie vittime con la magia insegnatami da Malzeno, il drago sanguinario, detto anche drago cremisi per il colore dei suoi occhi.
Persino i miei "clienti" non sapevano i lineamenti del mio viso per via della maschera che indossavo ad ogni incontro.Non che avere nemici sia un problema per me, la Dragon Slayer del sangue, ma preferisco svolgere il mio lavoro da mercenaria con più calma, finché la paga è buona non ho di cui lamentarmi.
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Piccolo angolo autrice
Avevo intenzione di aspettare di scrivere l'ultimo capitolo per pubblicare questa storia, ma le cose sembrano andare per le lunghe più di quanto immaginassi, e pensare che ho iniziato a scriverla nel 2021, dopo un lungo periodo di pausa ho deciso di continuarla e adesso finalmente è qui per voi.
Questa volta non sarà una xReader ma una xOC, personaggio che io stessa sto disegnando e personalizzando, spero comunque di riuscire a darvi le stesse sensazioni che avete provato con quella di Tomioka e le altre!
Per adesso mantengo la vecchia copertina, quando ancora il mio nome era ilculoditodoroki hahaha, ma vi annuncio che ne ho già disegnate un paio su foglio per poi rifarle in digitale.
Lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate, detto questo al prossimo capitolo 💞
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The Lost Dragon: NatsuxOC
FanfictionSentii la voce del rosato farsi sempre più vicina, altrettanto il suo respiro ed i suoi passi fino a che non me lo ritrovai seduto difronte, le braccia sulla superficie liscia del tavolo ed il suo fedele Exceed Happy ad affiancarlo con un 'Aye!'. Ch...