PROLOGO

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11 anni prima
"Un giorno una piaga irrefrenabile si abbatterà su di noi e nessuno vi avrà scampo"
, questa era una delle storie che raccontava Melke Malkin ogni sera, prima che le ragazze si mettessero a letto, "non finché una forza abbastanza potente riuscirà a contrastarla, quel giorno saremo tutti salvi".
La Maliniya, il Male, la piaga, la peste, il morbo, la malattia, come la si chiamasse, era incurabile, oscura.
Si racconta persino di come un demone mandato dal Dalney, il Dannato, quasi un secolo fa, sia stato concepito nel grembo di una giovane donna e che questa, dando alla luce suo figlio, sia morta subito dopo il parto a causa del suo stesso feto, che l'aveva infettata dall'interno.
Eppure, era solo un neonato, un'anima pura, che però portava in sé un potere maligno che disseminò il flagello: uno sciame di mosche che contagiò l'intero paese, eccetto una persona, l'ultimo gharitzna; il guaritore sprigionò un potere così immenso che riuscì a salvare tutta la popolazione, anche se ad un carissimo prezzo.
Vennero edificate statue in tutta Meznekar per ricordare il sacrificio di Miseri Liliya.
"E il bambino?", chiese una delle bambine del convento dedicato a Lilya Misericordioso.
"Il potere del Misericordioso lo investì e lo uccise", le bambine sussultarono tutte nel sentire la risposta di Melke Malkin.
"Io ho sentito dire che il neonato è sopravvissuto", esclamò una delle piccole.
"Taryn, chi ti ha detto tali sciocchezze?! E come riesci a pronunciarle nella casa di uno dei nostri Misericordiosi?!", la ammonì Melke Malkin nella penombra della lanterna che era vicino a lei, al centro della camerata dodecagonale.
Così calò il silenzio e la donnona aprì la porticina della lanterna, facendo scendere il buio tra le mura della stanza con un solo soffio.
"Ora dormite, i Misericordiosi vegliano sui vostri sogni".

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