《Chiedo scus-》stavo per scusarmi quando alzai lo sguardo e davanti vi era una figura conosciuta...
La persona indietreggiò di qualche passo per poi stabilzzarsi e fermarsi con le gambe leggermente divaricate e flesse.
Non riuscivo a vedere bene colori o particolari ma dalla debole luce che emetteva quella lanterna, aveva sicuramente dei mocassini ed una cravatta che faceva contrasto con la camicia che al contrario, era chiara. Riuscivo a sentire il suo profumo intenso da uomo che però mi era troppo familiare... anch'egli, alzò lo sguardo dopo essersi stabilizzato.
《Scusi davvero tanto》disse l'uomo ancor prima di rimettersi gli occhiali dalla grande taglia che gli erano calati sulla punta del naso.
Mi guardò e si pronunciarono delle rughe sulla fronte che erano già marcate da tempo senza nemmeno alzare le sopracciglia che indicava la sua età e confermava ancora di più chi potesse essere.
《Y/N... sei tu?》chiese l'uomo incredulo avvicinandosi di un passo verso di me ed allungando il braccio nella ricerca di un contatto fisico.
Rimasi per un attimo paralizzata da... paura? Ricordi arretrati? Non ne avevo idea ma non riuscivo a muovermi.
Presi un respiro senza farlo notare all'uomo che sennò, avrebbe capito che stavo esitando a dare una risposta.
《No signore... credo che lei si sia sbagliata.》 dissi con tono fermo nascondendo la mia fretta di allontanarmi il prima possibile.
L'uomo fermò la sua mano che si stava avvicinando alla mia che ebbe una leggera tensione prima di rimetterla indietro. Nonostante la mia fermezza e decisione nel tono, l'uomo sembrò pensare un attimo come per capire cosa dire in quel momento.
《Oh scusi l'avrò scambiata per qualcun altro...》ma egli non mosse un muscolo che probabilmente stava tenendo fermi di volontà propria a differenza mia.
Continuò a guardarmi e squadrarmi dalla testa ai piedi come se avessi un vestito di carnevale addosso.
Speravo non mi riconoscesse.
《Ma per caso lei lavora qui?》chiese l'uomo indicando il locale da poco superato da me mentre mi stavo avviando per le scale per andare in metro. Il suo tono era un misto tra incredulo e quasi come se fosse pronto a prendermi davvero per il culo.
Non volevo rispondere né dargli nessuna informazione su di me per incontrarlo d'errore un'ulteriore volta.
《Scusi davvero ma dovrei correre altrimenti perderò il taxi》mentii e finalmente le mie gambe si smossero e a lunghi passi, corsi verso le scale.
Il miei polmoni si riempirono di aria gelata che passava per la mia gola secca che per quel momento terrificante, non aveva mandato giù nemmeno un goccio di saliva.
Arrivai a casa esausta e con un'adrenalina pazzesca accumulata tutta durante il viaggio in metro dove non potevo fare molto per migliorare il mio stato. Corsi in doccia con il sudore letteralmente gelato che mi colava soprattutto sul collo.
La doccia mi ha sempre aiutata a far tacere tutti quei pensieri negativi che arrivavano tutti insieme.
Ci stetti come minimo per mezz'ora.
Dopodiché mi misi il pigiama e andai verso il morbido letto sfatto e con qualche vestito buttato sopra per la fretta delle mattine precedenti.
Mi sdraiai sperando di addormentarmi presto ma i pensieri arrivarono troppo in fretta e ricominciarono a correre nella mia testa. Cominciò a scendermi una lacrima lungo la fine dell'occhio fino a scendere all'attaccura dei capelli vicino l'orecchio dato che ero posata sul mio fianco destro. E dopo quella lacrima, ne seguirono tante altre che mi aiutavano a rendere le voci di quei pensieri molto meno forti.
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Solo un Mojito?//DabixReader
FanfictionIl tuo rapporto con i genitori è andato peggiorando fino a quando un giorno, ti trasferisci in una casa da sola. Per mantenerti però, trovi solo un bar nascosto nella grande città dove però pagano bene. In una notte di un freddo lunedì, qualcuno rom...