tre

212 21 0
                                    

"E cosa provi mentre lo leggi?" Il biondo gli pose questa domanda cercando di scoprire qualcosa su di lui.

"Niente." Rispose piatto.

Come si poteva non provare alcun tipo di emozione mentre si leggeva un libro? Per giunta un libro di favole per bambini.

Scosse la testa pensando che neanche in quel modo stava riuscendo a ricavare informazioni. Decise così di essere diretto.

"So dove vuoi andare a parare," fu bloccato ancora prima d'iniziare a parlare. Alzò lo sguardo notando che il castano aveva chiuso il libro e lo stava osservando.

Si sentì impotente sotto il suo guardo, fin troppo serio per appartenere a un ragazzo dall'aspetto tanto gentile e dolce.

"Vogliono sapere tutti la stessa cosa. Quindi fammi pure questa domanda così che possiamo chiuderla qui."

"Bene." Si schirì la gola. "Sappiamo entrambi che non hai colpe se sei qui. Il tuo cambiamento comportamentale è dovuto a esperienze passate non del tutto piacevoli. Mi chied-"

"Vuole sapere cosa è successo ai miei genitori e come mi sono sentito quando ho compiuto quell'azione. Non è così?"

Il castano si alzò dal suo letto arrivando davanti al medico, si resse in piedi a fatica e si sporse leggermente in avanti per essergli difronte con il viso.

Non ricevette risposta dall'uomo così parlò lui.

"I miei genitori sono morti in un incidente stradale. Era stato architettato tutto da quel bastardo di mio zio a cui poi sono stato affidato. Ha iniziato a toccarmi contro la mia volontà. All'inizio erano solo giochetti con le dita, fino a quando - una sera d'inverno - tornò a casa troppo ubriaco. Non si reggeva nemmeno in piedi, gattonava per spostarsi per la casa."

Gli occhi del castano cambiarono sfumatura, diventarono rossi, come iniettati di sangue. Cosa che fece destabilizzare il biondo che però cercò di rimanere composto.

"Io ero nella mia camera tranquillo e spensierato mentre leggevo una favola. Quando sentii la porta scattare, il mio cuore smise di battere all'improvviso quando vidi il volto di quello stronzo a pochi centimetri dal mio," fece una pausa stringendo le mani in un pugno, "quella sera abusò di me e continuò così per anni. Finché non decisi che era giunta l'ora di smetterla. Non dovevo più essere debole."

"Come lo hai fatto?"

"Un colpo secco, esattamente dove c'era il cuore," rise "dovevi vedere come il sangue scendeva ha dirotto e lui che urlava mentre cercava di fermarne la fuoriuscita."

Alzò lo sguardo infuocato verso quello del biondo, "non sai quanto io mi sia sentito libero. All'inizio pensavo di sentirmi in colpa. Poi ho iniziato a ridere, ridere e ridere sempre più forte. Mi sono messo a giocare con il suo sangue," rise nuovamente.

Il suo sguardo divenne serio in poco, i suoi occhi erano sempre più rossi. Era furioso, il sangue gli ribolliva dalla rabbia. Avrebbe perso il controllo di lì a poco.

Decise così di allontanarsi dal biondo per tornare al suo letto. Si sedette e porse lo sguardo fuori dalla finestra nel tentativo di calmarsi, osservando quel poco di mondo normale che vedeva dalla piccola finestra.

"E ora come ti senti?" Il ragazzo prese parola dopo una manciata di minuti.

Aveva preferito aspettare che il giovane si fosse calmato.

"In gabbia."

Il giovane medico appuntò i comportamenti del ragazzo sulla sua scheda, poi si alzò prendendo tutte le sue cose pronto a lasciare quella stanza in cui era stato per circa due ore.

"Bene. Ci vediamo domani, Felix." Lo salutò prima di aprire la porta. Stava per uscire quando notò la colazione ancora intoccata del castano.

"Dovresti mangiare. Non puoi stare in piedi ad aria." E con quella frase lasciò definitivamente la stanza.

Il ragazzo fissò il vassoio in cartone con ancora la sua colazione intoccata.

Passeranno a prenderla quando porteranno il pranzo, pensò prima di stendersi sul letto riprendendo la sua lettura.

❦ be my alice - chanlix ❦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora