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Continuavo a fissare il suo viso perfetto non riuscendo a dire una parola.
Era così bello averlo davanti agli occhi di nuovo.
"Grazie" dissi soltanto
Lui cominciò ad avvicinarsi, mentre si avvicinava nota che sotto agli occhi aveva un po' di matita nera cosa che lo rendeva ancora più bello.
Posò una mano sui miei capelli "Come ti chiami?" chiese con voce roca.

Sentì il mio cuore perdere un battito "R-ramon".
Perché diavolo balbetto?! Ripijjati Ramon
Tolse la sua mano dai miei capelli cominciando ad allontanarsi, preso dal panico lo tirai verso di me guardandolo negli occhi "Qual'é il tuo nome?" o suoi occhi da vicino erano ancora più belli "Kyle" disse solo quelle parole per poi andarsene definitivamente. Avrei voluto seguirlo ma il mio corpo non reagiva.. restai soltanto immobile.
Il suo corpo si faceva sempre più piccolo fin quando non scomparve del tutto.. l'unica cosa che mi rimase di lui fu l'odore di menta e tabacco che avevo sulle mani dopo averlo afferrato.

Quando tornai in palestra vidi tutti i miei compagni di squadra guardarmi stranita e curiosi.
"Ehi Ramon" uno di loro mi chiamo "Ma quella era la tua ragazza?" spalancati gli occhi scioccato...Agnese che cazzo hai fatto.
Non sapevo come rispondere e loro continuavano ad insistere
"Uuh  Ramon ha la ragazza" cominciarono a prendermi in giro "Non è la mia ragazza!" dissi e loro continuarono a ridere.
"Se non è la tua ragazza allora cos'è?"
"Sono sua madre" una voce femminile che sembrava di nuovo quella di Agnese  parlò alle mie spalle, mi girai e vidi Agnese che teneva per mano emy e giusy che mangiavano un gelato Sofia dietro col suo coniglio e Laura vestita in cosplay.
Mi misi le mani in faccia disperato dalla situazione "CIAO Ramon" urlò emy "Uffah pensavo che i suoi compagni di squadra fossero più carini" disse poi giusy. Vedevo i visi dei miei compagni confusi
"Non puoi essere sua madre" disse un mio compagno, Agnese alzò un sopracciglio "Em caro le smagliature nella mia pancia dicono il contrario" I miei compagni restarono scioccati, disperato dalla situazione iniziai a spintonare le ragazze fuori dalla palestra "PERCHÉ SEI QUA MA NON TE N'ERI ANDATA? SPARITE. ORA. NOW."
"Okok Calmo ce n'è andiamo" disse Laura guardandomi male.
Quando tornai dai miei compagni ero più imbarazzato di prima…

io delle amiche normali nella vita me le meritavo

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