Capitolo II

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La mattina seguente parlai del sogno che avevo fatto a Sofia, una mia affidabile compagna di scuola, le spiegai che non era un caso e che da li a poco sarei andata via. Non capiva ciò che volevo dirle anche perché lei avendo un famiglia perfetta non si era mai sentita come me. Fuori posto.
Le ore scolastiche passarono lentamente quel giorno ma ero così presa dal piano della mia fuga che non furono troppo pesanti.
Arrivai alla conclusione di doverne parlare con qualcuno, qualcuno che mi capiva davvero così andai da Angelo, il mio migliore amico.
Lo conobbi una sera in centro, dopo una terribile sbronza vodka misto gin mi raccolse barcollante ad una fermata dalla metro e mi portò a casa sua. Di lì a poco nacque una grande amicizia, riusciva persino a far sorridere quell' apatica di mia madre che solitamente era indifferente.
Parlammo a lungo, decise di venire con me promettendomi che non mi avrebbe abbandonata, il piano era partire solo dopo aver compiuto entrambi 16 anni. Quindi mancavo solo io, ma alla fine mancavano solo altre due settimane, tempo perfetto per organizzare tutto.
Optammo per Amsterdam e Barcellona, ma essendo paesi europei l'annuncio della nostra scomparsa sarebbe arrivato anche là.
Dovemmo ringraziare quella meravigliosa canna di skunk per averci illuminati, il nostro posto era: l' America.
Iniziammo a guardare i voli, saremmo partiti la mattina del 26 settembre. All' aereo porto di Washington ci sarebbe venuto a prendere un amico di Angelo che si era trasferito là all' età di 19 anni, si faceva chiamare Bob data la sua grande passione per il reggae ma il suo vero nome neanche Angelo sapeva quale fosse.
Preparammo solo bagagli a mano per non avere troppi problemi, soldi e vestiti necessari.
Era finalmente giunto il 25 settembre, non organizzai una grande festa, dato che il nostro aereo sarebbe partito dopo 7 ore. Feci una cena a casa, tanto mia madre quella sera stava da James, eravamo Angelo, Sofia, Marta, un' amica dell' asilo, Polletto e il giovane fattorino di pizza Gegè che depresso dalla sua brusca rottura con la ragazza si fermò a cena con noi.
Alle due tornarono tutti a casa. Tranne Angelo.
Dopo qualche ora caricammo i bagagli sulla sua macchinetta.
Partimmo verso l'aeroporto di Fiumicino.

>>Che ne pensate?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 15, 2015 ⏰

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