hearsay from venétia

Capitolo Primo

storia interamente dedicata alla mia anima gemella Tornadodilettere09
✨ily giu!✨

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In troppi hanno cercato di descrivere la magnificenza della città di Venezia una volta calato il manto ceruleo della notte, ma nessuno è veramente mai riuscito a catturare l'incanto della Luna bugiarda che si specchia vanesia nelle acque calme degli stretti canali.

È proprio la brezza notturna a sussurrare l'inizio di questa storia.

Una figura scura scivola avveduta tra le strette calli della "Sposa del Mare", cauta a non farsi scorgere da occhi indiscreti. I passi lesti erano facilitati da un bastone intagliato, in legno d'ebano con all'estremità un pomello in vetro soffiato.
Servendosi del buio e del mantello scuro si avvicina ad un piccolo molo nascosto tra due edifici in mattoni grigiastri. Svoltato l'angolo procede sul pontile legnoso fino a notare un'altra sagoma incappucciata, girata di spalle, all'estremità della banchina.
Una nebbia cinerina, si leva dalle acque corvine districandosi tra le caviglie dei due misteriosi figuri.
L'individuo più prossimo al bordo si voltò rivelando il viso coperto da una Moretta[i].

Piegò il capo verso destra e leggermente in avanti per porgere gli ossequi e poi con la mano guantata si allontanò la maschera dal volto ma tenendola sempre qualche centimetro
davanti ad esso.

"Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte..." esordì con una voce palesemente forzata.

L'altra figura sotto la cappa nera ripeté i suoi gesti e una volto il mascheramento rispose:"...anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola"

Si udì un sommesso sospiro di sollievo e finalmente i due sconosciuti rivelarono interamente i loro visi, scoprendo lineamenti femminili e arrossati dal freddo.

"Credevo di aver sbagliato il lemma" disse una portandosi una mano al cuore cercando di regolarizzare il battito.

Poi continuò mentre l'altra donna si avvicinava al margine del ormeggio:" È un onore poter viaggiare con voi, anche se per poco, lo ritengo un privilegio prezioso!"
Fece un profondo inchino per mostrare il rispetto più sincero

"Suvvia Fiammetta!" la richiamò l'altra
"Non sono necessari tutti questi convenevoli, ci conosciamo da anni"

Fiammetta si strinse il mantello sulle spalle, sfregando poi le mani gelide

"Ne sono consapevole Domina[ii] Ippolita, ma le buone maniere non sono mai di troppo" si giustificò

Ippolita emise un lieve sospiro:"Ritenevo di essere stata piuttosto chiara sull'uso di quel epiteto. Non sono la padrona di nessuno, vi siete unite a me proprio per essere libere da vincoli e onoreficenze"

Fiammetta tentò di ribattere, ma le due furono interrotte dall'avvicinarsi di una piccola imbarcazione che filava silenziosa sull'acqua. Una volta prossima al pontile, la nebbia si diradò con la luce giallastra di una lanterna. Il lume rischiarò il viso della donna che lo reggeva, anch'ella avvolta in una scura veste

"Antīstita[iii], Fiammetta è un piacere vedervi in questa notte, spero di essere stata puntuale" le salutò
Ippolita le rivolse un leggero cenno del capo mentre Fiammetta piegò le ginocchia in un lieve inchino.
"Il piacere è tutto mio, Gemma. È da molto che non vi vedo alle Congregationis[iv], quando vorrete raccontarmi del vostro soggiorno a Bologna sarò ben lieta di ascoltarvi" le disse Ippolita avvicinandosi al barchino attraccato, Gemma le porse la mano e lei la accettò di buon grado mentre con l'altra si sollevò le vesti per rendere il passo dalla terra ferma all'imbarcazione più agile.
Fiammetta la seguì subito dopo e le tre donne si sedettero non prima che la Sacerdotessa ebbe lanciato due zecchini d'oro al barcaiolo muto che
rimaneva guardingo, reggendo due pagaie di legno.
Durante la traversata Ippolita ascoltò in silenzio le altre due donne che conversavano a bassa voce. In un certo momento si avvistarono delle luci e tra la nebbia si poteva scorgere il profilo della terra ferma, il barcaiolo batté due volte il piede sul ponte e Gemma si affrettó a spegnere il lume.