๛𝗔𝗻𝗼𝘁𝗵𝗲𝗿

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Dalla finestra aperta della stanza passava la luce artificiale dei lampioni che tingeva le pareti candide di una tonalità aranciata. I due occupanti della stanza però erano troppo distratti per notare questo dettaglio. Forse l'uomo, che sembrava avere poco più di vent'anni, registrò la presenza della luce artificiale quando si appuntò mentalmente di chiudere le tende. La donna invece non sembrava nemmeno essersi accorta di essere entrata in una stanza d'albergo, per lei sembravano esistere solo le labbra dell'uomo. Quando lui provò ad allontanarsi per tirare le tende, lei affondò le dita tra le lunghe ciocche verdi e gli catturò nuovamente le labbra con le sue. Le labbra tinte blu della donna si curvarono in un sorriso malizioso quando udì un gemito di approvazione da parte del suo compagno occasionale e decise quindi di spostare la sua attenzione al collo dell'uomo. Non fece però in tempo a lasciarvi alcun segno. Il verde ribaltò completamente la situazione. Dopo aver adagiato la donna sul letto matrimoniale presente nella stanza si posizionò sopra di lei facendo attenzione a non scaricare il peso su di lei. Dopo uno squittio di sorpresa iniziale la donna ridacchiò e attirò nuovamente a se l'uomo.

"Non sapevo fossi così delicato JOE."

Il verde alzò le iridi color nocciola verso il volto della donna dai capelli castani e si lasciò scappare una risata roca prima di mormorare.

"Ci sono tante cose che non sai."

Per poi tornare a costellare il collo della donna con una scia di baci.

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L'orologio a parete della stanza che JOE e la donna avevano affittato segnava le 3:28 del mattino. Inesorabile scandiva ogni secondo per chiunque avesse avuto un udito abbastanza fine da poterne cogliere il ticchettio, e purtroppo JOE era tra quelle persone.

Era appoggiato con la schiena alla testata in legno del letto e i capelli verdi, che inizialmente erano legati in un codino basso, ora erano sciolti e gli ricadevano in onde morbide intorno al volto e qualche ciocca più lunga gli solleticava il collo. Nella stanza regnava il silenzio che era di tanto in tanto interrotto dal passaggio di una macchina e da qualche parola bisbigliata nel sonno dalla donna. JOE la guardò e non sentì nessuna colpa nel non ricordare quale fosse il suo nome. Si passò una mano sul volto stanco e sospirò. Se avesse dovuto essere sincero ogni qual volta che distoglieva lo sguardo da lei dimenticava perfino come fosse fatta. Nella sua testa l'immagine della donna si trasformava, mutava e diventava qualcun altro. Qualcun altro a cui Kojiro Nanjo non avrebbe voluto pensare.

Ogni qual volta che il suo sguardo color nocciola vagava altrove, nella sua mente, i lunghi capelli castani diventavano di una particolare tonalità rosea, le spalle nude ed esili diventavano più larghe, la pelle abbronzata diventava diafana e il petto florido di lei diventava il petto di un uomo dentro cui sapeva battere un cuore che mai avrebbe ricambiato i suoi sentimenti. Al momento solo un particolare della donna gli era sottratto alla vista: gli occhi. Kojiro si sforzò davvero di ricordare di che colore fossero. Blu come il suo rossetto sbavato? Verdi come le ciocche dei suoi capelli? Ad un certo punto aveva smesso di dare importanza a questo dettaglio dando per scontato che fossero dello stesso colore dell'oro fuso. Proprio come i suoi.

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