◽Prologo◾

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Ho perso il conto dei giorni da quando sono qui,ricordo solo d'esser uscita da scuola e che durante il tragitto a casa si sono affiancate due persone con un furgone nero, mi hanno tirata per le braccia e hanno avvicinato al mio viso un fazzoletto bianco e da lì il buio.
Ora sono in questa stanza,se così si può chiamare,da non so quanto tempo aspettando che i miei genitori mi trovino e mi portino via da questo posto. È lo scricchiolio della porta a farmi voltare,entra nella stanza il solito ragazzo con un cappuccio nero e un piatto di non so cosa.
"Devi mangiare" mi dice con il solito tono autoritario.
"Da quanto tempo sto in questo posto?" gli domando io guardandolo con odio.
"Non ti preoccupare fiorellino sono solo pochi giorni che potrebbero diventare anche mesi se il tuo caro papà non pagherà il riscatto, hai capito pasticcino?" dice guardandomi con disprezzo.
Non ho il tempo di replicare che lascia il piatto a terra e chiude la porta a chiave. Non ho per niente fame preferisco dormire e sperare che questo incubo finisca il prima possibile.

#cinque giorni dopo
Ormai la notte e il giorno non hanno differenza per me e ogni tanto mi sento proprio isolata dal mondo se non fosse per il fatto che si sente gridare nel corridoio o nella stanza affianco qualche volta.
"Buongiorno pasticcino,devi venire con me sbrigati" dice il ragazzo mascherato tirandomi dal braccio.
"Va bene" dico in sussuro, ormai non tengo più le forze e non mangio da un pò perché non mi fido di quello che mettono in quel piatto.
Stiamo attraversando un corridoio con tutte le pareti nere e ad illuminarlo sono solo delle luci situate sul soffitto. Arriviamo davanti una porta grigia che il ragazzo apre con un codice, davanti a me si presenta un grande scrivania nera e una sedia girevole rossa. Un uomo ci dà le spalle ma quando sente la porta chiudersi si gira nella nostra direzione.
"James puoi lasciarla a me,grazie" con voce roca l'uomo ordina al ragazzo di lasciarmi e senza dire una parola ci volta le spalle e se ne va "quindi tu sei la piccola Scarlett Styles, tuo padre ha pagato il riscatto quindi in teoria sei libera ma in pratica sappi che non avrai mai una vita facile, sei solo un' ingenua quindicenne ma sono sicuro che questo giorno non lo dimenticherai mai e francamente é quello che spero" dice lui guardandomi molto seriamente e incutendomi anche una certa paura.
"Hai detto che mio padre ha pagato il riscatto bene me ne voglio andare ora." dico io cercando di sembrare il più seria possibile.
"James,James vieni subito" dice l'uomo con tono autoritario.
Subito vedo sbucare di nuovo il ragazzo incapucciato "dimmi tutto capo" "devi portare la ragazza fuori, c'è una macchina nera lucida con la scritta Styles sul cofano" il ragazzo mi tira di nuovo per il braccio e mi trascina fuori dalla stanza.
La prima cosa che vedo una volta uscita è la macchina descritta prima da quell'uomo e poi William l'autista più fidato di mio padre.
Appena mi vede mi viene incontro e mi accoglie in un caloroso abbraccio e lascia un bacio sulla mia testa.
" non ti preoccupare piccolina è tutto passato" mi sussura queste parole all'orecchio che mi fanno capire finalmente che l'incubo é finito.
Entro in macchina e dal finestrino vedo il ragazzo di prima entrare di nuovo dentro senza voltarsi.
In macchina non parliamo ma è meglio così.
Quando arrivo davanti il cancello di casa mia non mi sembra reale, la prima persona che noto è mio fratello Harry che fa avanti e dietro e i miei genitori seduti sugli scalini davanti all'ingresso.
Scendo di corsa dalla macchina e salto in braccio a mio fratello che mi fa legare le gambe intorno al suo bacino e mi dà tanti piccoli baci sulla fronte sussurrandomi nell'orecchio "ti voglio bene sorellina" "anch'io Harold"
Subito dopo saluto i miei genitori e mia madre mi fa entrare immediatamente in cucina per mangiare.
Finalmente a casa mia, spero di dimenticare questo giorno il prima possibile.

◾Angolo Autrice◽
ciao ragazze questo è la mia prima fan fiction spero vi piaccia.
vi prego di votarla.
Ale.xxx

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