Capitolo 4 - Ancora un respiro

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Penso, penso e penso, ma non riesco a trovare una spiegazione.
Non importa, è solo una coincidenza, ora prendiamo la metro, andiamo a casa e tutto passerà.

Una chiamata interrompe i miei pensieri.

-"Will? Mesà che dobbiamo rimandare hahah."-

-"Sara dove sei?"-

-"In metro, quella per arrivare in città perché? "-

-"Sei salita? Scendi subito, lo tsunami sta venendo verso di voi, non hai sentito il telegiornale?!"-

-"Non sono salita, ma devo farlo, devo prendere la metro per arrivare in città."-

-"No stai ferma, non entrare è pericoloso, esci da lì! Vi vengo a prendere io con la macchina e ti porto a casa di tua nonna. Ha un bunker vero?"-

-"Va bene, si è una casa vecchia cell'ha... allora prendo Jack e esco."-

-"Okay sbrigati, arrivo."-

La chiamata mi aveva spaventato, ero così tanto presa dall'viaggio per andare a casa e dall'libro che non avevo realizzato i danni che avrebbe potuto creare lo tsunami o la sua pericolosità.
Devo prendere Jack e portarlo via.

-"Jack! Dove sei?"-

-"Mi guardavo in giro mi sto annoiando, ma quanto ci mette la metro ad arrivare?"-

-"Non importa lascia stare la metro, dobbiamo andarcene, non è sicuro stare qui"-

-"No, scusa perché? Dobbiamo prendere la metro."-

-"No, lo tsunami si sta avvicinando e passerà da qui. Andiamocene."-

-"Va bene."-

-"Scappate!"- urla un uomo sulla trentina mentre scende le scale.
È nel panico, scende velocemente  uno scalino dopo l'altro e l'acqua con lui.
Corrono di pari passo, ma purtroppo l'acqua ha vinto la gara, l'uomo scivolò e batté la testa.

Corriamo verso di lui.

-"Sara è morto?!"-

-"Non lo so, sentiamo se c'è il battito. No Jack."-

-"Oddio"-

-"Jack, andiamo"-

Non credo che Jack avesse mai visto qualcuno morire, è una cosa che non si dimentica... io non ho mai dimenticato la morte di mia madre.
Ricordo ogni singolo momento.
Avevo la sua età quando è successo, mia madre era malata, con gli esami per il parto abbiamo scoperto che aveva un tumore e che non potevamo fare niente per lei.
5 mesi dopo, il tumore me la portò via, ero lì con lei sdraiata sul suo letto e gli tenevo la mano, gli ho tenuto la mano per tutto il tempo, finché non esalò il suo ultimo respiro.
Mio padre mi diceva che l'avevo aiuta nel trapasso, che l'avevo accompagnata in un certo senso e che mi avrebbe protetto dall'alto.

Nel frattempo l'acqua ci è quasi arrivata alle ginocchia, non possiamo aspettare ancora.

-"Dobbiamo lasciarlo qui, ormai non possiamo più aiutarlo."-

-"Ma non possiamo farlo. Pensa se ci fossi tu al suo posto!"-

L'acqua continua a salire, è molto veloce, le ginocchia le ha passate da un pezzo.

-"Moriremo anche noi se restiamo ancora qui, il livello dell'acqua sta salendo."-

-"Va bene"- disse piangendo Jack.

-"Cerchiamo di salire le scale."-

L'acqua è freddissima, ma riusciamo a resistere e piano piano tenendoci al corrimano per non cedere alla forza dell oceano, cominciamo a salire le scale.
A poco dalla fine della scalinata, una parte di tetto crolla sopra le scale bloccando completamente l'uscita.

-"Stai bene Jack?"-

-"Si non preoccuparti ma, non possiamo uscire."-

-"Posso chiedere a Will se ci aiuta a togliere le macerie da fuori... intanto tu inizia"-

-"Ma Sara non faremo mai in tempo a creare un varco abbastanza grande per passarci... l'acqua ora sale meno velocemente, ma comunque non faremo in tempo."-

-"Non abbiamo alternative!"-

Prendo il telefono, cerco il numero di Will e chiamo.

-"Will ci serve..."-

Il telefono mi scivola dalle mani e cade in acqua.
Mi tremano le mani, ho tanta paura.

-"Sara accidenti!!"- dice Jack che ha assistito alla scena. Non riesco più a trattenere tutta l'ansia e l'agitazione che la situazione mi sta provocando e scoppio in lacrime... ho tanta paura. -"No scusa Sa mi dispiace, dai vieni ad aiutarmi."- dice mio fratello dispiaciuto.

L'acqua ci arriva ormai alla vita.

Iniziamo a spostare i piccoli pezzi di macerie, ma la maggior parte sono così pesanti che dobbiamo tirarli a forza in due e a volte non riusciamo nemmeno a muoverli.

Il livello dell'acqua ora ci arriva sotto le spalle.
È più facile muovere i pezzi con l'aiuto dell'acqua, ma procediamo troppo lentamente.

Dopo una decina di minuti e l'acqua sopra le spalle siamo riusciti a creare un varco, ma non è abbastanza grande per passarci.
Continuiamo ancora e ancora a togliere i pezzi, dobbiamo sperare in un piccolo miracolo per farcela.

Dopo pochi minuti, per togliere i massi dobbiamo scendere sott' acqua e per respirare dobbiamo nuotare.

-"Non c'è la faccio più Sa."-

-"Resta in superficie ci penso io."-

Continuo per un altro po' finché non finisco il fiato e quando ritorno in superficie vedo che siamo a pochi centimetri dal soffitto.
Ancora un respiro e poi l'acqua avrebbe sommerso tutto.

-"Sei pronto Jay? 1 .. 2 ... 3"-

Tra le  pagine del destino - Sandybell Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora