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Pov Jimin

Cammino trascinando dietro il mio corpo e con esso anche la mia anima che sembra uscire e rientrare da questo luogo vuoto e pieno di labirinti senza uscita.

"Jimin." mi chiama qualcuno e al voltarmi mi pento di averlo fatto..
Vedo mio padre osservarmi con quel sorriso ingannevole che usa sempre.
Papà era l'unico che mi piaceva, a cui volevo bene però vedi....le persone con cui cresci sono come tutte le altre. Hanno migliaia di facce e personalità.
Da piccolo gli vedi come gli eroi della tua vita.
Da grande arrivi anche a considerarli sconosciuti.

"Hey." dico ricambiando il suo sorriso.
Si avvicina a me mettendo una mano sulla mia spalla e continuando a camminare assieme verso casa.
Il suo ufficio si trova a pochi passi da casa per cui va sempre a lavoro a piedi.
"Tua madre mi ha detto che hai deciso di fare da modello per la scuola."
Eccoci qua.
"È una cosa bella. Non vedo l'ora di vederti Jimin."
Non ci riesco papà. Non riesco a brillare.
"Non ascoltare tua mamma. Fai ciò che ti piace."
Non mentire. Lo so che hai già tutto pronto per me.
"Hai una ragazza?".
Dio...eccoci qua di nuovo.
"I ragazzi della tua età dovrebbero avere qualche amore."
"No papà. Non mi piacciono le ragazze."
Sento la sua presa diventare forte sulla mia spalla e mi irrigidisco pensando a ciò che ho appena detto.
"Intendo per il momento non sono interessato. In futuro magari."
"Già. È ancora presto per ciò!" durante il resto della strada parliamo, o meglio lui parla e io ascolto, del suo lavoro.
Arrivati a casa mi rifugio nel mio posto sicuro. La mia camera.

Mio fratello lo sapeva. Lo era anche lui, gay.
I miei genitori l'hanno portato a tentare il suicidio. Era ancora piccolo. Aveva appena quindici anni, ma era così sicuro di sé. Sembrava essere lui il fratello maggiore.

"Jimin, io sono gay e non ho paura di urlarlo al mondo."
Lo sono anch'io...
Ma ho paura di urlarlo al mondo.

Destiny (JIKOOK) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora