LA FAMIGLIA BRADFORD SENZA LA CASA COLONIALE

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...e fu proprio così che venni al mondo...con le parole di mio padre nelle orecchie "Marì, io vado a giocare a carte. Fammi un favore: se è maschio fammi avvisare, così brindo con gli amici. Se è femmina, non mi chiamare proprio".
Cosa c'è di più inebriante di un papà che ti ha amato fino al midollo dal primo istante della tua esistenza? Si coglie il leggero sarcasmo nelle mie parole? Sarà stato perché ero la quarta femmina in famiglia, sarà stato perché era il 1945 e gli uomini ancora pensavano che per essere ritenuti veramente tali dovevano far subire alle donne angherie e soprusi, sarà stato così...semplicemente perché la mia vita doveva andare in questo modo e basta.
Questo pensiero vigilava nella mia mente proprio nel momento in cui in tv c'era quel programma patetico pieno di ragazze che facevano di tutto per apparire senza capire la realtà. Apparire non paga.... mai!
Se mio padre vedesse quella trasmissione, non oso neanche immaginare quali parole gli uscirebbero dalla bocca. E, a dirla tutta, avrebbe anche una buona dose di ragione. Però...forse divertirsi e non pensare dovrebbe essere proprio fantastico!
E' sempre stato questo il mio problema. Pensare. Sempre. Continuamente. Non smettere mai.
Può sembrare banale ma in effetti non lo è affatto. Bisogna anche buttarsi a capofitto in situazioni che, magari, non avresti creduto mai...non avresti pensato mai...non avresti vissuto mai...Queste tre letterine, così significative e così sopravvalutate!
Chi siamo noi per permetterci di dire "Questo non lo farò MAI" -scritto in maiuscolo perché il tono della voce che utilizziamo sempre è quello da grandi citazioni storiche-
E invece.... trascorre il tempo... inevitabilmente cambiamo...e con noi le nostre idee, un tempo radicate ai nostri strambi sentimentalismi che, nel bene e nel male, abitano in noi.
Tornando a bomba: non faccio altro che pensare e razionalizzare. Sicuramente è stato questo il grande difetto della mia vita.
Iniziando dai rapporti con i miei genitori e le mie sorelle...e finendo con la mia vita quotidiana, se vita si può chiamare....
Mia madre era più grande di mio padre e, se oggi è di gran moda, allora era veramente una stramberia. Ho sempre creduto, comunque, che una donna è sempre più matura di un uomo. L'ho vissuto sulla mia pelle e successivamente con i miei figli.
Le donne (uomini.... fatevene una ragione!) hanno una marcia in più, sin da piccole. Questo non vuol dire che è sempre un pregio, anzi.... Sarà anche per questo che le nostre rughe rimangono tali e le vostre sono così "affascinanti"; noi invecchiamo prima e peggio di voi.
Insomma mio padre girovagava di fiore in fiore, se capite cosa intendo.... mentre mia madre ramazzava, rassettava, cucinava e "sfornava" figli o meglio, figlie. In casa - 50 mq rachitici- eravamo in otto: la mami, il papi, noi quattro, mia zia -la sorella di mamma- e mia nonna -la madre di mia madre-.

Facendo i conti con persone che, oggi, fanno a malapena un figlio e quando lo fanno debbono vivere, come minimo, in appartamenti di 100 mq perché altrimenti -sai... stiamo troppo stretti-, mi sembra già un miracolo che non si siano ammazzati di botte......
Se penso (ecco che ci risiamo!) a tutti quelli che hanno bisogno del "loro" spazio.... a coloro che partono per trovare il proprio "io".... beh...mi piacerebbe parecchio farglielo trovare in trenta mq con altre sette persone in mezzo ai piedi.
La più bella di casa era mia sorella grande: Irene. A dir la verità, è sempre stata la più tutto di tutti. Effettivamente era molto bella e molto ambita. L'unico grande problema è sempre stato che lei ne era totalmente consapevole.
Ha fatto del suo innato fascino l'arma tramite la quale ha colpito, affondato, ferito e ucciso una miriade di persone durante il lungo tragitto che è stata la sua vita. Non è stata mai capace di amare incondizionatamente nessuno, nemmeno i suoi figli, che, invece avevano bisogno di lei come l'acqua nel deserto.
Subito dopo Irene è nata Rosa. Arcigna sin dal primo vagito. Probabilmente invece di dire 'ghè' come tutti gli altri neonati ha urlato a squarciagola "puah" come segno di disprezzo nei confronti di tutto ciò che la circondava...perché troppo inferiore a lei e alla sua forte personalità. E' sempre stata così. Chissà perché...me lo sono sempre chiesto soprattutto per le ristrettezze in cui abbiamo vissuto la nostra infanzia. Mi spiego: come e per quale motivo fare la superiore quando si vive in un quartiere più che popolare, in un appartamento più che popolare, insieme a gente più che popolare? Forse per avere "popolarità".
Sembra una battuta lo so...ma forse è la sacrosanta verità. Quel suo carattere freddo e scostante ha fatto strage di cuoricini.
Ahimè anche cuoricini, un tempo appartenuti alla qui presente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 19, 2021 ⏰

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