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Cinque Pov
Ero seduto sul letto in camera mia guardando fuori dalla finestra, era venuto giù il diluvio universale e Victoria ancora non era tornata, iniziavo seriamente a preoccuparmi; avevo agito di impulso e avevo sbagliato, da una parte è stata una cosa positiva perché almeno così ho capito che non mi vede solo come un passatempo.
Sono molto in ansia, la gamba fa su e giù senza sosta, era ormai sera, avevo la pazienza al limite; uscì di casa senza dire niente a nessuno e andai in giro per la città. Speravo di trovarla il prima possibile ma dopo i primi venti minuti persi quasi del tutto le speranze.
Tornai a casa a testa bassa, stavo per teletrasportami quando, con la coda dell'occhio, notai una sagoma in un vicoletto. Gli andai in contro e la riconobbi subito.
C: Vic!
Era accovacciata con la fronte sulle ginocchia.
C: è tardi e sta piovendo, forza andiamo a casa
V: no
C: non capisco una minchia se stai con la testa fra le gambe
Alzò la testa e mi guardò storto.
V: HO DETTO NO
C: Dio quanto sei testarda
V: suca
C: non fare la bambina e andiamo
V: vaffanculo
Mi diede una spallata e corse via; iniziai a correre a mia volta e con l'aiuto del teletrasporto la raggiunsi e la bloccai al muro.
C: che cazzo ti ho fatto ora?!
V: voglio stare sola, senza di te.
C: perché?!
V: PERCHÉ NON TI VOGLIO VEDERE
C: DIMMI IL MOTIVO
V: non stiamo mica insieme, non ti devo dire nulla.
C: sei incazzata per quello?! IO L'HO DETTO PER RIPICCA
V: sti cazzi.
C: sai che ti dico va bene, ti lascio andare, ma se porto una ragazza a casa non ti azzardare a fare la bambina capricciosa.
V: bene.
C: bene.
La liberai e lei nuovamente corse via, era una bambina nel corpo di una sedicenne; avevo capito di volerla, ma non solo per fare sesso, anche in una vera relazione, peccato che ora è andata, che grande presa per il culo.

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