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Vic Pov
"Perdonami per favore"
Sussurrò questa frase e poi tacque, una parte di me voleva uscire e stringerlo forte a se, ma l'altra parte era più forte, ero distrutta sia fuori che dentro, non sapevo più che fare; le lacrime non smettevano di scendere e sentivo i singhiozzi che aumentavano, mi tappavo la bocca con la mano, non volevo che nessuno mi sentisse.
Era passata mezz'ora, chissà se Cinque era ancora fuori; cercai di fermare i pianti e spiai dalla fessura della chiave, lo vedevo, per terra, con lo sguardo fisso, era distrutto tanto quanto me; perché stava così se era lui che mi aveva tradito? forse avrei dovuto dargli la possibilità di spiegare ma sono troppo orgogliosa per farlo. I suoi stupendi occhi verdi erano rossi e le guance erano rigate, aveva pianto e non poco. Smisi di guardare, dovevo smetterla, mi rifugiai in bagno e vidi il mio riflesso, ero in condizioni pessime, più mi vedevo più il nodo che avevo in gola si faceva stringeva, alla fine non ce la feci più, poggiai le mani sul lavandino e chinai la testa, stavo di nuovo piangendo come una disperata; tirai un pugno al muro facendo sanguinare di poco le nocche, mi ero fatta malissimo, mi toccai la mano delicatamente, che cazzo mi prendeva, mi poggiai per terra e inziai a fissare il vuoto senza mai distogliere lo sguardo, così non poteva funzionare, dovevo andare avanti che il mio cuore lo volesse o no.

Cinque Pov
Ero ancora lì, seduto davanti la sua camera, fissavo il muro senza sosta, non ce la facevo più, mi alzai da per terra e mi rinchiusi nel bagno in camera mia; avevo un aspetto orribile, nel riflesso vedevo solo uno schifo di persona che non è stato in grado di portare avanti una relazione, non è colpa mia ma mi sento come se lo fosse; mi guardavo e non riuscivo a non pensare a lei.
C: CAZZO
Diedi un pugno allo specchio che si frantumò in mille pezzi, mi ero tagliato la mano e le nocche sanguinavano, poco me ne fotteva, diedi un secondo pugno, poi un terzo, un quarto, un quinto e un sesto finché non sentì la mano esplodermi per il dolore, rilassai le dita e vidi in che pessime condizione mi ero ridotto, ormai non più solo il viso era orribile. Mi poggiai per terra con la testa sul muro e le braccia incrociate sopra le ginocchia, mi guardai intorno: lo specchio era da buttare ormai, ci stavano pezzi di vetro sparsi per tutto il bagno, gocce di sangue che sporcavano il lavandino e i pezzi rotti; i tagli bruciavano e avevo le nocche indolenzite, meglio così, merito di provare tutto questo, ho distrutto la persona più importante della mia vita e mi sento una merda vivente. Fra un pensiero e l'altro mi addormentai finendo in un sonno pesante, ero esausto, non avevo più acqua in corpo per quanto avevo pianto, il sangue scorreva dalle mani arrivando a macchiare un pezzo dei miei vestiti e il pavimento, sentivo tanto dolore ma non era per niente paragonabile al dolore del cuore, non un dolore da malato, un dolore da cuore spezzato, un vuoto che mi mangia il petto e che prende il controllo dei miei sentimenti e del mio cervello.

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