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Quella sera fu la più tormentata della settimana . Riempii la vasca con dell'acqua calda e feci la schiuma con del sapone alla lavanda . Sgattaiolai in cucina e presi un bicchiere di vino . Avevo letteralmente bisogno di schiarirmi le idee. Lentamente mi immersi nella vasca e il torpore dell'acqua mi avvolse quasi immediatamente . "Forse dovrei davvero prendermi più tempo per me stessa" pensai, e avevo ragione . Insomma mia madre , già dopo una settimana dall'accaduto andò dalla parrucchiera per un totale trattamento rigenerante , o cose del genere. La verità è che tenevo davvero troppo a mio padre , tengo , tutt'oggi e l'idea di partire mi faceva sentire una figlia egoista . Ma forse i miei genitori sono sempre stati più egoisti di me . Tornai a Boston la mattina seguente e non persi assolutamente tempo nel fare le valige per partire, per andare in Sicilia , e si , mia  madre non sa nulla di tutto ciò. Nessuno lo sa . 

Sto provando una serie di emozioni totalmente contrastanti, ma non posso negare di essere entusiasta , beh entusiasta per essere riuscita a rintagliare uno spazio per me , per la mia vita . Il volo è decollato solo un ora fa, ma già la mia testa è invasa da mille pensieri , di cui uno particolarmente spigoloso  .  In questo periodo alloggerò nella vecchia casa di mia nonna , dove abitava la mia famiglia quando viveva in Italia . Non so esattamente in che condizioni la ritroverò , spero solo che non mi ci vorranno settimane per renderla abitabile , sopratutto spero che le chiavi che ho con me siano quelle giuste . In preda alla noia estraggo un libro che avevo portato con me , con l'intento di sopperire a momenti come questi  e per soffocare le mie mille ansie . Ma nulla può calmarmi davvero . Ora che ho lasciato l'università che ne sarà del mio futuro . I soldi di mio padre e del lavoro che avevo intrapreso ultimamente non saranno infiniti , dovrò trovare qualcosa da fare prima di finire al verde . "Tranquilla Vittoria , è solo una vacanza , rilassati e goditela " . Vorrei davvero ascoltare quella vocina ma , è più forte di me , non ci riesco . Passo il resto del tempo in uno status di dormi veglia , e ciò mi porta ad uno stordimento molto fastidioso . Atterro all'aeroporto di Palermo e chiamo subito un taxi per raggiungere Cefalù. Fa veramente molto caldo qui in Italia , eppure è solo giugno . La mia fronte si impelaga di sudore quasi subito ma fortunatamente il viaggio per raggiungere casa non è stato poi così lungo . 

Al tramonto  , il cielo si dipinge in fretta di colori aranciati e il sole fa per raggiungere il mare. Il paesaggio è contornato da alberi di ulivo e qualche arancio. L'aria qui ha un non so che di romantico . Nessun rumore di città, nessun autostrada. Sembra quasi di essere in un altro mondo . Pago l'autista e scendo dalla macchina . Ricordo vagamente come era fatta la casa e come arrivarci , l'unico punto di riferimento che ho impresso nella mente è un piccolo vivaio che si trovava proprio di fronte. Faticosamente trascino i miei bagagli tra le strette strade fatte di ciottoli. Le case hanno un sapore antico . La maggior parte di queste è in pietra grezza . Resto a bocca aperta nel ripercorrere le vie della mia infanzia . I bambini sfrecciano con qualche ginocchio sbucciato e dei grandi sorrisi impressi sulle labbra . Le signore si affacciano dai balconi con grosse vasche di vestiti da appendere . Le famiglie tornano a casa strafatte dalle lunghe giornate di mare, con in braccio il grande ombrellone da spiaggia  . Allegramente i vecchietti giocano a carte seduti ai tavolini dei bar , tra qualche risata e imprecazione . Sembra tutto così fermo ad un vecchio tempo lontano , ma tutto così fantastico . Mi era mancato questo posto . Riesco a riconoscere il vivaio e quindi a trovare casa mia . Prendo il mazzo di chiavi . Avrò provato dieci paia di chiavi quando sento un urlo . << Giovane ! Che stai facendo li? Ti hanno mai insegnato che non si entra a casa delle altre persone !?>> . Instintivamente mi giro e vedo che a rivolgermi tali parole è una signora sui cinquanta anni con un buffo grembiule cinto in grembo, bassina , capelli castano chiaro , occhi verde oliva e ...un aspetto incredibilmente familiare. Ci guardiamo per qualche istante . Mi scruta dalla testa ai piedi . I suoi occhi hanno qualcosa di conosciuto . Il suo sguardo è caldo come il focolare d'inverno , ma ancora non riesco a capire bene fino in fondo cos'è che me lo fa pensare. Improvvisamente si porta una mano alla bocca e corre ad abbracciarmi . <<Madre mia , Vittoria sei tu ! Ma che ci fai qui >> mi scuote le spalle e continua << sono zia Giovanna , la sorella di papà! Mamma mia , quanto mi sei mancata !>> Improvvisamente collego tutto . Come ho potuto non riconoscere zia GioGio ! Mi tuffo nel suo abbraccio materno. << Avevo bisogno di una vacanza quindi sono venuta qua . Avevo intenzione di avvisare del mio arrivo ma insomma ...è stato un viaggio organizzato all'ultimo minuto.>> risposi con fare malinconico. Non vedevo mia zia da davvero molto tempo e rivederla così ... è stato proprio uno shock. <<Non ti preoccupare Vicky ,  a saperlo sarei venuta a pulire la casa ! Per farmi perdonare vieni a cena da noi sta sera , tutti saranno molto contenti di vederti >> disse con fare amorevole . Non ho potuto fare a meno di accettare la proposta, però prima vado a farmi una doccia e devo assolutamente avvertire mia madre e la mia migliore amica . 

Inutile nascondere che entrambe furono furiose con me , non perchè sono in Scilia, semplicemente perchè non ho avvisato. Sono passate poche ore da quando sono arrivata ma sembro proprio un altra persona . I miei capelli mossi cadono gentili sul mio seno e i miei occhi ricominciano a brillare . Mi vesto velocemente e raggiungo casa di mia zia . Qui ad accogliermi ci sono zio Mauro , i mie i cuigini Manuel e Vincenzo , Zia Rina , mia cugina Camilla e un altro ragazzo di cui non conosco il nome , ma sono certa sia estraneo alla famiglia . 

Mangiammo e come ovvio fui tormentata di domande a cui risposi piacevolmente . Ancora non si è parlato di papà e della sua scomparsa ma a giudicar dal volto di tutti , più di uno vorrebbe porre una domanda a riguardo .  L'unico a non avermi chiesto nulla è stato quel ragazzo, Alessandro . Educatamente si è presentato , come dovuto , ma durante la serata non ha fatto altro che ridere alle battute dello zio e a squadrarmi di soppiatto . Sul suo volto cadono riccioli scuri e la sua pelle olivastra è costellata da qualche neo .Ha gli occhi blu come il mare, non può assolutamente essere della famiglia . Aiuto mia zia a sparecchiare e cogliendo l'occasione di esser rimaste sole in cucina chiedo :<< Ma quel ragazzo, Alessandro ,è un nostro lontano cugino ?>> Zia fece un sorriso amaro  e lentamente rispose :<< No tesoro . Lui era il figlio di un collega di zio . Sua madre purtoppo è morta giovane e suo padre ... lui ha avuto un gravissimo incidente . Sin da bambino Alessandro aiutava nel negozio ed era molto affezionato a noi , pensa che zio è il suo padrino ! Rimasto solo , l'abbiamo accolto come un figlio . Sta  qui solo per l'estate , si è laureato , è un medico. Un bravissimo ragazzo >>

Wow , non avrei mai pensato che un ragazzo avesse mai potuto attraversare momenti così difficili . Restammo per il resto del tempo in silenzio , fin quando non decisi di tornare a casa.

<< Aspetta non andare da sola , è buio, ti accompagno>> 

Mi girai di scatto e a dire queste parole era proprio Alessandro .

Accettai ma tra noi non ci furono altro che sguardi, nessuno dei due parlò.

<< Buonanotte, grazie per avermi accompagnata>> dissi .

Se ne andò senza aggiungere altro . Che maleducato! Chiusi la porta e aprì la finestra . Ed eccolo li, camminare fischiettando con un sorisetto stampato su quella faccia da culo. I siciliani sono strani, parecchio.



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