21- Non Se Lo Merita

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Mi svegliai molto presto per vestirmi. Ovviamente misi l'abito che per molto tempo ero stato costretto ad indossare. Odio i completi. Erano belli, ma indossarli sempre era una rogna. Non mi sentivo me stesso e mi veniva la nausea, per fortuna era l'ultimo giorno.

Così, dopo una buona doccia e diversi minuti a lavarmi i denti, andai a mettermi le scarpe. Hoseok era sdraiato sul divano; aveva una ciotola di cereali sullo stomaco e il latte sul tavolino, il che mi fece arrabbiare. Faceva sempre disordine, e io non sopportavo il disordine.

- Non mangiare sul mio divano, hyung. Sporcherai tutto- Dissi scocciato mettendo l'altra scarpa.

Hoseok fece come avevo chiesto, andando a sedersi sul pavimento, continuando a rimpinzarsi di cereali.

- Hai intenzione sul serio di licenziarti?- La sua voce uscì biascicata.

- Sì. Cosa ne pensi? Sono vestito bene?-

- benissimo, come un principe- scoppiai a ridere e continuò

- Sei bellissimo, fratellino. Tutto questo è per farti vedere dal tuo capo? -

- ex-capo. E non mi sono vestito così per quell'idiota, voglio solo avere un bell'aspetto. Dopo aver preso i miei soldi e aver lasciato quel palazzo, vado a fare shopping-

- Stai andando a fare shopping? Voglio andarci anch'io!- intervenì euforico

- Prima di spendere i miei soldi, pulisci la casa. - mi pettinai i capelli con le mani, apprezzando il risultato. - Mi hai sentito? O non verrai con me-

- OK, OK! Vado a pulire l'appartamento. Tu esci e buona fortuna!-

Scossi la testa, prendendo il mazzo di chiavi e dando un'ultima occhiata allo specchio. Ma proprio mentre stavo per andarmene, Hoseok disse:

- E comunque non c'era bisogno di fare il bagno nel profumo, Jungkook!- Lo ignorai.

Presi un autobus, volevo davvero sapere perché le mie mani erano diventate così sudate. Sapevo che ritornare al compagnia mi faceva venire le farfalle nello stomaco, ancora di più di quando avevo detto che stavo per dimettermi. Mi mancheranno soprattutto Jimin, Jin e Jihon, una bella ragazza che mi aveva aiutato con le pratiche fin dall'inizio.

Quando l'autobus svoltò l'ultima curva, sospirai contro il finestrino. Ero così anche per Taehyung. Era stupido il fatto che mi fossi innamorato e che mi fossi fatto scopare e facendomi trattare come uno qualsiasi. L'altro giorno, quando mi ero svegliato sul suo letto e avevo visto che mi guardava, mi ero sentito così vulnerabile che volevo chiedergli un abbraccio. Mia madre non c'era più e io ero in lutto, e volevo solo qualcuno che mi stringesse e non mi lasciasse più andare. Se fosse stato Taehyung, mi sarei sentito meglio. Ma no. Il famoso Kim Taehyung, proprietario di aziende nazionali e internazionali, un ragazzo che si sentiva intoccabile, non aveva intenzione di aprire gli occhi per un semplice impiegato.

Appena il mio autobus si fermò, sentii subito freddo. Scesi dal veicolo, cercando di trattenere la mia voglia di ritornare indietro. Erano le otto del mattino e c'era il sole, ma faceva troppo freddo. Entrai dalla porta di vetro e mi strofinai gli occhi. Mi tenni stretto i miei documenti e finalmente arrivai alla reception.

- Jungkook, ciao! Come stai?- chiese la ragazza

- Bene, sto bene- cercai di sorridere

- perché non sei venuto al lavoro ieri?-

- emicrania. Pensavo che sarebbe andata via presto, ma non è stato così-

- Vuoi una medicina? -

- No, no. Grazie-

Ci fu il silenzio e poi sentii una risata da uno dei corridoi.

- Jungkook?-

- Sì?-

- cosa è successo? Hai la bocca aperta e stai battendo il dito sul mio bancone. Cosa c'è?-

- Non è niente, sono solo venuto a dimettermi-

- COSA?!- Una voce maschile mi fece saltare in aria.

I miei occhi spalancati mostravano la mia sorpresa. Era Jin. Si avvicinò a me, mi girò e mi scosse le spalle come se, non saprei, come se fossi svenuto.

- Jin! Mi farai vomitare così!-

- Non posso credere a quello che i miei occhi sentono!-

- Gli occhi non sentono, Jin-

- Zitto! Sono nervoso-

Lo era sempre stato in realtà, ma preferii non dirglielo. Il suo viso si era persino arrossato.

- Ti stai davvero licenziando, Jungkook?-

- Sì.-

- Perché? Se te ne vai, tutto sarà noioso. Chi mi insegnerà gli slang?-

- Puoi cercare su Internet. E per Dio, non sono insostituibile. Trova qualcun altro che dia di matto con te-

- No. Non lo accetto. Jihon, non convalidare queste dimissioni! -

- è una mia decisione. - dissi - Non voglio che tu interferisca. Per favore-

- Jungkook...-

- hyung. - Mi avvicinai, in modo che lui e solo lui potesse sentirmi. - sai il perché me ne voglio andare. Sarà meglio così, ma questo non significa che non ci vedremo più-

Jin sospirò e si allontanò, stringendo la mia spalla e cercando di sorridere.

- Va bene, vai. Ti auguro buona fortuna. Te lo meriti- sorrise e io feci la stessa cosa

Passò mezz'ora e riuscii a firmare tutte le carte. Inoltre, avevo due stipendi accumulati, il che mi rendeva più felice, perché potevo crogiolarmi in vestiti e dolci. Anche a Hoseok andava bene a quanto pare.

Andai nell'ormai vecchio uffico, e mi diressi verso la mia scrivania per prendere tutte le mie cose. Mi sentii subito come quel tizio in cui in un film era stato licenziato e prendeva tutte le sue cose mettendole in uno scatolone.

Uscii e incontrai Jimin. Mi prese e si attaccò a me come un koala.

- Juuuuungkook-ah, non è vero!-

- Jimin! Lasciami, mi strappi la camicia!-

- Ma, Jungkook! Non puoi andartene. Non te lo permetterò-

- Meno male che non ho bisogno della tua sanzione-

Si arrabbiò, ma almeno mi aveva lasciato in pace, proprio di fronte all'ufficio del capo. Mi chiesi se dovevo andare lì e avvisarlo che stavo per uscire fuori da qui, ma capii che in realtà non se lo meritava un mio saluto. Prima me ne andavo e prima mi sarei dimenticato di quello scorbutico.

Varcai la porta finestra dell'edificio definitivamente e andai alla fermata del bus più vicina, pronto a passare una giornata in dolci e vestiti.

Varcai la porta finestra dell'edificio definitivamente e andai alla fermata del bus più vicina, pronto a passare una giornata in dolci e vestiti

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 ᴛɪ ᴏᴅɪᴏ ᴀɴᴄʜᴇ ꜱᴇ ɴᴏɴ ᴛɪ ᴄᴏɴᴏꜱᴄᴏ - TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora