Prologo. Qualche anno prima..

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"Cerca l'usignolo che è in te e ascolta il suo canto" Hermann Hesse


.VIOLA

Entrò nella mia vita per non uscirne mai più in un magico giorno di settembre di tanti anni fa.
Avevo semplicemente tredici anni. Troppi per giocare. Pochi per amare (almeno secondo la mamma...). Giusti per sognare.
Lo vidi la prima volta all'uscita di scuola. C'era una fila infinita di ragazzine, tutte più accessoriate di me. Tutte più carine. Tutte .. non so.. insomma.. più.. di me. Avevo sentito parlare molto di lui, quasi una leggenda. Si narra che fosse stato il più venerato, il più bello della storia delle Scuole Medie Giosuè Carducci. Sapevo che continuava a frequentare il nostro ambiente per mietere nuove vittime e tenere alta la sua fama di Usa e Getta..
Ma che speranze potevo avere io con tutta questa concorrenza? Dove volevo andare io con il mio apparecchio di ferro che mi ha valso il soprannome di "Deltaplano"? Io piallata che una bambina delle Scuole Elementari vicino a casa ne ha più di me... le tette intendo, senza questo lasciapassare per essere quantomeno notata non si va molto lontano. Ma sì, ammettiamolo, anche se mi brucia assai dover qui dichiarare questa vergogna.. non ho mai avuto un ragazzo!!!!!!!
Se si esclude qualche bacio sulla bocca (chiusa) tra amici al gioco della bottiglia, con questa ferraglia del cavolo nemmeno ci penso a farmi avvicinare. E poi quello scambio di lingue.. sarò l'unica rimasta sulla terra, ma mi disgusta.
Pero lui è veramente bono... La mamma non condivide questo mio vocabolo ma le ho spiegato che bello è riduttivo per un tipo come appunto il figo che mi ritrovo davanti. Bello è una bella statuetta, un bambino che ti ricorda un angioletto... Bono è più per uno giusto. Uno che ha una bocca che ti ispira da baciare, uno che quando incroci i suoi occhi ti viene voglia di saltargli addosso e perderti nel suo sguardo tenebroso, uno che ti fa mancare il respiro insomma.
Ho spiegato questo alla mia super mamma, la migliore amica che si potrebbe desiderare. Lei si sforza di capire, ma a volte non le rimane facile rimanere al passo con i tempi. Il mio compito come dice lei è aiutarla a rimanere giovane, è la mia missione. Per questo mi ha messo al mondo.
Le mie amiche mi invidiano la mamma, vengono a casa per parlarle, ascoltare musica con lei, confidare le loro preoccupazioni in fatto di vestiti, scarpe, uomini. Anzi l'ordine giusto è: scarpe, vestiti, uomini.
Ma torniamo all'uscita di scuola. La prima volta che incontro il figo da paura. Più che un incontro è uno scontro, ma la mia vita non sarà più la stessa da quel giorno. Ancora non lo capisco, ma niente sarà più allo stesso posto dentro di me, niente più rimarrà come prima. Quel giorno, un normale sabato mattina, di una normale giornata di settembre, di un normale giorno dei miei tredici anni, passerà alla storia. Non la storia quella che si studia in classe, quella fatta di date, nomi, battaglie. Quella mattina inizia per me la mia vera vita, la vita di un cuore che palpita di amore.
Non avevo nessuna speranza che mi notasse in mezzo a tutte quelle trepidanti femmine che gli si proponevano davanti ad ogni suo passo. Ma qualcosa accadde. Un segno del destino. Il mio destino, il nostro destino.
Inizia a piovere. Per fortuna che sono previdente, ho l'ombrello piccolo in cartella.. ok, apriamolo allora o non è servito portarselo dietro per tutto il mese nonostante fosse sempre un tempo estivo. "Sei una vecchia Viola" sento le parole della mamma, ma qualcuno di responsabile in casa ci vuole, non sono così pazzerella come te da essere capace di danzare sotto la pioggia.. Questione di attimi ma lo diventerò mamma. Ancora non lo so.
Apro l'ombrello mentre la mia migliore amica Giulia mi comincia a stritolare il braccio; fa sempre così quando è colpita da una forte emozione, ci rimetto sempre io..
"Giulia molla la presa!!! Cosa cavolo..?.."
E tutto accade in un istante. Alzo lo sguardo, i miei occhi incrociano i suoi, affondano nel suo essere, sprofondano nella sua anima.
"Accidenti!! AIUTO!!". Rumore sordo. Scena apocalittica.
La ripasserò nella mente mille e più volte sorridendo nella mia vita, ma sul momento la vivo in maniera tutt'altro che piacevole. Cado clamorosamente, goffamente, incredibilmente e inspiegabilmente dentro l'ombrello scivolatomi di mano. Ancora non comprendo bene la dinamica dell'evento tanto è assurdo e ridicolo.
Qualcuno mi può cortesemente scavare una fossa e seppellirmi dentro cosicché nessuno rida di me?
Vorrei morire ma mi giunge la sua eterea voce che al solo udirla si perde la pace per sempre. Mi invita a porgli la mano..
"Dai, vieni, ti aiuto io.. devi imparare ad usare questo arnese se vuoi stupire tutti per essere l'unica a potersi parare dalla poggia oggi.."
Lo fisso attonita naufragando nel dolce mare della sua bellezza. Vorrei essere un pittore solo per il gusto di dipingere il suo viso su una tela. Gli occhi sono due fanali verde smeraldo in cui riluccica una fitta trama di pagliuzze dorate. La sua carnagione è scura, ancora porta sulla pelle il segno dell'estate appena trascorsa. I suoi capelli sono del colore delle spighe di grano in una soleggiata giornata estiva. Ma è la sua bocca che mi toglie il fiato.. Labbra carnose, piene, rosse come quelle che si vedono sulle copertine patinate dei giornaletti che la mamma guarda indagatrice per sentenziare infine "Al cento per cento rifatte".
Queste invece sono al cento per cento ..da baciare. Anche per me che tanto avrei rimandato questo contatto. Sì, con lui lo farei subito. Al pensiero ho un sussulto, lui se ne accorge.
"Andiamo accompagnami. Abito qua vicino".
Come è potuto accadere? Giulia mi sollecita con lo sguardo a riprendere il controllo della situazione e gustare queste nuove emozioni che fisserò dentro di me per richiamarle alla memoria quando avrò bisogno di riprovare il mio primo battito d'ali. Una sensazione che mi pervade e mi appartiene per la prima volta, la consapevolezza che non si è polvere, ma magia.
La mamma ripete sempre una frase di Oscar Wilde "L'unico modo per restare giovani è ripetere le proprie pazzie della giovinezza". Vedi mamma, la tua figlioletta vecchietta come dici tu, fa una pazzia, cammina accanto ad un ragazzo sconosciuto che regge il suo piccolo ombrello, lo accompagna a casa in un giorno qualsiasi di pioggia. Per lui lei è ancora nessuno. Per lei, mamma, lui è già il mondo...
"Ma come non hai niente da raccontare, non vi siete detti niente?!?"
Giulia mi interroga appena mi trova al telefono a casa, la mamma di fronte a me ha uno sguardo interrogativo. Un velo di preoccupazione le si dipinge nel volto, la sua bambina sta crescendo..
Sì , calmatevi tutte e due. Qualcosa in effetti mi ha detto. Quando siamo arrivati davanti al portone di casa sua mi ha sussurrato ad un millimetro dall'orecchio :"Grazie occhi belli. Sei la mia C.B.C.R:".
"Cosa?????" Esclamano all'unisono mamma e Giulia di là dalla cornetta.
"E poi?" E poi niente. Sento ancora i brividi lungo la pelle, tutto il mio essere che si scioglie in quelle parole bisbigliate, sussurrate.. e se fosse uno scherzo della mia percezione? Se avessi immaginato, sognato tutto?
No, non è uno scherzo Viola.
Lo vedrai ancora. Ancora ti chiamerà "c.b.c.r", "luce dei miei occhi" o semplicemente "occhi belli". Ancora palpiterai di amore e vita per un suo sorriso. Aspetterai trepidante di nutrirti di un suo sguardo all'uscita di scuola. Attenderai impaziente il primo ballo lento che lui ti concederà a ogni festa. Lo sognerai per molte notti, piloterai la tua immaginazione prima di coricarti, ti vedrai tra le sue braccia, scaccerai mentalmente tutte le ragazze con cui lo vedrai girare, sarà solo tuo, solo voi due.
"Cresci Bene che poi Ripasso", è una promessa no? Sicuro una speranza che renderà meravigliosi i tuoi nuovi soli e le tue nuove lune di piccola donna che sta sbocciando.
Ma dovrai ancora aspettare di crescere, come dice la mamma non è ancora il tuo momento.
Per lui adesso sei solo una bambina, a lui adesso piace giocare con ragazzine troppo cresciute per la loro età che non hanno nulla a che fare con te.
Non sognano leggendo libri come fai tu, non scrivono intere pagine di diario con l'inchiostro del loro cuore. Corrono, corrono troppo veloci. Vogliono catturare le emozioni, far ardere la candela da entrambe le parti, ma non si rendono conto che finiscono irreparabilmente per spegnerla.
Grazie mamma della tua filosofia, ma quando verrà il mio momento? Quando capirò di essere abbastanza grande per amare?
"Respiri piano per non far rumore ti addormenti di sera ti risvegli col sole.. Sei chiara come un'alba, sei fresca come l'aria.. Diventi rossa se qualcuno ti guarda e sei fantastica quando sei assorta nei tuoi problemi nei tuoi pensieri" Vasco Rossi

Luca e ViolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora