~•TROPPE ORE DI LAVORO •

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Non appena il padre di Light cominciò a sentirsi meglio, Light cominciò a lavorare con L al quartier generale, ormai non aveva più dubbi che fosse il vero.
Lavoravano tutto il giorno e capitava spesso che tornassero a casa solo in tarda sera, era in quel momento che, nel buio della sua stanza, Light scriveva i nomi dei criminali.
Per non destare troppi sospetti però, programmava le date per i giorni successivi facendo sì che i criminali morissero mentre lui si trovava ancora al quartier generale, sorvegliato da L.

Sembrava essere riuscito ad illudere i poliziotti, mentre Ryuzaki non sembrava proprio voler mollare l'idea che Light fosse Kira.
...

Erano ormai settimane che lavoravano senza sosta, passavano la maggior parte del loro tempo davanti ai computer e dormivano molto poco.
Avevano espressioni assonnate e su i loro visi c'erano occhiaie talmente scure che avrebbero fatto invidia a quelle di L.

Accanto a Light si trovava Matsuda, il poliziotto più giovane tra tutti.
Era stato il più facile da ingannare col trucchetto delle morti programmate.

In quel momento stava bevendo il suo caffè, guardandosi ogni tanto a torno per staccare gli occhi dalla luce continua dello schermo.

Ad un certo punto, il suo sguardo cadde su un Light stanco, assonnato, che faticava a rimanere concentrato tanto che ogni tanto sembrava addormentarsi lì seduto.

«Ehi Light, sicuro di non essere stanco?»

Il ragazzo si voltò verso di lui.

«Si sono sicuro, grazie Matsuda»

Bugia, in realtà era così stanco che sarebbe potuto crollare da un momento all'altro, le sue palpebre continuavano a chiudersi e Light non sapeva nemmeno perché continuasse a rimanere lì invece di tornare a casa.

Il giovane poliziotto non sembrava convinto della risposta ricevuta, ma non insistette oltre e tornò a lavorare.

Ad un certo punto si sentì un forte rumore.

Light si era allontanato di scatto da computer coprendosi gli occhi con le mani, preso da un improvviso mal di testa.

«Ah!..»

Matsuda se ne accorse e venne in soccorso del ragazzo.

«Light, stai bene!?» disse con tono preoccupato.

«Si, credo..»  rispose mentre cercava di allontanarsi le mani dal viso.

«Dovresti andare a riposarti»

«Ti ho detto che sto bene» rispose un po' seccato.

Nel mentre, tutti gli altri si erano accorti di ciò che era successo e si erano messi a guardare, continuando nel mentre anche a lavorare.

L invece li stava osservando dal riflesso di un computer spento.

«Matsuda ha ragione, vai a casa e riposati. Continuerai a lavorare domani, per oggi hai fatto abbastanza» disse L.

Light annuì, si alzò dalla sua sedia e cominciò ad avvicinarsi lentamente alla porta.
...

Si vedeva da lontano che Light non stesse bene. Camminava, o più precisamente, barcollava lentamente verso la porta.

A vedere il ragazzo così, L sentì una strana sensazione star pian piano aumentando man di mano che la porta si faceva sempre più vicina al castano. Era come se un masso gli stesse schiacciando il petto impedendogli di respirare normalmente.

Non ne capiva a pieno il motivo, ma la vista di Light lo rendeva, triste? dispiaciuto? Preoccupato? Era forse questo che stava provando? Era preoccupato per Light?

Amore criminale ~Lawlight~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora