Pandataria, probabilmente un anno che venga dopo il 752 AUC
Che bambina ingenua ero.
Non capisco perché io stia ancora scrivendo in questo diario che mi è stato dato durante l'infanzia.
Ho strappato e buttato in mare molte pagine di quei tempi felici, rileggerle in questo triste periodo mi farebbe sembrare vulnerabile, e non posso permettermelo. Non l'avrà mai vinta. Ho ancora il popolo di Roma dalla mia parte, e i miei figli, i miei bambini. Nonostante ritenga sia inutile, sto comunque tenendo questo diario. Magari verrò ricordata in futuro se uno dei miei figli mi sprigionasse da questa dannata isola. Odio le isole e odio dover essere relegata qui. La mia bellissima e morbida pelle, candida un tempo, è diventata ramata, e se non fosse per la mia fama potrei essere confusa con una normale plebea. I segni del tempo si sono fatti più visibili e marcati: le rughe, i capelli bianchi... un tempo ero la donna più bella di Roma. Ora rischio di venir dimenticata. Ma spero che l'imperatore si ricordi di me, di sua figlia (mi è stato fatto sapere che dice di non avere figlie). E soprattutto deve ricordarsi del dolore che mi sta provocando. Spero che il mio pensiero lo tenga sveglio la notte, lo faccia girare e rigirare nel letto, piangere e non mangiare. Voglio essere vendicata nonostante non sia ancora morta. So che però, purtroppo, nessuno a Roma ha il coraggio di vendicarmi, non i senatori, non i miei figli. L'unico uomo coraggioso che conoscevo, Iullo, il mio Iullo, è stato costretto a suicidarsi. Mecenate non avrebbe mai permesso che mi capitasse una cosa del genere. Pure Agrippa mi avrebbe certo difesa, aveva un buon cuore. Guardatemi, eccomi qui a rimpiangere l'uomo che non ho mai voluto sposare e che ho sempre disdegnato. Rimpiango il mio Iullo, l'unico uomo il cui cuore è sempre appartenuto a me. Ho contemplato, alcune volte, il suicidio. Sulle alte scogliere, o con la spada che porta il mio guardiano. Non so se fosse per far finalmente finire la mia sofferenza o per ricongiungermi al mio amato. Forse per tormentare ancora di più Augusto. Non ho mai avuto il coraggio di saltare, o di prendere la spada o di chiederlo. So che il mio guardiano direbbe di no, forse potrei rivolgermi alla mia ancella... Mi manca avere Febe al mio fianco. Piccola Febe, suicidatasi per restare fedele alla sua padrona. Sono ancora presa dal rimorso, la sua morte poteva essere evitata, così come quella di Iullo. Se un tempo mi avrebbe lusingata sapere che qualcuno sarebbe morto per me, ora non più. Penso a loro e non posso far altro che sospirare. Come se facessi molto altro qui.
Sospiro.