Capitolo 1- Da brave 'quasi sorelle'

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Casa Weasley, come sempre inondata del profumo di pancetta della domenica mattina,placida e ancora assonnata, gettava la sua rassicurante ombra sbilenca sul prato bruciato.

Un primo raggio di sole illuminò visi di Hermione e Ginny accoccolate nel grande letto scarlatto della sua camera. I loro petti, sollevandosi all'unisco, riempivano la stanza di una dolce melodia di sospiri, mentre i loro profumi così apparentemente diversi, danzavano nell'aria, portati da una debole ebrezza infiltratasi dalla finestra aperta.

Ginny aprì gli occhi e la prima cosa che vide furono le labbra sottili di Hermione, leggermente semiaperte come in attesa di un suo bacio. Non avrebbe potuto desiderare risveglio migliore o che le cose andassero meglio dopo quello che era successo l'anno prima. Era nelle domeniche come questa che si sentiva di nuovo a Hogwarts, solo lei e Hermione, la brezza estiva, il sole e i loro corpi nudi vicino; tutto era come allora se non che, guardandosi intorno scorse la sua divisa gialla e nera. Ora era Cacciatrice di riserva delle Vespe di Winbourne.

Dopo aver rotto con Harry e aver ritrovato se stessa, non più oppressa da una relazione che si sentiva il dover di mandar avanti ormai per piacere altrui, aveva infatti dedicato l'ultimo anno a farsi un nome nel quidditch.  Provini ed allenamenti extra le avevano portato via la maggior parte del tempo e, vuoi per lo studio, vuoi perché condividevano una perdita dolorosa e uno stesso desiderio di riscoprire loro stesse, lei ed Hermione divennero sempre più intime. Sempre più erano le notti in cui si addormentavano l'una nelle braccia dell'altra raccontandosi dei loro progetti per l'anno successivo o semplicemente accarezzandosi e donandosi reciprocamente quel genere d'affetto spontaneo che le mancava da tempo. La notte era l'unico momento in cui senza bisogno di parole, promesse o certezze sul futuro, potevano esser loro stesse.

La loro relazione quell'anno, sebbene ambigua e densa di desiderio, era sempre stata contenuta; mai esplicitamente romantica. Nonostante conoscessero i sentimenti l'una dell'altra, la linea formale che le divideva da un effettiva relazione sembrava insormontabile. Era stato solo qualche mese prima, dopo la fine degli esami e l'approvazione del nuovo programma d'integrazione e conoscenza del mondo Babbano di Hermione , che il loro affetto aveva preso una direzione ben precisa.

Quest'ultima si destò sollevando gli occhi dal seno prosperoso di Ginny fino al suo volto illuminato da uno sguardo dolce e premuroso come quello della Signora Weasley e allo stesso tempo forte, imperturbabile e a volte intimidatoria come un' antica pietra. Ma il sole era ormai alto e presto Hermione avrebbe dovuto abbandonare la sensazione delle morbide dita della rossa fra i suoi folti capelli bruni.

"Ragazze siete sveglie?!" Un poderoso bussare le fece bruscamente tornare alla realtà dove loro non erano che quasi sorelle e 'dormire' nude non era meno da San Mungo del vaiolo di Drago. "Avete due minuti per scendere, gli altri si stanno già preparando e..." La signora Weasley bussò ancora una volta con la 'velata' intenzione di sfondare la porta. Non importava quanta magia scorresse nelle sue vene o nelle venature della sua bacchetta, o quanti incantesimi punitivi conoscesse; in questi casi Molly non era che una madre di mezza età come tutte le altre. Dolce quanto impaziente e con una tecnica intimidatoria assoldata in sei generazioni di figli tuonò di nuovo: "Ginny mi hai sentito?! Spero tu ti stia già preparando e come si deve aggiungo! Non è il caso di presentarti come la reincarnazione del vecchio Bagman di fronte ai tuoi futuri datori di..."

"Mamma basta! Ho capito mi vesto ma oggi è la giornata di Harry vai a rompere le sue..." Hermione si affrettò a zittirla con un bacio o condividere lo stesso palchetto alla cerimonia di Harry sarebbe stato insostenibile.  "Signora Weasley mi dispiace, arriviamo subito." Cercò di scusarsi Hermione mentre scricchiolii,sbuffi e imprecazioni prendevano il posto dei rimproveri.

" Sbrigati pel di carota, o da brava sorella dovrò punirti." sussurrò nell'orecchio di Ginny sapendo di eccitarla.


Come ogni mattina varcarono la soglia della cucina, strette nel loro segreto con la consapevolezza di non esser che Hermione e Ginny, amiche da anni e compagne di camera estive o almeno, per quasi tutti.

"Hey Ron hai sentito nulle di strano sta' notte? No perché penso che il nostro fantasma abbia portato una compagnia femminile. Sospiri, cigolii, sicuro di non aver sentito nulla Ron-Ron?" Chiese George con falsa aria stupita ghignando in direzione delle ragazze prima che un pestone lo zittisse.

Ginny non aveva dimenticato gli sguardi indagatori e le battute provocanti di George fin dalla prima volta che, durante le vacanze di Natale, erano state scoperte a tenersi la mano dai Tre manici di scopa. Illuse se pensavano di non esser notate fra tutta la folla di gente tremante di freddo. I volti dell'Ordine erano ancora lungi dall'esser solo nomi su un libro di storia.

Poi arrivò quel giugno.  Hermione aveva fatto visita ai suoi ed era tornata alla Tana nel suo rosso abitino trasparente quando Ginny sentendo ogni suo organo divampare di una passione irrefrenabile, le aveva chiesto di seguirla nel capanno delle scope.

Un attimo di lucidità e avrebbe certamente ricordato che i ragazzi stavano giocando a Quidditch e che prima o poi sarebbero tornati al capanno ma, non era questo il caso.

Ricordava ogni goccia di sudore di quel pomeriggio, conosceva bene il corpo imperfetto di Hermione; l'aveva vista nuda molte più volte di quanto avesse fatto Ron ma ciò che la eccitava non era tanto la sua nudità quanto il suo corpo nelle sue mani. Completamente abbandonata, fremente e bagnata avvolto ancora per poco in un velo rosso di famosa marca Babbana, Hermione gemeva.

Le mani di Ginny erano scattate verso le spalline scoprendo una candida pelle lucida di sudore come le foglie bagnate di rugiada primaverile. Era dolcemente felice ma il suo sorriso da bambina non durò che un istante. Hermione fremente ed eccitata come solo lei aveva la fortuna di vederla, la travolse in un bacio caldo e umido come il cuore di una crème brulle immergendo le mani nella sua morbida chioma color tramonto.

Se qualche anno prima la Cooman gliel'avesse predetto, il fragore delle sue risate avrebbe scosso il castello. Mai si sarebbe aspettata di toccare e assaporare quella morbida pelle al gelsomino o di vedere un Hermione tanto fuori controllo. Ora però, dopo un anno di tensione sessuale, sguardi e voglie insoddisfatte era arrivata al limite.

Non sapeva da quanto fossero li dentro ma mentre prendeva in braccio Hermione affondando il viso nel suo piccolo seno caldo e sodo, un cigolio rischiò di farle perder la presa e la porta si aprì su un ombra alta e inequivocabilmente Weasley.

George rimase sorpreso per meno di un secondo, era cambiato è vero, ma non era certo il tipo da pregiudizi ed imbarazzi. "Cosa ci fai qui?!" ringhiò Ginny tentando di nascondere Hermione e il suo stesso imbarazzo. "Metto via le scope forse?" rispose con l'aria stupita di chi si sente chiedere come mai respira.

"Un po' caldo qui, vero Hermione?" Chiese guardandosi intorno sorridente come apprezzando il clima di una domenica mattina qualunque.

Hermione nascose il volto fra spalle di Ginny per non ascoltare oltre. "Ah e fate in fretta perché la mamma vi vuole a tavola fra dieci minuti e Ginny, evita di..." George corse via in direzione della Tana ridacchiando e strascicando con se la frase prima che sua sorella, stringendo aggressivamente la bacchetta, potesse pronunciare qualsiasi incantesimo.

Da lì in poi George era stato una tomba, cosa di cui erano grate. Le battute sarcastiche sul loro 'intimo' legame riscuotevano infondo poco successo nelle rare volte fra settimana in cui faceva visita alla Tana. 

Tuttavia quella era stata una notte speciale. Buona parte della famiglia Weasley l'aveva passata alla tana e, dopo il compleanno di Ginny e festeggiamenti per Harry, burrobirra e whisky incendiario avevano tolto alle ragazze ogni freno inibitore così da lasciare a George abbastanza materiale per una raffica di allusioni.


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