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Una volta aver superato il piccolo ostacolo che si era presentato stamattina arriviamo calmi e tranquilli nella nuova stanza di Cedric.

"Ma è bellissima!" esclamo guardandoci intorno mentre chiudo la porta.
È di una grandezza che non avevo ancora mai visto a dirla tutta. Pareti decorate da strisce gialle e rosse che si alternavano tra di loro, una finestra abbastanza larga e alta che dava una bellissima visuale sul giardino del nostro castello trovandoci di fronte proprio il grande albero di quercia della scuola.

Di letti ce ne stavamo due, uno a destra e uno a sinistra, proprio come anche nella mia stanza. Le lenzuola non potevamo di certo mancare ma a differenza del contesto erano delle semplici lenzuola bianche, nulla di particolare.

Poso i bagagli proprio vicino a dove li aveva messi il mio amico e lo seguo andando a spiare insieme a lui altre parti ignote della stanza.

Arriviamo nel bagno e subito ad accogliergli hanno di fronte il lavandino con due lavelli separati, uno specchio abbastanza ampio e un mobiletto per gli asciugamani in mezzo.
La doccia è presente sul lato destro del bagno mentre su quello sinistro c'è il water e il bidet.

"Non male per essere una stanza di soli uomini" lo rimbecco scherzosamente mentre esco da li avvicinandomi al suo letto.

"Eh visto? Sicuramente è anche più bella della tua altrimenti non avresti detto nulla" mi dice con aria convinta mentre si avvicina a me.

Così per sfruttare al meglio la situazione prendo il cuscino che avevo dietro e glielo lancio scherzosamente addosso.
"Te lo sei meritato" gli faccio la linguaccia mentre lo vedo riavvicinarsi a me dopo aver parato il mio lancio.

Prevedo una lotta di cuscini in arrivo.

Dopo aver guardato per un secondo in più l'espressione che aveva sul volto ho capito che le mie intuizioni si sarebbero avverate di li a poco così, con uno scatto felino e deciso, mi alzo dal suo letto e corro in direzione dell'altro per afferrare l'arma che mi aiuterà a distruggerlo.

Mi lascia il tempo necessario per essere munita come lui per poi prendere un piccola rincorsa e dare il via al caos più totale.

Inizio io tirandoli una "forte" cuscinata sulla testa vista la mia scarsa forza fisica alla quale risponde con una sul fianco destro mentre in maniera furtiva cerca di invadere quanto più gli è possibile il mio spazio.

Riprendo nuovamente io aggiungendo una mossa, chiamiamola strategica , al mio attacco perché oltre a tirargli delle cuscinate a un certo punto lascio il cuscino per terra e inizio a farli il solletico.

Si, proprio il solletico.
Cedric non ha mai saputo difendersi da un mio attacco a sorpresa del genere da quando ci conosciamo quindi so bene che posso usarlo a mio favore e avere la vittoria in pugno.

E anche questa volta è successo esattamente quello che mi aspettavo, lui che scoppia a ridere arrivando dritto sul pavimento e io sopra di lui a cavalcioni a godermi sia la vittoria che la scena.

"Oddio Letizia ti prego basta!" implora con le lacrime agli occhi a causa delle risate cercando di riuscire a dire in maniera quanto più silenziosa possibile.

"La dai vinta a me? Altrimenti continuo senza pietà Diggory" lo guardo con un sorriso divertito in volto ma lo vedo annuire con il volto più e più volte così per pietà smetto di torturarlo e sul suo viso appare un'espressione di beatitudine mentre chiude leggermente le palpebre.

"Non sei ancora abituato ai miei cambi di programma all'ultimo nelle battaglie eh" lo guardo ridacchiando mentre gli poso le mani sul petto sentendolo alzarsi e abbassarsi in maniera veloce.

"Tu vinci sporco nanetta" afferma guardandomi con le sopracciglia leggermente aggrottate mentre si alza a mezzo busto mettendomi le braccia dietro la schiena.

"Mi spiace devi allenarti di più non puoi darmi colpe inutili" faccio la finta dispiaciuta incrociando gli occhi con i suoi e a tale vicenda regge per poco il mio sguardo per poi annullarlo scuotendo il capo.

"Si ho sicuramente ragione io ma ora ci tocca alzarci per sistemare le tue valigie e andare fuori" mi do una leggera spinga posando le mani sulle sue spalle per alzarmi mentre gli porgo la mano per aiutarlo.

Da quel momento li abbiamo parlato e scherzato di meno ma in compenso in venti vaghi minuti abbiamo sistemato tutte le sue cose e ridato una sistematina anche alla stanza visto quanto accaduto prima.

Usciamo dalla stanza ma purtroppo a coglierci di sorpresa poco prima di scendere le scale è questa volta il Signor Gazza, sempre in compagnia del suo gran gatto marroncino con delle lievi sfumature neri e gli occhi di un azzurro che personalmente gli invidiavo, che gli ronza sempre attorno.

Il Signor Gazza è il custode della nostra scuola che troviamo sempre a vagare in qualsiasi corridoio o stanza del castello alla ricerca di qualche studente che sta infrangendo le regole imposte dalla scuola solo per il gusto di poter attribuire loro delle punizioni, lievi o gravi che siano, visto che essendo un Magonò, ovvero una persona che non può fare incantesimi, prova solo tanta invidia nei nostri confronti.

È un signore sui settant'anni circa, non ne siamo sicuri visto che non ha un rapporto proprio così tanto colloquiale con noi studenti quindi ipotizziamo e basta. Ha dei capelli lunghi che gli arrivano fino alle spalle ma la parte davanti, purtroppo per lui, è priva di capelli se non proprio qualche piccola ciocca. La pelle è abbastanza rovinata e piena di rughe su ogni parte del viso. Il naso è aquilino, la bocca sottile e priva di qualche dente.
Infine possiede degli occhi color oceano talmente chiari che a volte si possono ritenere grigi.

Lo vediamo avvicinarsi nella nostra direzione e quindi evitiamo di darcela a gambe levate altrimenti, conoscendolo, sappiamo che sarebbe stato solo un grande sbaglio.

"Bene bene chi abbiamo qui" dice con le mani unite dietro la schiena mentre si piazza davanti a noi.
"La signorina White nel corridoio maschile insieme al signorino Diggory" scruta attentamente i visi di entrambi avvicinandosi talmente tanto che siamo costretti ad allontanarci noi di un passo indietro.

"Che ci fa lei qui? Sa bene che è vietato" si rivolge a me con tono aggressivo ma basso.
Alzo lo sguardo su di lui e lo vedo con un'espressione ambigua sul volto che attende solo una mia risposta.
"Ho solo dato una mano a Cedric aiutandolo a portare in camera le sue valigie visto che è arrivato da poco, nulla di più" rispondo in mia difesa evitando di entrare proprio nei particolari.

Sento il mio migliore amico annuire alla mie stesse parole confermandole per cercare in qualche modo di aiutarmi. Lui passa in una frazione di secondo lo sguardo da me a lui scrutandolo come aveva fatto con me.

Dopo aver riflettuto un po' sulle parole che gli avevo detto decide di darci ascolto e lasciarci andare senza insistere troppo stranamente.
Così a nostra volta non pronunciamo una parola in più e riprendiamo la nostra strada.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 23, 2023 ⏰

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