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Mi sveglio ancor prima che possano farlo il piccolo orologio che ho sul comodino o nei casi peggiori la voce di Pansy.

Oggi sarà una mattinata super carica perché finalmente arriva il mio migliore amico.
Cedric Diggory.
Siamo amici oramai da tantissimo tempo, per la precisione sin dal primo anno qui ad Hogwarts.

Come me anche lui è un ragazzo abbastanza riservato ma non troppo.
Unica differenza? Non è della mia stessa casata ed è un anno più grande di me.
È alto, capelli color marrone scuro con qualche sfumatura abbastanza leggera di marrone chiaro. Ha degli occhi color nocciola abbastanza assottigliati ma uno sguardo profondo e intenso.

Arriva con un leggero ritardo perché ha avuto dei contrattempi in famiglia due giorni fa, altrimenti sarebbe stato qui insieme a me già da un po'.

Può essere stato proprio il destino a far accadere tutto ciò perché altrimenti non avrei mai conosciuto i ragazzi grifondoro.
Ma in ogni caso mi è andata bene.

Mi volto a guardare che ora fosse e notando che fossero già le 6:45 mi affretto a mettere la gonna e la camicia della divisa per poi darmi una sistemata al viso e ai capelli. Anche se mi ha vista nelle peggiori condizioni devo pur essere un minimo presentabile perché qui oltre a noi due ci sta molta più gente.

Così dopo aver terminato tutto metto le solite scarpe nere basiche abbinate alla divisa che ci è stata data e mi avvicino a Pansy.
"Pansy sto uscendo ci vediamo direttamente a colazione" le sussurro a poca distanza dal viso senza svegliarla totalmente.
Ancora impastata dal sonno mi da un semplice accenno con il volto per poi mimarmi un "ciao" con la mano dopo essersi girata dall'altro lato del letto.

La gentilezza è sempre stato il suo forte si.

Evitando di ridere per non farla sbraitare esco dalla stanza nella maniera più silenziosa possibile e mi affretto a scendere le scale visto che sarebbe arrivato di li a poco.

***
Ero in Sala Comune già da una decina di minuti abbondanti ma di Cedric nessuna notizia ancora. Mi aveva avvisata ieri nel pomeriggio, con una lettera, che sarebbe arrivato intorno alle 7 del mattino, orario in cui i custodi sono già svegli e quindi potevano farlo entrare.

Così decido di alzarmi e girare un po' nella stanza per cercare di far passare quanto prima il tempo morto. Mi metto vicino al camino accesso per riscaldarmi gambe e mani visto che l'aria in questo periodo era più fredda di quanto ricordassi e quelle erano l'unica parte scoperta dalla divisa.

Lunghi brividi mi percorsero su tutto il corpo che mi risvegliarono dal sonno che stava per avere nuovamente la meglio su di me.

Sono una dormigliona di prima categoria quindi non importa il luogo in cui mi trovo e tantomeno l'orario, se inizio a sbadigliare dopo nemmeno trenta secondi mi ritroverete a dormire.

A risollevarmi dai pensieri fu un tonfo abbastanza forte di una porta che vibrò e si sentì bene in tutta la sala.
Così mi girai di scatto a causa dello spavento e mi ritrovai sulla soglia lui.
Era finalmente arrivato.

Senza pensarci troppo mi sposto come un fulmine dal camino e corro nella sua direzione a braccia aperte. Con un sorriso smagliante lo vedo lasciare cadere a terra le borse che aveva con se e aprire le braccia pronto ad accogliermi. Gli salto addosso stringendo le braccia dietro al collo e le gambe intorno alla sua vita.

"Non ci speravo quasi più" pronuncio con un sorriso sul volto mentre stacco di poco le braccia dal suo collo per mettermi faccia a faccia con lui.

"Così poco speranzosa sei diventata? Ti ricordavo più combattiva nanetta"
Quel nomignolo detto da lui mi porta sempre ai nostri primi momenti in cui ancora dovevamo conoscerci, a quando eravamo ancora dei bambini e soprattutto a quando ci stavamo antipatici l'uno all'altra.

Fatti l'uno per l'altraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora