8. 8 Lontano da lui, verso di lui

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Era una normale, tranquilla e noiosissima partita Grifondoro-Serpeverde. Finora, quindi, entrambe le squadre avevano segnato un paio di volte con la Pluffa e c'erano stati solo due miseri feriti tra i Grifondoro: una Cacciatrice che si era misteriosamente scontrata con il gomito di un avversario e il Portiere, che era entrato altrettanto misteriosamente in contatto col piede di un altro. Il fatto poi che entrambi i contusi fossero Weasley li rendeva ancor più miseri, come feriti, come giocatori e come studenti, e rientrava talmente nella norma da far sbadigliare il pubblico, dal momento che quella famiglia aveva dato ampiamente prova di attirare su di sé tutte le piaghe inviabili da tutte le divinità esistenti. E poi c'era naturalmente Harry Potter, che però viveva così tante situazioni incresciose, durante le partite e fuori da esse, da non far nemmeno più numero e che questa volta, invece di scope incantate o Bolidi manomessi, si era semplicemente guadagnato una spalla lussata per lo scontro con una porta, deludendo non poco chi sperava in qualche nuovo dramma. Era una normale, tranquilla e noiosissima partita Grifondoro-Serpeverde.

Per Hermione, invece, non c'era mai stata partita più avvincente. La ragazza era tra gli spalti ad assistere, perlomeno fisicamente. Con la testa, invece, pure. Il che era strano, dal momento che il Quidditch la interessava come un cane che orina nel deserto. Ma in quella partita giocava il protagonista di ogni suo sogno ed incubo dell'ultima settimana, e questo aveva reso la storia di quel cane improvvisamente appassionante. Peccato che il giocatore in questione militasse nella squadra sbagliata. Serpeverde. E che fosse proprio quello che aveva casualmente spinto il Cercatore Grifondoro e la sua famosa cicatrice contro quella porta sbucata dal nulla.

Da giorni ormai non riusciva a vedere o sentire altro che Draco Malfoy. E il soggetto incriminato non aveva nessuna intenzione di renderle le cose facili: lungi dal girare al largo o almeno da permettere a lei di farlo, la fissava sempre e la seguiva ovunque, continuando a cercare di parlarle. A dire il vero, non tentava affatto di parlarle, si limitava a seguirla. A dire proprio il vero, non la seguiva nemmeno, ma continuava a fissarla. A dire proprio proprio il vero, non la fissava nemmeno più del solito, ma lei percepiva in quello sguardo qualcosa di diverso. Oh, insomma, la ignorava.

Da quella discussione nei corridoi e dal provocatorio dono della Ricordella, Malfoy non l'aveva più importunata, rispettando la richiesta di lasciarla in pace; e se una parte della Grifondoro si rallegrava del fatto che lui finalmente si attenesse alle sue decisioni, l'altra parte si chiedeva perché diavolo avesse dovuto diventare così riguardoso proprio con lei. La risposta, tuttavia, la sapeva già: lui non lo era diventato. Se ora le azioni del ragazzo sembravano coincidere con le volontà di lei, si poteva imputare solo alla casualità, o al fatto che quel comportamento era esattamente quello che voleva assumere anche lui. E non c'era certo bisogno di scervellarsi per capirne il motivo: come un bambino piccolo, Malfoy la ignorava perché era stato respinto. Merlino, Malfoy, sei davvero borioso e viziato come un moccioso. E come una bambina piccola, lei voleva le sue attenzioni perché lui la ignorava. Sei una stupida. Due bambini piccoli, in un gioco molto più grande del Quidditch. Inconciliabili.

«Se Harry non si dà una mossa qui arriviamo a sera» commentò Dean, al suo fianco. «Lo sapevi che in passato le partite di Quidditch potevano durare giorni o anche mesi?»

Hermione non rispose, continuando a tenere gli occhi fissi sul campo. Non su di lui. Sul campo. Doveva ignorarlo. Sul campo. Bambina.

«Ma Harry ha al suo attivo la partita di Quidditch forse più veloce mai giocata. Però ultimamente sembra distratto. Magari è la volta buona che si decidono, quei due.»

Il tono amarognolo percepibile nelle parole del compagno di Casa attirò l'attenzione di Hermione, che si voltò verso di lui e seguì poi il suo sguardo, diretto alla rossa Cacciatrice sul campo.

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