Tris.

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Il sole splendeva come non faceva da mesi.

Mentre camminavo lungo il sentiero per tornare a casa,osservavo la mia ombra.

Forse l'unica cosa che mi seguisse sempre.Il cancello dei vicini era aperto.Non lo era mai stato fino ad allora,cosí m'affacciai.Un ragazzino mingherlino,dall'aria del presuntuoso,stava giocando con un marchingegno,che,all'apparenza risultava piú grande delle sue stesse mani.

"Puoi entrare se vuoi."

Una voce roca interruppe i miei pensieri.Sussultando,inciampai su una pietra,facendo spalancare del tutto il cancello.Un'anziana signora era saldamente poggiata ad una sedia,con una bandana tra le mani,con cui asciugava ogni tanto la fronte.

"Mi scusi,ma forse é meglio che vada."

Rispondei spontaneamente,senza neanche aver ricevuto in tempo il consenso del cervello nel pronunciare le parole.

"Ma suvvia,piccola ragazza,entra.Non mangio mica!"

Mi tolse lo zaino dalle spalle e mi prese la mano.Le sue dita erano ricoperte da pieghe ma era davvero rassicuarante stringerle le mani.Poteva avere un'ottantina d'anni,a giudicare dai suoi capelli di un bianco acceso.

Mi indicò una sedia vicino a quella del bambino,poco piú alta.

Mi fece sedere.

"Come ti chiami?"

Mi chiese l'anziana.

"Tris."

Feci io con un fil di voce.

"Davvero?Non posso crederci.Will mostra l'incisione sul tuo giocattolino."

Disse,riferendosi al bambino.

Questo alzò lo sguardo.Portó il suo giocattolo vicino ai miei occhi,cosí da potermi far leggere.C'era una breve scritta.

'Dedicato a Tris Horan.'

Quello era il mio nome.

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