Dopo Tutto Non Era Così Male

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A quel solo pensiero le stava girando la testa, in realtà Gioia non sapeva se fosse per quel cambiamento o perché non aveva mangiato a pranzo e stava avendo un calo di zuccheri.
<<Certamente Capo>> dissero i genitori in un uniscono che probabilmente non sarebbe più capitato.
Jane si avvicinò alla scrivania prese Gioia per il polso e la tirò per farla alzare in piedi. La ragazza riuscì a divincolarsi dalla presa. Non aveva il coraggio di guardare il volto degli altri, che sicuramente osservavano lei e sua madre sicuramente sbigottiti. Era piuttosto imbarazzante che sua madre la trattasse come una bambina piccola.
<<potete andare, tutti quanti>> disse il  Capo, e poi aggiunse <<e ragazzi... Ci vediamo domani>>
Durante il tragitto per tornare a casa Gioia era furiosa, a ripensarci bene camminava velocissima e non disse una parola. Finalmente a casa la custode corse su per le scale e andò in camera sua. Fortunatamente nei tre anni passati al Timedale hig school si era fatta un amico. Un ragazzo di nome Alex, alto, moro e riccio, occhi marroni. Lo chiamò, senza pensarci due volte, ho bisogno di qualcuno che ci tene davvero a me con cui parlare di queste assurdità. Alex custodiva insieme a lei il grande segreto di cui Gioia sentiva il peso da ben 16 anni.
<<Ehi carotina! >> rispose Alex, non che Gioia avesse i capelli rossi, ma zootropolis è il loro cartone preferito.
<<ciao Alex, vieni a casa ti prego... Ho bisogno di te>>
<<arrivo. >>
La cosa più bella della loro amicizia e che appena l'uno chiede aiuto l'altro arriva subito.
Infatti dopo 10 misuti Alex era nella sua stanza a sentire le infinite domande che Gioia si tava chiedendo dopo avergli spiegato la faccenda.
<<...Ma soprattutto Alex>> continuava a dire lei <<perché i genitori non volevano farci incontrare? >>
<<non lo so, inizio a non capirci più nulla in questa faccenda carotina. Probabilmente dovresti chiedere tutto a tua madre, sono sicura che ci sarà una spiegazione. >>
<<già, sicuramente una pessima spiegazione>>
<<oh dai Gioia, devi farlo>> e per convincerla Alex le fece un attacco di solletico.
Così la nostra ragazza, ridendo, disse:
<<va bene... Ma non chiamarmi più Gioia, è strano sentirlo da te. Continua a chiamarmi cartina! >>
Alex scoppiò a ridere e diede un bacio sulla testa di Gioia talmente delicato che alla nostra ragazza sembrava di essere stata toccata da un fiore.
<<ma ora andiamo! >>
Alex spinse Gioia fuori dalla sua camera, le fece scendere le scale, e raggiunsero il salotto dove erano seduti Jane e James.
<<mamma, papà, dovrei farvi delle domande... >>
<<certo tesoro, immaginiamo... Chiedi tutto quello che vuoi è arrivato il momento di dirti tutto. >> disse Jane
E poi il padre di Gioia aggiunse:
<<accomodatevi ragazzi. >>
I genitori di Gioia, all'inizio del liceo, dopo aver conosciuto affondo il caro Alex, stranamente, avevano concesso alla figlia di rivelare il suo segreto al ragazzo. Quando Gioia glielo disse, aveva paura che Alex la prendesse per pazza, aveva paura che la loro amicizia sarebbe finita e aveva paura che avrebbe rivelato il segreto a tutti. Ma non fu così, all'inizio Alex era un po' turbato, ma poi accettò la situazione, e come avete capito, sono ancora amici. E Gioia spera che lo saranno per sempre.
Gioia stava per iniziare a parlare, quando Maryland si avvicinò e disse:
<<vado a preparare del tè, è più facile parlare davanti ad una bella tazza calda. >>
<<oh sì, grazie Maryland, e caro va a prendere il libro delle profezie>> disse la mamma.
James e la nonna tornarono insieme, lui con un grande libro rilegato in pelle che stringeva fra le braccia. Mentre l'anziana donna portava su un vassoio cinque tazze, una teiere a dello zucchero. Appoggiò il vassoio sul tavolino al centro dei presenti e iniziò a versare il tè, esso produce a un suono talmente rilassante, che Gioia si sarebbe anche potuta addormentare in quell'istante.
<<cosa ci vuoi chiedere tesoro? >> chiese James
<<beh, ho appena detto che ho tante domande da farvi, ma in realtà quella che riassume tutto è una. Perché voi, e tutti gli altri genitori avete tenuto noi custodi a distanza gli uni dagli altri? >>
Suo padre aprì lentamente il grande libro. E sua madre incominciò a parlare :
<<fin dall'antichità i custodi sono sempre stati molto unità fra loro. Proteggevano le spade, lottavano uniti e compiva o missioni uniti.>> mentre Jane parlava, ogni parola sembravacorrispondere alle immagini del libro. Poi iniziò a riflettere sulla frase appena detta, mentre sorseggiava il suo tè, e stava quasi per strozzarsi dallo shock:
<<mi state dicendo che la nonna ha sempre avuto ragione e non ha la demenza? >>
<<sì, è così al cento per cento amore>> rispose suo padre.
<<PAPÀ!!! MI HAI FATTI CREDERE PER TUTTI QUESTI HANNI CHE LA NONNA AVESSE LA DEMENZA!!!>>
Alex riuscì a trattenere per un miracolo la risata che, l'urlo di Gioia, sulla cosa meno grave, le causò.
<<Dai carotina, non è questo il problema maggiore.>>
James non perse tempo nel dire:
<<aspettate, prima che tua madre possa iniziare signorina, confessate, state insieme? >>
<<C-cosa, che... No!!! >>
<<signor Violet, non è così, la assicuro.>>
<<Ah sì? E cosa sono quei nomignoli? E cosa me lo dovrebbe assicurare? >>
<<Bhe, signore... Io... Sono gay. >>
<<Oh... Bhe mia figlia è al sicuro allora! >>
<<Oh, papà, sei pessimo! >> e scoppiarono tutti a ridere.
<<stavo dicendo... Che sedici anni fa io e le altre mamma eravamo tutte incinta, e legge mo il lipro delle profezie. Quando lo aprimmo c'era una profezia che parlava di voi. Diceva che due di voi sono destinati ad innamorarsi, ma questo amore non avrebbe necessariamente fatto del bene. Se le spade lo avrebbero riconosciuto come vero amore, sareste stati salvi, altrimenti vi annientereste, fino morire.
Così decidemmo tutti insieme, compresa l'agenzia che sarebbe stato meglio non farvi incontrare, che sarebbe stato meglio tenervi il più lontano possibile. >>
Con un tono strane e te calmo e pacifista Gioia disse:
<<ma non avete mai pensato che in questo modo ci avreste privato di vivere? >>
<<sinceramente tesoro... No. >> rispose Jane temendo che darebbe stata sgridata da in momento all'altro. Aa fine si abbracciarono tutti quanti, compresi Alex, che dopo aver cenato dai Violet andò a a casa sua. Gioia salì le scale, andò in camera sua e si addormento nel suo caldo lettuccio.
La mattina dopo sua madre la svegliò, piuttosto bruscamente, a dire il vero.
Gioia si alzò, si vestì e andò alla sua nuova "scuola" accompagnata da sua madre.
Si sarebbe aspettata pareti sudice, sedie scadenti e banchi con il tarlo, ma invece l'aula era davvero fighissima. I banchierano 4, ovviamente, ed erano raggruppati a due a due. Peter e Amber e lei era seduta accanto a William Red.
Appena si sedette accanto a lui, perché era l'unico banco libero per la cronaca, William le rivolse la parola.
<<William Red, ma puoi chiamarmi Will. >>
<<Gioia Violet. >>
Quel ragazzo era davvero carino, anzi non carino, era proprio un bono. Ma la nostra ragazza si svegliò subito dai suoi pensieri, ma prima di continuare a seguire la lezione pensò "dopo tutto non è così male".

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