Capitolo 1

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Era una giornata tranquilla a Bhrightvillaggio.

Si preannunciava essere un sabato come tanti per il rinomato avvocato Giuseppino, che già pianificava di trascorrerlo sulla sua comoda poltrona in pelle di orso, a sorseggiare un tè caldo, leggendo un buon libro e godendosi la tranquillità di quelle giornate di mezza stagione.

Ma una chiamata dal suo telefono anni Ottanta interruppe la sua calma.


Era in quei momenti che si ritrovava a desiderare che i novantacinque anni di servizio gli portassero un infarto improvviso.
Sì, novantacinque: il signor Giuseppino era molto anziano, uno dei più anziani sulla terra. I suoi colleghi e superiori gli avevano detto di prendersi la pensione, ma lui era così devoto al suo lavoro che non volette abbandonare la carriera da difensore.
Non voleva finire come quei vecchi che litigano tra loro per una partita di briscola. No: lui voleva litigare in tribunale e poi litigare con i suoi amici vecchi a briscola.
Multitasking.

Dovette rispondere alla chiamata.

Era Pieruzza, direttamente dall'ufficio scientifica, e richiedeva con urgenza al pover'uomo di consegnarle la flebo di sangue ritrovata sulla scena del delitto qualche giorno prima.

Il signor Giuseppino sapeva bene a che delitto si riferiva: quello di Umberto, un giovane ragazzo ritrovato morto in un vicolo non tanto lontano dal centro, il quale corpo era stato completamente trucidato, con violenza, e buona parte di questo si era ridotto ad una misera pozza di sangue.Attorno al cadavere vi erano molteplici impronte di mani e scarpe, che il colpevole, probabilmente in preda all'agitazione, aveva lasciato.La scientifica si era raccomandata caldamente di far raccogliere tutto il sangue possibile e analizzarlo, per poter avere anche una sola prova di più per incastrare il responsabile.

"Giuseppino? Sei ancora in linea?" Il suo flusso di pensieri fu interrotto dalla voce rauca e insopportabile di Pieruzza.

"Come?" Rispose il pover Giuseppino, che si era perso nei suoi pensieri, o forse era stato vittima per qualche secondo di un ictus; gli capitava spesso.

"Ti ho chiesto di portare le prove il prima possibile, e muoviti cazzo"
"Sì, hai ragione scusa, arrivo subito" Il povero sospirò, avrebbe dovuto dire addio al suo pomeriggio.
"Bene, e non fare tardi. Un'altra cosa, comprati una minchia di telefono portatile, che sei l'unico nel ventiduesimo secolo ad usare ancora 'sti catorci" e attaccò.

L'avvocato rimase per un attimo con la cornetta alzata: era affezionato al suo telefono; Pieruzza era fin troppo rude a volte.Ma non aveva tempo per queste sciocchezze, posò la cornetta e cercò il suo cappotto di colore marrone scuro-merda, che tanto amava.Poi afferrò le chiavi della sua auto e si recò in camera da letto, per prendere la flebo che Pieruzza aveva chiesto.Percorse le scale, ma arrivato in camera da letto, un brivido di paura e dispersione percorse tutta la sua spina dorsale; riuscì a percepirlo attraversare anche il tumore che aveva nella parte destra del collo.

La flebo era scomparsa, e la finestra era aperta...

hospital drip and love: a crime storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora