Cass fissava l'uomo con una leggera inquietudine, ma la felicità di quella serata regnava ancora sopra ogni cosa. Iniziò a parlare con calma: «Per il Cecil deve andare dritto e girare a sinistra al terzo incrocio, poi deve proseguire fino... O MIO DIO COSA STA FACENDO MI LASCI!»
Il braccio sudato dell'uomo le si era improvvisamente serrato attorno alla vita, sporcando di sudicio il suo bel vestito bianco. L'uomo la stringeva a sé con fare morboso, mentre lei si divincolava terrorizzata, poi quello la buttò a terra, tenendola ferma per i polsi. I bellissimi capelli biondi di Cass erano ora sparsi sull'asfalto sporco e caldo, la schiena le faceva malissimo per colpa della botta. La ragazza continuò ad urlare furiosa, comportandosi come una pazza, e nel mentre ingoiava le lacrime di terrore. L'uomo cercava di tenerla ferma e di zittirla.
«LASCIAMI! LASCIAMI SUBITO!»
Il cellulare, intanto, si era staccato dalle cuffiette, ed ora gridava al mondo la canzone che Cass stava ascoltando fino a poco fa.
She's a Killer Queen
Gunpowder, gelatine
Dynamite with a laser beam
Guaranteed to blow your mind
AnytimeLa ragazza sputò in faccia all'uomo. Questo imprecò nell'aria, per un attimo parve disorientato, e chiuse velocemente gli occhi, istintivamente. E in quello stesso istante, con tutte le sue forze e l'adrenalina che si era impadronita di lei, Cass gli diede un calcio in pancia, e l'uomo urlò, sbilanciandosi di lato. Approfittò di quel secondo per prendere il cellulare a poca distanza da lei, alzarsi e correre via. L'uomo era ancora steso a terra, e urlava parolacce nell'aria.
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Insatiable an appetite
Wanna try?Cass correva come non aveva mai fatto, i piedi facevano avanti e indietro così velocemente che nemmeno si distinguevano, il volto dai suoi dolci lineamenti era rigato di lacrime salate, il vestito sporco e strappato in qualche punto, e la schiena le faceva malissimo. Si riparò in un vicolo buio che in quel momento le parve il rifugio più sicuro, prese il respiro, perché si accorse di avere un forte fiatone, e, dopo aver stoppato la canzone impazzita, compose il numero della Polizia sul suo cellulare. Lo schermo aveva una grande crepa nel centro, per fortuna sembrava funzionare ancora. Dopo un po' un'operatrice dalla voce decisa le rispose: «Pronto, Polizia, mi dica l'emergenza.»
Cass iniziò a piangere forte, respirava a fatica, e in un attimo tutti i suoi confusi ricordi strariparono, inondando violentemente la cornetta del cellulare.
«UN UOMO HA CERCATO DI RAPIRMI! E' SCESO DALLA SUA MACCHINA, MI HA PRESA E BUTTATA A TERRA, HO SBATTUTO LA SCHIENA, POI SONO RIUSCITA A LIBERARMI E SONO FUGGITA, GLI HO DATO UN CALCIO IN PANCIA E GLI HO SPUTATO IN...»
Dall'altro capo l'operatrice sembrava più che calma, quasi disinteressata. La interruppe bruscamente e le domandò: «Dov'è ora?»
Cass pianse ancora di più.
«Senti, smettila di piangere e dimmi dove si trova ora l'uomo che ha cercato di rapirti.» disse l'altra con una calma terribile.
Cass le urlò: «NON LO SO! SONO SCAPPATA! NON CI HO FATTO MOLTO CASO!»
L'operatrice sembrava spazientita, sbuffò e le chiese: «E com'era fatto quest'uomo?»
Cass l'aveva visto bene in faccia, era pronta a rispondere, ma all'improvviso, come per dispetto, non seppe cosa dire. Si era dimenticata tutto. Quell'uomo ora era solo una sagoma nera e indefinita.
«Io... Io non lo so, non me lo ricordo... Lui mi ha preso e mi ha sbattuta a terra, mi sono fatta male alla schiena, poi io gli ho sputato in faccia e...»
L'operatrice sbuffò più forte, interrompendo il suo discorso, e la riprese: non era per niente dolce: «Come fai a non ricordartelo? Avevi la sua faccia lì davanti? Mi stai dicendo solo alcuni dettagli non importanti! Non possiamo rintracciare un uomo solo sapendo che ti ha sbattuta a terra!»
Dall'altro capo del telefono Cass era sempre più indignata: a nessuno importava il fatto che la schiena le faceva malissimo? Perché non veniva ascoltata?
«Almeno ti ricordi che macchina aveva? È questo un particolare importante!»
«Una Punto nera...» disse Cass, ma poi ci ripensò, «Oppure era una Ford...»
Ancora una volta l'operatrice sbuffò e si arrabbiò al telefono. Cass stava esplodendo, non reggeva più nulla. Un uomo aveva cercato di rapirla e la Polizia la trattava così malamente? Che rabbia! In quell'attimo di furia urlò e scagliò istintivamente il cellulare a terra. Le parole dell'operatrice le giungevano ormai a scatti, ma rimanevano sempre così spregevoli e disinteressate nei suoi confronti: « MA COME – NON RICORDARTI NULLA – PROPRIO SCIOCCA – TI RIC – DETTAGLI MENO – NON MI INTERESSA – SBATTUTA A -»
Cass non riusciva più ad ascoltare quei discorsi orribili, così si avvicinò al cellulare, che ora aveva crepe da tutte le parti, e cominciò a pestarlo con tutta la sua forza, urlando rabbiosa, finché la spregevole voce non si zittì per sempre.
Per pochi secondi il silenzio più assoluto regnò, tutto si acquietò, la calma parve tornare, tutto era finito, ma improvvisamente una Punto nera sfrecciò veloce per la strada principale, e Cass, ricordandosi dell'auto e dell'uomo, trasalì terrorizzata. Si diresse verso un bidone e ci si nascose dietro, tremante da capo a piedi, con la testa tra le ginocchia, e rimase lì a piangere in quella posizione miserabile per una decina di minuti. Ad un certo punto decise guardò l'orologio: segnava l'una di notte. Lei era stanchissima, voleva solo tornare a casa a piangere e dormire, abbracciata dai suoi genitori, sotto la calda coperta della nonna. I ricordi belli di quella serata con Ginn ed Ethan sembravano ora così distanti, non avevano più importanza, erano finiti nel fango. La ragazzina si alzò dal suo buco di terra: i capelli erano tutti spettinati, il mascara le aveva sporcato le guance di nero, il corpo tremava. Nell'insieme si vedeva una figura disperata. Prese il respiro e si fece coraggio: doveva tornare a casa! Doveva tornare a casa!
Si affacciò impaurita dal vicolo per vedere se c'era ancora l'automobile, ma la strada davanti a lei era deserta. Così, velocemente, per arrivare il prima possibile a casa, prese a camminare preoccupata per le strade buie.
Una foglia si mosse davanti a lei, trasportata dal vento, e Cass lanciò un urlo impaurito. Ogni piccolo rumore ora la terrorizzava, e ogni volta che in lontananza vedeva un'automobile correva a nascondersi. Questo andò avanti per molti isolati. Poi cominciò a pensare alla sua famiglia, per calmarsi, e già cercava di figurarsi il the bollente dentro la tazza con i gatti nelle sue mani fredde e tremanti, e con sua madre accanto che l'abbracciava, per dirle: «E' tutto finito, stai tranquilla, è tutto finito...»
Si calmò un poco: ancora due isolati e quei pensieri sarebbero davvero diventati realtà.
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Non scordatevi di me!
Mystery / ThrillerCass è una ragazza graziosa e ingenua che ama la sua vita, la sua famiglia e i suoi amici. Ma presto si ritrova a vivere un'esperienza orribile: un rapimento. Trascinata con violenza negli abissi della società, qualcuno sarà disposto a ricordarla?