Venerdì pomeriggio: la casa editrice é affollatissima, masse umane intasano le piccole scale. Ieri l'Italia ha vinto contro ogni pronostico, sono tutti su di giri e come se non bastasse il mio capo é fuori di sé perché vuole avere più letture dei giornali rivali. Intanto io alla mia scrivania svolgo tranquilla le mie solite mansioni, revisiono articoli prima della pubblicazione e butto giù qualche idea per i prossimi. Ad un certo punto sento la voce isterica di Enrico chiamarmi. Enrico Santoni é il mio capo, ha dei folti baffi poco curati, dei ricci più lunatici di lui, una camicia costantemente sporca, un sigaro alla cannella sempre acceso e il cognome meno appropriato che potessero dargli.
"Si?" Dico io entrando nel suo disordinatissimo studio.
"Allora....senti, ho un incarico per te, la tua prima intervista..." Bisbiglia senza distogliere gli occhi da alcune carte sulla sua scrivania
"Ah! Bene!!!" Rispondo felicissima, é dal primo giorno che ho messo piede qui che sogno questo momento.
"Chi verrà con me?"
"Con te?!!" Dice ridendo, lo guardo interrogativa. Di solito mandano sempre qualcuno almeno le prime volte per aiutare i più inesperti.
"Senti tesoruccio, ieri l'Italia ha vinto! C'è stata una manifestazione con morti e feriti a Torino, ed é arrivato un altro barcone in Sicilia e tu pensi che io abbia persone libere per farti da badanti?!!". La sua solita delicatezza.
"Ah...chi devo intervistare? Chi mi da qualche dritta sulle domande?"
"Ti dirà tutto Valerio chiedi a lui."
Me ne vado senza salutare, prima di tutto perché sto pensando all'intervista e secondo perché a lui non importa assolutamente nulla che io lo saluti o meno.
Vado alla scrivania del povero Valerio, tutti gli incarichi più spocchiosi vanno a lui.
''Ehi, ciao, sono Viki, scusa se disturbo ma devo preparare un'intervista e Enrico mi ha detto di rivolgermi a te"
Mi squadra, poi esclama "Quel pezzo di merda, come se non avessi già abbastanza lavoro!!!" In effetti la sua scrivania é stracolma di fascicoli, schede, carte e chi più ne ha più ne metta!
'Lo so, scusa..." Non mi fa finire la frase che dice "Ma ti pare?! Se quello affibbia tutto a me mica é colpa tua!!! É semplicemente un.... Ok, non importa, comunque, chi devi intervistare?"
"Non ne ho idea, mi ha detto di chiedere a te" dico un tantino a disagio.
"Perfetto! Tu sei?"
"Viki Termi"
"Bene, scusa ma dovrai cercare il tuo fascicolo in autonomia, devo correre da Alessandro per un progetto"
"Oh, ok, non c'è problema, mi arrangio".
Dopo un intensa ricerca trovo il mio fascicolo: si tratta di un ragazzo di ventisette anni che possiede un azienda e un grande spirito imprenditoriale e bla, bla, bla. In pratica é pieno di soldi e io devo chiedergli come ha fatto.