- Puttana svegliati - disse la mia migliore amica.
- che fai qua a casa mia - dissi svegliandomi di scatto.
- tua madre mi ha aperto il portone - disse ridendo.
- adesso è andata a lavoro, mi ha detto di dirtelo - disse lanciando la sua borsa sul mio letto.
- vabbé comunque..- disse prendendo fiato
- MIO FRATELLO ED IO IERI AL RISTORANTE ABBIAMO INCONTRATO IL MISTER DEL PSG!! - disse urlando.
Rimasi a bocca aperta.
- e gli ho parlato di te e gli ho fatto vedere alcuni tuoi video mentre ti alleni - mi disse facendomi sobbalzare in piedi.
- mi ha chiesto di lasciargli il tuo numero da passare all'allenatore del PSG femminile per farti fare un provino - io ormai piangevo a dirotto.
La abbracciai e mi accarezzò la testa.
Jessica era la mia migliore amica da quando arrivai qui in Francia, a Parigi. È una modella marocchina ed è molto ricca, vive qui a Parigi da 3 anni, come me. Ci siamo conosciute quando siamo rimaste bloccate in un ascensore di un ristorante di lusso, e da lì siamo inseparabili, dato che siamo rimaste bloccate 6 ore.
- panino alla camioncino vicino al parco? - mi chiese facendomi l'occhiolino.
- che caduta di stile amica mia - le dissi prendendola in giro.
- dai tanto piacciono pure a te - disse mettendo le braccia conserte.
- va bene, vado a prepararmi - dissi andando in bagno.
Erano già le 12.56 quando mi sono svegliata e non ho fatto colazione.
Io mi ero messa un vestitino Giallo, con delle scarpe alla schiava d'orate mentre Jessica aveva dei tacchi neri non molto alti e un tutone lungo metà rosa e metà bianco.
Andammo alla roulotte e prendemmo i nostri panini, ci sedemmo su una panchina nel parco e incominciamo a mangiare .
- ma tu ci credi che se ti prendono nel PSG femminile, farai anche degli incontri con quei fighi del PSG maschile? - disse mangiando le sue patatine.
Sputai la coca cola dal naso per terra e Jess incominciò a ridere.
- cosa? Non lo sapevi? - mi chiese ridendo.
Negai con la testa continuando a ridere.
Mi squillò il telefono e risposi immediatamente, mettendo in vivavoce.
- salve, lei è Chiara Di Maria?
- si, con chi parlo?
- Sono l'allenatrice del Paris Saint Germain femminile, mi è stato dato il suo numero per contattarla e per farle fare un provino per farla entrare nella squadra, avevo pensato domani mattina alle 10.30, non so, per lei andrebbe bene? - mi disse una voce femminile al telefono.
Alzai lo sguardo verso Jessica che mi sorrideva mentre ascoltava attenta la conversazione.
- si per me va benissimo. - dissi con un sorriso a 50 denti.
- perfetto, allora ci vediamo domani a Parc de Prince, arrivederci e buona giornata -
- altrettanto - dissi prima di chiudere la chiamata.
Io e Jess ci guardammo negli occhi ed incominciammo ad urlare di gioia e tutti i presenti ci guardarono.
Incominciai a saltare di qua e di là felice e corsi da Jessica ad abbracciarla.
- Jess grazie mille, sei troppo speciale e non riuscirei mai a spiegare il bene che ti voglio - dissi con le lacrime di gioia che attraversavano il mio viso.
- dai su non fare tanto la premurosa che tra 5 minuti ricomincierai a insultarmi. - disse ridendo.
Risi e mi staccai dall'abbraccio.
- dobbiamo andare a comprare una tuta nuova per domani - mi disse Jess spostandosi i capelli da davanti agli occhi.
Annuì e ci recammo nel negozio della Nike, dove trovai subito la tuta prescelta:
Andammo a casa mia e trovammo mia madre alla porta.
- ciao belle! Jess da quanto tempo! - disse mia madre abbracciando la ragazza.
Veci vedere a mia madre il mio acquisto e andammo in camera mia per far vedere a Jess le mie nuove scarpe.
- Chià comunque devo dirti una cosa, ma per favore non arrabbiarti - disse Jess abbassando lo sguardo.
Mi sedetti vicino a lei e la incitai a parlare.
- ieri, non ero con mio fratello al ristorante, ma con un ragazzo che conosco da qualche settimana... - disse torturadosi le mani.
- ah ok - dissi mentre mettevo le scarpe nella scarpiera.
Jessica mi guardò confusa e risi.
- Secondo te potevo arrabbiarmi per sta cosa? Jess ognuno ha la sua privacy e non ci si può arrabbiare perché tu hai voluto mantenerla, e poi, dopo oggi, potrei mai arrabbiarmi con te? - disse chiudendo la scarpiera e sistemando la tuta nel cassetto.
- posso sapere il nome? - chiesi sorridendo.
- È italiano come te e si chiama Marco, Marco Verratti, non so se lo conosci, lui gioca nel PSG - disse imbarazzata.
- ed è stato lui a chiedere al mister quella cosa - disse sfilandosi gli anelli e risfilandosi.
Rimasi a bocca aperta e incomimciammo a parlare di questo fatto.
Il pomeriggio con lei passò in fretta e se ne andò verso le 19.40.
Cenai e mi misi a dormire, per evitare vari ritardi domani mattina.
#LEGGIPERFAVORE
HEYY CIAOO, HO DECISO DI CREARE QUESTA STORIA PERCHÉ IN QUESTO PERIODO HO UNA FISSA PER MBAPPÉ E PERCHÉ CI SONO POCHE FANFICTION SU DI LUI.
SO CHE VI AVEVO PROMESSO UNA SECODA PARTE DELLA STORIA DI NANNO, NON VI PREOCCUPATE, È NELLE BOZZE E STO PENSANDO ANCHE A QUELLA.