[due]

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Cris rimase li, in silenzio, a guardare l'angolo della strada che aveva appena passato Andrea. Erano mesi ormai che non faceva altro che guardarlo da lontano, e adesso, era venuto addirittura a parlarle.

Non se lo aspettava. Davvero, non ci avrebbe mai creduto. Andò verso la fermata del bus e si sedette ad aspettare. Non vedeva l'ora fosse il giorno dopo, non vede l'ora di poterlo rivedere solo per capire cosa sarebbe successo. Era troppo curiosa.

Arrivò il bus e salì. Vicino a lei erano seduti gli amici di Andrea, che discutevano su una festa. Poi un ragazzo esordì, "Ci sta che Andrea porti con se Vanessa."

Cris aggrottò la fronte. Vanessa? E chi è questa Vanessa?. Lo aveva già intuito. Probabilmente era la sua ragazza. Ma, Andrea aveva una ragazza? Non era possibile, il tentativo di farsi vedere da lui poteva letteralmente andare a fanculo se di mezzo c'era una ragazza. E allora perchè è venuto a parlare da me? Perchè si è presentato? Perchè?

Cris si stava facendo mille domande. Scese dal bus, e lentamente con lo sguardo fisso a terra, si diresse verso casa. Prese le chiavi e aprì il portone, salì i gradini e trovò sua madre sulla porta che la aspettava.
"Ho sentito aprirsi il portone, ero certa che eri te." le disse la madre sorridendo.
Cris riemerse dai suoi pensieri con aria interrogativa e sorrise.

Nel pomeriggio.

Prese la borsa nera e uscì di casa salutando la madre. Scese gli scalini, aprì il portone e finalmente si sentì libera. Doveva incontrarsi con Alice. Si diresse verso la piazza dove avevano fissato.

La vide da lontano seduta sulla panchina. Si avvicinò e le saltò addosso.
"Hey! Mi uccidi così." disse Cris prendendola in collo.
"Come stai dopo oggi Cris?" le chiese Alice con aria ceramente intereasata.
"Beh, per ora tutto okay.." rispose Cris con gli occhi persi dietro Alice.

Camminarono sotto ai portici del centro soffermandosi alle vetrine. Faceva caldo per essere novembre. Il sole era alto e riscaldava l'asfalto nero.

Da lontano vide avvicinarsi un gruppo di ragazzi, camminavano lenti, con le mani in tasca. Più si avvicinavano più riusciva a capire chi erano.

Il fiato gli si fermò in petto. Sbarrò fli occhi e si accorse che era Andrea.
Ma la cosa che la lasciò senza parole era che teneva per mano una ragazza, Vanessa forse.

Cris ci rimase male, anche se non aveva mai avuto neanche una minima relazione con lui, si sentiva tradita. Si avvicinò, Alice guardò Cris quasi con aria tremendamente dispiaciuta; sapeva quanto ci teneva.

Lui ormai era savanti a Cris, che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua mano incrociata a quella di quella ragazza, così bella. Alta, con un fisico da far invidia, capelli lunghi e biondi e occhi chiari. Era una Barbie, la sua.

Lui la riconobbe. Le sorrise, di nuovo. Uno di quei sorrisi che ti fanno tremare se non stai attenta.

Rispose al sorriso ricambiandolo e poi passò. Ormai era dietro di lei. Si voltò, lui era ormai lontano ma si voltò a sua volta e le lanciò uno sgardo che la pietrificò.

'Come fa a essere così bello porca troia?' pensò Cris.

"Cris! Riprenditi!" gridò Alice nell'orecchio di Cris.
Cris si voltò e la squadrò.
"Cazzo, m'ha sorriso." furono le uniche parole che Cris riuscì a dire.

Non se lo spiegava. Come mai voleva sapere il mio nome? Come mai m'ha sorriso? Era gelosa. Sì, di quella ragazza, Vanessa. Lei poteva tenerlo per mano, poteva stringerlo. E Cris? Lei non poteva nulla con lui. Assolutamente nulla.

Continuarono a camminare fino a che non giunse l'ora di tornare a casa. Le due ragazze si salutarono e Cris salì sul bus. Si mise a sedere e iniziò ad ascoltare un po' di musica. Si stava quasi addormentando, era stanca e aveva deciso di prendere il bus nonostante la poca distanza che intercorreva tra il centro e casa sua.

Aveva lo sguardo perso verso la porta principale, quando, il respiro le si bloccò di nuovo. 'Non ancora. Ti prego.' pensò Cris. Si mise a sedere composta sul seggiolino senza riuscire a sistogliere losguardo da lui.
Lui la notò e le si avvicinò sorridendo. Cris era paralizzata.
"Hey, Cris." disse lui, con quella sua voce.
"Hey..." rispose Cris un po' interdetta. Deglutì, aveva paura di fare una brutta figura. 'È tutto okay Cris, è tutto okay.' si ripeteva in mente.
"Mh, tutto okay? Ti vedo..preoccupata." le chiese lui con aria particolarmente interessata. In quel momento gli ricordò Alice.
Respirò lentamente e rispose.
"Sisi, tutto okay." non voleva fare un passo falso. Sorrise, o almeno, ci provò.
"Senti, stasera, ci sei alla festa?" chiese lui guardando a terra, quasi si vergognasse.
Cris sbiancò. Respirò lentamente. Si sentiva sotto esame.
"Quale festa?" rispose lei, cercando di sembrare calma. Ma non lo era. Si stava tartassanso le mani stringendole e tirandole.
"Quella della scuola! È in palestra." rispose lui con entusiasmo.
Cris ci pensò, sarebbe potuta andarci, quale era il problema?
"Mh, ci sta, molto probabilmente." rispose lei cercando di abbozzare un sorriso.
Lui rispose sorridendo.
"È la mia fermata." disse lei.
"Allora, a stasera...Cris." disse lui quasi sottovoce, sorridendo in maniera tale che Cris sentì un brivido lungo la schiena.

Fino ai lividi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora