Una Indomabile Passione - Thomas

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"Chi si nasconde nella tenerezza non conosce il fuoco della passione."

Alda Merini.



La prima volta che l'ho vista mi hanno colpito i suoi occhi tristi e velati di paura. Vedermela poi accanto, con le sue congetture e con quel ridicolo timore di essere troppo per lei. Lei che ritiene di non potermi soddisfare... che gran cazzata, o almeno, ora so che è una grandissima menzogna.

Rebecca è l'unica che mi fa sorridere dopo aver fatto l'amore, anche se non so se quello che facciamo siano momenti d'amore o scopate focose.

Lei è l'unica che me lo fa venire duro alla sola idea di averla accanto o quando mi rivolge la parola, quando mi guarda, quando si sottomette perché sa che mi piace, quando fa di tutto per soddisfarmi o quando gliene do così tante e in modo così crudo che pensavo potesse scappare. E invece non l'ha mai fatto.

Lei è la sola con cui anelo sperimentare altro, oltre la dominazione, perché sì, questa è una piccola fetta della mia torta, perché ho molte altre perversioni che vorrei che vedesse. Forse potrebbe fuggire, o forse no, ma se dovessi quietare e ammorbidire i miei modi, lo farò. Prima però, desidero che lei mi conosca per quello che sono; non solo come un dominatore assetato con l'obiettivo di farle bruciare il culo ogni santa volta che stiamo insieme. Anche se sarà difficile, posso tentare. Anche se sarà complicato, posso trovare una soluzione e un compromesso. O più di uno.

La relazione si vive in due e non posso, almeno non più, pensare solo a me stesso; a come doverla castigare ogni volta che si infuria. Magari qualche frecciatina non sarebbe poi male, potrebbe movimentare, non che non lo sia già, la nostra relazione.

Quel che so è che lei è tutto per me. È la mia vita e immaginarla con un altro, o perderla per aver commesso una stronzata colossale o cambiare il modo in cui mi guarda, non è fattibile. Quindi, se devo, e lo so che dovrei, smussare i miei atteggiamenti rudi e troppo severi, lo farò.

«Tu non vai più da nessuna parte, è chiaro?»

Lei annuisce mugugnando.

Dolcemente le divarico le cosce e mi accomodo nell'unico posto in cui voglio essere da quando l'ho incontrata. Le sue mani accarezzano le spalle e tirano i capelli. Le nostre lingue si incontrano e scontrano in una lotta e un bisogno, come se non fossi stato dentro di lei fino a poco prima. Con un braccio mi sostengo per non pesarle mentre la mano libera palpa, forte e possessiva, il suo seno.

Il mio seno. I miei capezzoli.

Con le dita trastullo un capezzolo e la bocca copre l'altro succhiando bramoso, i denti afferrano il sassolino eretto per me. E stringendolo, le causo un dolore iniziale che si trasforma in un crescente e inevitabile piacere. Diventa burro sotto le mie mani, e questo mi rende impaziente di assaggiare ogni centimetro del suo corpo e ogni minuto che passa, tutti i santi giorni.

I nostri bacini iniziano a strusciarsi l'uno contro l'altro con l'intento di calmare l'eccitazione mentre sembra che avvenga l'esatto opposto. Ci eccitiamo di più. L'odore del suo sesso penetra dentro le narici, gli umori colano e impregnano il mio sesso duro, turgido e con le vene in evidenza.

Aggancia le sue gambe alla mia vita per avere un contatto maggiore ed entrambi non possiamo fare a meno di gemere per il nostro piacere, senza preoccuparci che qualcuno possa udire.

Ormai si è capito che cosa state facendo...

Anzi, il fatto che qualcuno possa sentirci, mi eccita a tal punto che con impeto e in un solo colpo, la penetro.

Lei, priva di fiato per la spinta inaspettata inarca la schiena, la sua testa si reclina all'indietro, la bocca è aperta dallo stupore per l'intrusione e per il godimento istantaneo. Ho i suoi seni a mia disposizione e in bella vista e così, famelico, mi ci butto. Li tiro con i denti stringendo tanto da farla tremare e urlare. Dolore misto al piacere. Subito solleva il bacino per permettermi di entrare più in profondità. Le sue mani tirano furiosamente i miei capelli e, talmente eccitato e col cazzo ormai di marmo, in modo impetuoso mi insinuo dentro la sua intimità. I gemiti diventano grida soffocate e gradite. Ad ogni affondo, dal suo urlo, lei invoca il mio nome come un invito a continuare, che di certo non le nego. È talmente bollente che arroventa ogni mia facoltà mentale. I miei grugniti si sentono quanto i suoi gemiti di apprezzamento. E quando reclama di volermi sentire mugugnare più forte, capisco che le piace questo mio modo di essere e faccio veramente fatica a trattenermi. Non voglio che tutto finisca troppo presto e così esco da lei per dedicarmi al suo piacere, senza darle il motivo di ragionare, al suo roseo fiore che con fervore mi gusto.

«Non privarmi mai più di succhiare il tuo miele. Mi hai capito?» Lei, in preda all'orgasmo, non mi dà retta perciò per un momento smetto e lei emette un lamento.

«Non ti priverò di niente. Ora succhiamela o scopami!» tuona in preda al desiderio e alla negazione dell'orgasmo.

«Farò entrambi.» pronuncio sopra il suo clitoride. Apprezzando la mia affermazione, geme e infila le mani tra i miei capelli. Ghigno per la sua resa e mi tuffo sulla sua gonfia intimità tanto buona e succosa quanto dipendente e peccaminosa.

La lingua la lecca come il gelato più prelibato che abbia mai assaggiato. Guizza in tutta l'entrata della vagina in modo lento e maniacale e, poi, si sofferma sul clitoride. La mia bambina disperata, comincia a pregarmi.

Voglio che l'orgasmo sia talmente intenso da non sapere più dove si trova né come si chiama. Continuo a succhiarla senza perdere il ritmo e intensifico man mano quella sensazione.

Le dita si addentrano nell'intimità bollente, vergognosamente lucida e grondante e, a queste due se ne aggiungono altre due sul buchetto, che prima ho invaso con violenza.

Lei apprezza anche quell'intrusione e va incontro alle mie dita, divarica maggiormente le gambe, scoprendo del tutto il fulcro. So che è vicina. Aumento la velocità finendo con la mano completamente bagnata dei suoi umori e, incapace di resistere, mi fermo e mi struscio sul materasso per darmi un po' di sollievo. Devo farla venire e possederla in tutte le posizioni possibili in modo tale che abbia male dappertutto, però questa volta non per le punizioni ma per averla scopata talmente tante volte che, anche se il corpo ne è sazio, lei non lo sarà mai, e diventerà dipendente da me e dal mio pene e non andrà a cercare altro. Non glielo permetterò neanche se me lo chiedesse!

Il rumore al contatto della mia mano con la sua viscosa intimità la fa tremare con l'ondata di orgasmo che le sto per dare.

«Trattienilo!» le impedisco di arrivare. Contrae i muscoli del sedere, delle cosce e trattiene il respiro e so che sta per perdere la cognizione del tempo e dello spazio.

«Aspetta ancora.» tuono succhiando con forza il suo clitoride.

Esausta, lascia andare i muscoli e prende una boccata d'aria «Ti prego!» mi supplica. Non è il momento, così non le rispondo. Remissiva torna a contrarsi e a trattenere il respiro. Dopo pochi istanti i suoi muscoli cominciano ad avere altri spasmi e, finalmente, le dò la possibilità di venire.

Urla la parola che mi fa tendere ogni muscolo del corpo e rizzare i peli «Padrone!»

Schizza, tuttavia non fermo il gesto per prolungare l'orgasmo e poi, impaziente di aspettare, entro in lei con poca gentilezza.

Inizio a scoparla sul serio, a tirarle i capelli, a succhiarle il collo marcando il mio "territorio" e a grugnire parole sconce dentro al suo orecchio. Trema ancora e ruggisco «Sì, sono il tuo padrone, il tuo amante, il tuo fidanzato e l'unico che dovrai guardare in tutta la tua fottutissima vita, hai capito Rebecca?»

Lei mi bacia con passione unendo le nostre bocche, le lingue e, con ardore, mi abbraccia. «Tutto quello che vuoi, amore.» "Tutto quello che vuoi, amore." ripeto nella mia testa.

Accelero le stoccate entrando e uscendo sbattendo i testicoli sulla sua fica. Mi inclino in modo tale da riuscire ad arrivare a stimolare il suo punto G, mentre urla il mio nome e io con lei, uscendo appena in tempo. Credo.

«Ti amo, piccola.» sussurro sulle sue labbra.

«Ti amo, animale.» e scoppio a ridere.

Grazie mamma, avevi ragione. Non c'è modo migliore per vivere la vita. Amare.

E io la amo perdutamente.

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