- Con piacere. -
Dopo che disse questo io tornai in me e mi alzai per correre a prendere la mia spada, caduta lontano. L'avevo quasi presa quando la sua si conficcò proprio sul filo della mia... spaccandola.
"No!" Era come se avessero ucciso una parte di me, e l'altra fosse già pronta a seguirla.
Invece scappai e mi rifugiai nel bosco. Corsi avanti finché non trovai un albero dalle radici abbastanza grandi da potermici nascondere dentro, e a quel punto sentivo già il sapore della bile sulla lingua e la gola gonfia. In più le ferite facevano male. Avevano smesso di sanguinare ma si erano lasciate la scia per un bel po' di strada.
Attesi fino alla notte e avevo visto le gambe di Hyoga passare davanti al buco nelle radici due volte. Dubitavo che non avesse neanche sospettato che potessi essere nascosta lì, quindi: o voleva giocare, aspettare che io uscissi per ammazzarmi di sorpresa, o non voeva uccidermi davvero.
Tesi le orecchie e non sentii nulla, nessun suono. Così decisi di uscire, tutto bene. Corsi silenziosa verso la radura dove mi ero scontrata con Chione per riprendere la mia spada, ma quando arrivai sulla neve c'era l'impronta e un biglietto.
Tesoro mio,
Se tieni tanto alla tua arma dovrai solamente passare una notte nella nostra casa e se sarò così buono da non ammazzarti subito te la lascerò. Altrimenti mi basterà aspettare di ritrovare il tuo corpo morto per gli spasmi. Lo senti tornare vero? Tic, tac... Tic, tac.
"Che faccio?"
Vai... quell'arma è importante. E il fatto che ti abbia scritto un biglietto significa che pensa a te, ci tiene.
"Certo che pensa a me, deve uccidermi. E poi tu che ne sai?"
Anche io sono stata innamorata sai!? Chris Rodrigez ti dice qualcosa?
"Chris non era un pazzo... Cioè sì... ma era curabile!"
Decisi che avrei fatto meglio a introdurmi, riprendere la spada rotta e andarmene... magari Efesto poteva ripararla.
Visto che c'era solo l'entrata principale e la finestra della camera di Hyoga decisi di entrare proprio dalla finestra. Diedi un'occhiata dentro e lui non c'era, anche se il letto era sfatto, quindi entrai.
Silenzio. Non ricordavo che il pavimento fosse così tiepido, era fatto di ghiaccio. Mi avvicinai al letto e accarezzai le tende del baldacchino bianche e soffici. Era la prima volta che vedevo la sua camera. Era più spoglia della mia... oltre il letto a baldacchino c'era una scrivania e una sedia... basta.
Pensai a dove poteva mettere la mia spada Hyoga... di sicuro in un posto dove solamente lui avrebbe potuto portarmi. Quindi probabilmente proprio camera sua.
Mi avvicinai alla scrivania e aprii lentamente il cassetto... solo fogli, lettere e un ciondolo. Lo presi in mano... era una targa, ma con la scarsa luce non riuscivo a leggere cosa era inciso.
Un rumore.
Mi voltai di scatto e lo vidi. Era sempre stato lì, in un angolo... Hyoga.
Fece un passo verso di me. - Le spade rotte sono rumorose... - sussurrò stufo. - Cercavi questa? - chiese lanciando a terra i due pezzi della spada, che guardai con disperazione e riafferrai.
Ma lui mi spinse verso il muro con una mano stretta al mio collo. Ansimai, poi mi baciò con passione e dolcezza e scuse, tante scuse.
- Non avrai davvero creduto che volessi ucciderti... - sussurrò. - Che volessi allearmi con quella pazza isterica di mia madre... -