se solo non fossi nato... -prologo

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che senso ha la vita? cioè è semplicemente un conto alla rovescia per la morte, quindi che senso ha? da anni keiji cercava una risposta a quella domanda per non finire in rovina, ma quando capi che non aveva una risposta decise che avrebbe trovato un senso alla sua vita. fino a quando all'età di 11 anni sua madre cercò di ucciderlo dopo un attacco d'ira, da quel momento capì che non esisteva quel senso che tanto cercava, era solo un bambino a cui piaceva sognare ed era diventato un adolescente con una gran voglia di morire e lasciare tutto in sospeso. e allora cosa lo teneva in vita? assolutamente niente, per questo un giorno, precisamente il giorno del suo diciassettesimo compleanno, decise di provare a sperimentare la morte per non tornare più indietro. era stufo di sua madre, della scuola, delle persone e della sua vita, odiava tutto e tutti e non provava nient'altro che rabbia sia verso se stesso che verso il mondo. non aveva niente da perdere, quindi perchè no? non voleva morire in quella casa piena di ricordi legati alla sua famiglia, a suo padre e a sua madre... voleva morire in un posto lontano da loro, dove non avrebbero potuto trovarlo facilmente, o almeno non subito, così decise di andare in un palazzo abbandonato.

"se solo non fossi nato..." sussurrò keiji prima di mettersi in piedi sul cornicione del palazzo, "direi che non avresti mai provato ad ucciderti, penso" disse un ragazzo poco distante da lui che lo fissava tranquillamente. "se solo non fossi nato... avrei risparmiato dolore inutile" disse akaashi senza curarsi troppo di chi avesse parlato... "e allora perchè non lo fai?" rispose sempre quella voce forse un po' troppo acuta, rimase sbigottito e decise di girarsi verso la fonte della voce, vedendo una figura alta e muscolosa, con capelli bianchi e neri sparati in aria e occhioni che assomigliavano a quelli di un gufo, a spiccare erano le sue marcate occhiaie che rovinavano chiaramente il suo bel viso.
"stavo per farlo se non mi avessi interrotto, ora per favore vattene"
"cosa? sono anche io qui per lo stesso motivo" rispose lo strano ragazzo per poi avere gli occhi del moro puntati addosso "potremmo farlo insieme", akaashi non capiva, perché gli stava chiedendo questo? una cosa bella del suicidio non era prendersi gli ultimi momenti per riflettere sulla propria vita? allora perché voleva farlo insieme? ma a pensarci bene di cosa doveva riflettere? la sua vita era una completa merda che non voleva ricordare, quindi andava bene così. "va bene" si giro nuovamente sentendo un qualcosa afferrargli la mano, un qualcosa di delicato e dolce che lo fece rabbrividire, per poi sentire la stretta più salda. dopo pochi secondi si ritrovo sul terrazzo del palazzo sopra al ragazzo di prima, gli stava tenendo forte la mano e quando si rese conto di non essere morto inizio a dimenarsi, senza successo. "mi hai mentito!" "si, io sono bokuto koutarou. tu chi sei?".
"cosa?! vuoi ignorare ciò che è appena successo? voglio morire, lasciami in pace" keiji lo voleva davvero, se non fosse per la stretta da parte dell'altro ragazzo, non intenzionato a lasciarlo. "dai, dimmi il tuo nome, capisco ciò che provi perché ho tentato anche io di finirla. ma sai, prima o poi saremmo felici, ora non lo sono neanche io e questo si può notare dalle occhiaie o dai vestiti sporchi, già... ma non è questo l'importante, avrai anche una vita di merda però non sarebbe come perdere così? fai vincere il mondo che è una merda, non sarebbe meglio vincere?". queste parole fecero riflettere keiji per un paio di minuti, per poi rispondere con il suo nome e aggiungere "non sarò mai felice, bokuto, non capisco quale sia lo scopo della vita". "niente è lo scopo, non c'è, semplicemente si vive e si vince o si perde, io odio perdere" rispose koutarou leggermente divertito, per poi alzarsi fidandosi anche troppo del ragazzo e lasciandolo, per poi porgergli la mano per alzarsi. la tocco di nuovo... akaashi tocco di nuovo quelle morbide e calde mani, al contrario suo sembrava avere costantemente caldo, chissà perché, lui invece è sempre stato un tipo freddo sia fuori che dentro, uno di quelli con le mani sempre fredde.

"allora, andiamo a fare un giro?" chiese bokuto lasciando con calma la mano dell'altro ragazzo che era appena poco arrossito, anche se solo l'altro pote notarlo. "non lo so, non mi piace niente" disse freddo akaashi e in risposta il bicolore prese di nuovo la sua mano e lo trascino via finché dopo qualche minuto non arrivarono al mare, avevano la fortuna di abitare a pochi passi da lì.

"perché qui?".

"amo il mare, di solito ci vengo da solo perché mi calma e me lo voglio godere solo io, ma oggi ho sentito la necessità di portarti qui, forse perché condividiamo lo stesso dolore... sai, i miei mi hanno abbandonato e vivo con mio nonno" sorrise tristemente senza guardare in faccia akaashi
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ehi ehi ehi, questo è il prologo della mia nuova storia, vabba più che prologo è un capitolo però mi serve il titolo così

se solo non ti avessi incontrato... -bokuakaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora