Second

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Quella mattina legai i miei capelli in una treccia, prima di indossare la divisa del Royalty. Era semplice, consisteva in una maglietta bianca con il logo della catena, e, per le donne in una scomoda gonna blu, mentre per gli uomini in un paio di bermuda dello stesso colore.

«Oggi dobbiamo sostituire Louis in piscina.» Esordì Grace, mentre terminava di contornare i suoi occhi con il nero scuro della matita.

«Entrambe?» Le domandai, anche se non era la prima volta che lo facevamo.

«Sì, ho chiesto a Zayn di spostare il suo turno, così potevamo stare insieme.» Si giustificò, e io le sorrisi. Era bello poter passare del tempo insieme, e non essendo un tipo piuttosto socievole, ero fortunata ad avere lei che mi spronasse, anche se quel lavoro mi aveva aiutata già molto.

Uscimmo insieme dagli spogliatoi, e timbrammo i nostri cartellini prima di raggiungere l'area esterna.

«Amy.» Sussurrò Grace, dandomi dei leggeri colpetti con il gomito, cercando di attirare la mia attenzione.

«Cosa c'è?» Chiesi, ma bastò sollevare lo sguardo perchè capissi cosa intendesse.

Il ragazzo del giorno prima, stava oltrepassando l'entrata proprio in quell'esatto momento, circondato dall'aura che sembrava non volerlo abbandonare mai.

Indossava lo stesso paia di occhiali da sole, ma era vestito in modo diverso. La maggior parte delle sue gambe era scoperte, rivelando i muscoli che si contraevano ad ogni movimento, mentre camminava. Indossava un costume bianco, che contrastava con il colore più scuro della sua pelle, e una semplice maglietta nera che gli fasciava il torace. Un telo era poggiato sulle sue spalle, e gli stivali erano stati sostituiti da un paio di flip flops.

Mi meravigliai del modo in cui non riuscivo a smettere di guardarlo, per la seconda volta.

Ma ciò che mi colpì, fu il libro che teneva tra le sue mani, e la disinvoltura con cui riusciva a trascurare ogni sguardo che si posava su di lui, quando percorreva il bordo piscina per trovare la sua postazione, segnata dal numero che gli avevo riferito.

Quando lo raggiunse, poggiò il suo libro insieme al telo sul lettino, e soltanto nel momento in cui le sue mani scivolarono sui lembi della maglia che indossava mi resi conto di quello che sarebbe accaduto subito dopo.

Quasi mi costrinsi a distogliere lo sguardo, ma Grace fu più veloce e non le lo permise.

«Dio, Amy, è adesso che bisogna guardare.» Squittì, e inconsapevolmente, non me lo feci ripetere due volte.

Lentamente, come se fosse una sorta di tortura o qualcosa del genere, sollevò il tessuto scuro della maglia che indossava, rivelando parte dell'addome e delle linee che scolpivano il suo corpo, che terminavano all'interno del costume da bagno. Poi, il suo petto si abbassò, quando liberò anche le braccia, gettando poi la maglia accanto al telo.

«Porca merda, i genitori si sono davvero dati da fare.» Il linguaggio di Grace non smetteva mai di sorprendermi, ma, anche se forse in altri termini, non potevo essere più d'accordo con lei.

Vortici di inchiostro erano sulla sua pelle, in un'intersezione di linee che davano vita agli innumerevoli tatuaggi che coprivano gran parte del suo addome e del suo braccio sinistro.

Aveva ancora gli occhiali scuri a coprire i suoi occhi verdi, e si guardò intorno, forse in cerca della sua famiglia.

«Ho sentito che è arrivato ieri.» Una voce familiare scosse me e Grace, ed entrambe ci voltammo nello stesso momento, sussultando lievemente.

«Mary.» La salutò Grace, mentre lei prendeva posto sull'alto sgabello del lato opposto del bancone.

«Ciao Grace, Amy.» Mary ricambiò il saluto, rivolgendoci un sorriso. Era la figlia del proprietario del Royalty, e il fatto che fosse un'amica di vecchia data contribuì a rendere tale il nostro lavoro.

«Allora, chi è?» Riprese, ritornando su Harry. Quindi anche lei se ne era accorta, ovviamente. Era fisicamente impossibile non farlo, anche per me.

«Si chiama Harry Styles, e sì, è arrivato ieri.» Grace prese in mano la situazione per entrambe, riferendo a Mary tutto ciò che sapevamo.

«Non male.» Commentò, ma sapevo che avrebbe voluto aggiungere altro. Rigraziai che tenne le sue considerazioni per sè, a me bastavano già quelle di Grace.

«Mio Dio, si è voltato!» Quasi urlò Grace, facendomi sussultare e rischiare di far scivolare il bicchiere che avevo tra le mani.

Io e Mary ci voltammo entrambe nella sua direzione, seguendo poi quella in cui stava ponendo lei la sua attenzione, che portava a Harry.

«Sul serio?» Incalzò Mary, speranzosa. Io stavo ancora guardando lui.

«Sì, ne sono sicura. L'ho fottutamente visto, lui ti stava guardando, Amy!»

«Cosa?» Domandammo io e Mary nello stesso momento. Se Harry si era davvero voltato, sicuramente non era stato per guardare me.

«Lo giuro.» Concluse Grace guardandomi, e poggiandosi in modo teatrale una mano sul cuore.

-

«Dico sul serio, Amy, dovresti andare a parlarci.» L'insistenza di Grace era al culmine, e quasi la assecondai soltanto per farle smettere di ripeterlo.

«Per?» Replicai, non trovando alcuna scusa o fine per farlo. Io ero una semplice dipendente e lo conoscevo da a malapena un giorno. Era uno dei ragazzi più belli che avessi mai incontrato, dovevo ammetterlo, ma io non ero quel tipo di persona che prende l'iniziativa.

«Non so, farti notare di più.»

«Non capisco per quale motivo dovrei farlo, Grace. Non lo conosco neanche, e lui non conosce me.» Scrollai le spalle, distogliendo lo sguardo dal suo e riprendendo il lavoro.

«Ma potrebbe.» Riprese. «Se anche ci fosse una possibilità che lui abbia un interesse nei tuoi confronti, non lo scoprirai mai, facendo così.»

«Sono soltanto una dipendente, e anche se mi avesse guardata, sarebbe stato un caso.» Scrollai le spalle, continuando a credere che se davvero si fosse voltato, avesse guardato sicuramente Mary, che era proprio accanto a noi. Quello era plausibile, non che avesse rivolto la sua attenzione a me.

«Perchè semplicemente non vuoi ammettere che qualcuno possa interessarsi a te?»

«E cosa dovrei dirgli? “Hey, la mia amica crede che tu sia stato colpito da qualcosa e che abbia avuto un improvviso colpo di fulmine per me. Ci sposiamo tipo, ora ”?»Le mie intenzioni erano quelle di riuscire ad impormi mantenendo una mia posizione, ma fallii miseramente, scivolando nella risata di Grace.

 «Potresti, si ricorderebbe sicuramente di te.» Scossi la testa, continuando a sorridere.

«Potresti andarci tu a parlare con lui, dato che ne sembri così interessata.» Mi difesi, facendo il suo stesso gioco.

«Sei ingiusta, sai che lo farei se potessi.» Si morse lievemente il labbro inferiore, spostando la sua attenzione su Harry.

«Ti stai seriamente lamentando?» Le domandai, conoscendo la persona che aveva accanto.

«Ehi, no. Insomma, Liam è stupendo, sai cosa provo per lui. Ma quel ragazzo ha qualcosa che ti attrae così dannatamente tanto, come se continuasse a ripeterti di non smettere di guardarlo.»

Riportai anch'io lo sguardo su Harry, e anche se aveva ancora quelle lenti scure, riuscivo ad immaginarmi il modo in cui i suoi occhi scorrevano sulle pagine, immedesimandosi nella lettura di quel romanzo che aveva sulle gambe piegate. Era disteso di schiena, e aveva la testa poggiata sulla parte più alta del lettino.

«Io ci penserei.» Parlò Grace, affiancandomi. «Hai due intere settimane.»

Illusion / harry styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora