Harry era al mio fianco mentre io seguivo il suo passo, camminando a piedi nudi tra la sabbia della spiaggia.
Qualche volta le nostre braccia si erano sfiorate, ma se per lui non rappresentava niente - se non pura casualità - io non riuscivo ad evitare ciò che mi provocava il suo tocco, anche se minimo come quello.
Non ci eravamo ancora detti molto da quando avevamo lasciato il Royalty per avere più spazio per parlare, e non avevo ancora idea di quale fosse l'argomento.
Ero allo stesso tempo tesa, ma mi sentivo anche bene. Non conoscevo il motivo per cui Harry mi avesse chiesto di seguirlo lì, ma ero comunque con lui.
Un leggero vento scosse i miei capelli che mi coprirono in parte il volto, così sollevai una mano per spostarli.
Volevo riuscire a parlargli, a farlo per prima e a rompere quel silenzio, ma non sapevo come.
«Ti va se ci sediamo?» Interruppe lui improvvisamente, e io mi voltai nella sua direzione. Il sole era tramontato, ma la spiaggia era ancora abbastanza illuminata, e le acque dell'oceano scintillavano sotto gli ultimi raggi che risplendevano tra di esse.
Io annuii e insieme ci sistemammo sulla sabbia soffice che solleticava la pelle nuda dell mie gambe e dei miei piedi.
«Da quando lavori al Royal?» Mi domandò Harry, con quella sua voce così maledettamente roca.
«Tre anni.» Risposi, accennando un piccolo sorriso.
«Quanti anni hai?» Continuò, sostenendo il mio sguardo.
Io esitai, distratta dai suoi occhi verdi. «Diciotto.»
«Hai cominciato presto.» Osservò, alludendo all'età che avevo quando iniziai a lavorare all'hotel per la prima volta.
«Ne avevo bisogno.» Ammisi, pentendomene all'istante.
«Cosa intendi?»
Avrei dovuto aspettarmi la sua curiosità, dopo quella mia risposta. Ma non sapevo se ero pronta a raccontare a lui il motivo per cui lavoravo così tanto anche durante l'estate, quando i ragazzi della mia età in quel periodo erano in giro per il mondo a godersi le vacanze e la fine del liceo.
Anche se, in realtà, io non avevo mai fatto parte di quel tipo di persone - o almeno, non più.
«Puoi fidarti.» Mi assicurò Harry, notando la mia esitazione - ancora una volta. In quel momento sembrava sincero, ma io in realtà non lo conoscevo affatto, eppure stavo per permettergli di conoscere me.
Non sapevo ancora cosa sarebbe successo, non potevo immaginarlo.
Sollevai lo sguardo davanti a me e sospirai, e poi le parole scivolarono dalla mia bocca prima con esitazione, per poi trovare un equilibrio.
«Mio padre ha lasciato mia madre per un'altra donna, per un'altra vita. Ha iniziato a tradirla mentre stavano ancora insieme, mentre lui le sussurrava ancora di amarla, mentre le faceva credere di essere l'unica. Lei non sospettava niente, accecata dal suo amore per lui. Ma poi si è ammalata. Cancro. Ha lottato ed è sopravvissuta, e quando è successo - cinque anni fa - lui l'ha lasciata. Ha lasciato me e lei senza una casa, senza un davvero perchè e senza neanche chiedere scusa. Lo ha fatto e basta, e noi non avevamo niente.» Una lacrima solitaria rigò il mio volto, ma non permisi a me stessa di crollare. Avevo imparato a non farlo più.
Harry allungò la sua mano e raccolse quella piccola goccia. Il modo in cui mi guardava era dolce, ma non era compassionevole come tutti quelli degli altri che conoscevano la storia. Lui mi stava solamente ascoltando, e quella era l'unica cosa che io volevo.

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Illusion / harry styles
Fanfiction"Mentre io mi innamoravo di lui, lui si innamorava di lei." Cover / grebxy