Fifth

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«Dio, voglio sapere ogni cosa!» Squittì Grace, mentre io stavo cercando di tenere i miei capelli in una coda nel modo più ordinato possibile, anche se con scarse possibilità di riuscita.

«Ti ho già detto che non c'è niente da sapere, Grace.» Le risposi sospirando, avvolgendo l'elastico quando mi resi conto che era inutile continuare a sperarci. Odiavo i miei capelli, e con Grace che tentava di farmi un terzo grado per qualcosa che non era mai esistita non aiutava. I suoi sembravano essere sempre impeccabilmente perfetti.

«Ma vi ho visti ieri sera insieme, questo non puoi negarlo.» Convenne, ed io capii che non saremmo uscite da quella stanza fino a quando non sarei riuscita a farle cambiare idea.

«Non l'ho fatto.» Dissi, sistemando il colletto della divisa del Royalty.

«Potresti essere più loquace, Amy?» Chiese sarcasticamente, imperterrita e intrappolata nella sua convinzione.

«Abbiamo parlato, ma non è successo niente di quello che tu sospetti o che tu vorresti fosse accaduto.» Pensai che bloccarla sin dall'inizio fosse la cosa migliore da fare, smettendo di alimentare le sue false speranze.

Potevo soltanto immaginare cosa credeva, e cosa le stesse passando per la testa in quel momento.

«E cosa ti ha detto?» Scossi la testa e anche se cercando di nasconderlo, sorrisi lievemente, divertita dall'espressione e dall'insistenza di Grace.

«Mi ha detto che è di Los Angeles, e che studia lì. E ho scoperto di essere più grande di lui di qualche mese.» La informai.

Quando Harry me lo disse, non potevo crederci. Sembrava decisamente più grande di me, e anche i suoi comportamenti, il suo modo di fare e il suo aspetto lo dimostravano.

«Mi prendi in giro.» Rise Grace, ma quando vide la mia espressione, si bloccò. Probabilmente io avevo avuto la stessa reazione la sera prima.

«Non capisco per quale motivo tu sia così calma e tranquilla, quando mi aspettavo di vederti più raggiante e luminosa del solito.» La sincerità di Grace era una delle caratteristiche che preferivo e che apprezzavo di più di lei.

Se aveva bisogno di dirti qualcosa, di qualsiasi cosa si trattasse, lei non si faceva il minimo problema a dirtelo su due piedi, senza neanche pensarci due volte.

E anche in quel caso, aveva ragione.

Ero brava a non mostrare le mie emozioni, a nasconderle, ma spesso, facendolo, tenendo ogni cosa dentro, finivo per crollare. E l'unico nemico da combattere diventava me stessa.

Non potevo negare che passare del tempo con Harry non avesse scattato qualcosa in me, qualcosa che non sentivo da tempo, forse troppo. Ma preferivo restare con i piedi ancorati al terreno, perchè avevo il presentimento di come sarebbe andata a finire se non l'avessi fatto, se mi fossi lasciata andare.

Volevo tenermi più lontana, semplicemente per evitare di prendere fuoco. Era successo troppe volte.

Chiusi l'anta dell'armadietto in ferro e trovai Grace fissarmi, aspettando una mia risposta.

A quel punto, sospirai e mi lasciai cadere sulla panca in legno, poggiando la testa contro la parete. Anche per quanto riguardava gli spazi a disposizione per il personale, il Royalty non badava a spese. Ogni cosa era curata nei minimi dettagli, dalle divise, ai numeri incisi sulle porte delle camere, al personale stesso. Lavorare lì, per molti era anche un privilegio.

Grace mi affiancò, sedendosi accanto a me.

«Domani sera uscirà con Mary.» Confessai, tenendo gli occhi chiusi per non avere la possibilità di guardare il modo in cui la sua espressione sarebbe cambiata.

Illusion / harry styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora