La Cura

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- Adesso basta!

Era stufa di vederlo con quello sguardo triste, deluso. Ogni volta che la gara non finiva come desiderato, Charles si rattristava, diventava intrattabile per giorni. Anna era l'unica e sola persona al mondo che sapeva come cambiare l'umore del ragazzo.

Si erano conosciuti per caso i due: lui, giovane pilota che aveva appena vinto il campionato di GP 3; lei, giovane proprietaria di un bar con la passione per la pasticceria.

Correva l'anno 2016, e Charles dovette fare i conti con un gruppetto di ragazzine urlanti durante la sessione mattutina di corsa. Correre verso l'ignoto gli era sembrata la soluzione migliore, ma non aveva previsto l'atletismo delle giovani. Ed ecco che il bar di Anna diventò il suo nascondiglio.
Poi gli sono bastati un delizioso croissant al pistacchio e una chiacchierata per far diventare quel luogo una seconda casa.

5 anni dopo, Charles era ormai cliente abituale: ogni volta che tornava a casa nel principato, una delle prime persone che andava a trovare era Anna. Ormai era una sua confidente, amica e maestra: sì, lei è l'unica ad essere riuscita a fargli indossare un grembiule da cucina, nonostante il risultato non sia stato dei migliori (un buon caffè aveva imparato a farlo, bisogna riconoscerglielo).

Anna era un'amica di quelle difficili da trovare, soprattutto se sei "il predestinato della Formula 1". Non gli aveva mai messo pressione, ha sempre accettato chi fosse, gli ha sempre dato i suoi tempi riconoscendo tutto lo stress che lo appesantisce.

Quel giorno, però, era arrivata al limite...

- Dai, Anna...

- Io vorrei portartela, davvero! Però non posso chiudere il bar.

Erano in videochiamata da almeno mezz'ora, e lei stava perdendo la pazienza. Il turno di lavoro non era ancora finito, non aveva voglia di stare dietro a lui che si comportava come un bambino. Tutti i suoi dipendenti sapevano che quando era in chiamata con lui non esisteva per nessuno.

Charles continuava a sbuffare: - Voglio la brioche, lo sai che mi tira su!

Sì, il croissant al pistacchio non è stato solo l'inizio del loro rapporto, ormai era il rimedio contro la tristezza: quando lui era deluso, arrabbiato, triste, correva sempre al bar a mangiare la brioche. Usanza iniziata in un giorno triste per Charles quando, alla morte di suo padre, la ragazza se lo ritrovò al bar all'alba mentre stava preparando i dolci. Sono bastati gli occhi lucidi per consegnargli un barattolino di crema al pistacchio con un cucchiaino. "È la cura per ogni cosa, lo diceva sempre mia nonna. Ed ovviamente è fatto con i migliori pistacchi di Bronte". E aveva ragione: un sorriso comparve sulle labbra di Charles, che poi si tramutò in un lungo pianto di entrambi.

- Lo so, Char. Mi dispiace, ma proprio non riesco. Sai che al bar non va benissimo, non posso permettermi di andare via. Non puoi venire tu qua? Scusami... Sei in Francia non tanto distante da qui.

- Purtroppo no, te l'ho già detto: devo andare a Maranello...

- Se vuoi posso dirti dove mangiare un croissant al pistacchio più buono del mio, conosco un po' di posti in quella zona.

Charles però era sempre più triste. Appartenevano a due mondi diversi loro due, tanto da far fatica molte volte a riconoscere le difficoltà dell'altro: per il giovane pilota ciò era dovuto all'egoismo che nei momenti tristi prendeva il sopravvento. Non voleva accettare le problematiche della ragazza, il sacrificio del gestire il locale da sola: lui soffriva, gli altri meno di lui.

E infatti...

- Non mi interessa. - disse Charles con tono deciso, freddo. Ad Anna vennero i brividi, con lei non aveva mai osato parlare così.

La cura || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora