Capitolo IV

23 4 0
                                    

La mattina mi svegliai piuttosto tardi. Era Sabato e nel weekend non avevo da studiare molto. Appena accesi il telefono notai un messaggio da Yeonjun.

𝑺𝒕𝒂𝒔𝒆𝒓𝒂 𝒉𝒂𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒆𝒈𝒏𝒊?

Aspettai un po' a rispondere, non volevo mostrare fin da subito troppo interesse.
Per tutta la mattinata il messaggio fu tra i miei pensieri, e alle 11.40, stanco di non riuscire a concentrarmi, decisi di porre fine alla distrazione.

𝑵𝒐. 𝑽𝒖𝒐𝒊 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆?

Riflettei a lungo sul se aggiungere un cuore alla fine della frase, e alla fine cedetti a questa tentazione.

Per tutto il resto della mattinata non riuscì a studiare nulla, e per pranzo uscii per andare al ristorante. Avevo l'orecchio perennemente in ascolto, per captare la minima vibrazione del cellulare. Quando sentí l'uccellino della suoneria, presi il telefono in fretta e furia, ansioso di leggere il messaggio

𝑺𝒊. 𝑻𝒊 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒐 𝒂 𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒆 21? 💙

Notai che Yeonjun era ancora online, e così mi affrettati a scrivere una risposta

𝑶𝒌. 𝑫𝒐𝒗𝒆 𝒂𝒏𝒅𝒊𝒂𝒎𝒐?

Yeonjun lesse all'istante. Mentre continuavo a fissare quel "Sta Scrivendo..." non potei non meravigliarmi della sua foto profilo

Per aver scattato una foto così bella, qualcuno dei suoi conoscenti doveva essere un fotografo professionista. Il suono del messaggio in arrivo mi risvegliò dai miei pensieri

𝑼𝒏𝒂 𝒔𝒐𝒓𝒑𝒓𝒆𝒔𝒂

Scrissi un ok affrettato, per poi tornare nel mondo dei pensieri. Yeonjun era misterioso, o almeno si stava comportando da tale. Ma considerando la splendida serata che avevamo passato ieri non potevo che fidarmi ciecamente di lui.

Il pomeriggio trascorse lentamente, d'altra parte quando si attende la persona che si ama i minuti paiono ore a chiunque. Non sapevo se avremmo mangiato qualcosa nel posto dove voleva portarmi o se dava per scontato che avessi già mangiato. In ogni caso pensai che non fare l'ingordo è sempre meglio, e quindi mi cucinai un toast improvvisato, di modo da rimanere a pancia piena ma mantendo ancora uno spazio per qualcosina.

Yeonjun anche questa volta tardò ma di pochi minuti. Non dovette neanche citofonare. Ero affacciato alla finestra che ammiravo il meraviglioso cielo sopra Seul. Quando arrivò gli feci cenno con la mano e lui ricambiò con un sorriso. Avrei potuto ammirarlo per ore, nel suo splendore, pensai.

Giunto al piano di sotto mi venne incontro, e ci abbracciammo fortissimo. La sua pelle sulla mia trasmetteva una sensazione di pace e ammirazione. Pensai che se in quel momento mi avessero visto i miei, non vivrei più in casa con loro.

Yeonjun aveva cambiato colore dei capelli. Lo cambiava in continuazione, da blu erano diventati rossi e gli donavano particolarmente. Indossava una giacca nera e due stivali neri alti fino al ginocchio. Amavo il suo stile nell'abbigliarsi.

Saliti in macchina chiesi a Yeonjun cosa ne pensavano i suoi genitori della sua omosessualità. Lui mi spiegò che era stato molto difficile confessarglielo. "Lo dissi prima a mia mamma. Una sera stavamo cucinando e a un certo punto domandai a mia madre se avessimo finito, e mentre mi slacciavo il grembiule, sganciai la bomba. Mamma sono gay, esclamai, e mi corsi in camera mia. Quella sera piansi molto e non scesi per cena. Gli avevo detto quello che dovevo, ma non ero pronto per la loro reazione. Non ero pronto per eventuali rimproveri. Mia mamma venne verso le 21.30 a portarmi da mangiare in camera. Non era per niente orgogliosa di quello che ero, potevo notare il disprezzo e la paura nei suoi occhi. Mi disprezzava perché non sapeva cosa voleva dire poter amare chiunque ma soprattutto aveva paura. Aveva paura per me, per il mio futuro, aveva paura che potessi essere discriminato per quello che sono. Quando si avvicinò mi ritrassi verso il muro della camera, lei lasciò su un vassoio un piatto di pasta, e se ne andò"

Riflettei ad alta voce: "I genitori dovrebbero sempre sostenerti e invece ti sarai sicuramente sentito abbandonato"

Yeonjun continuò: "Per almeno un anno non parlammo dell'argomento. Repressi tutto, con molta fatica. Era tutto molto difficile per m-me all'epoca"

Sentii Jjuni che stava singhiozzando. Ruotai la testa verso di lui, e vidi il suo viso pieno di lacrime. Stava piangendo. Cercai dei fazzoletti nella macchina e gli asciugai le lacrime sorridendo. Yeonjun ricambiò il sorriso, e proseguì con il racconto: "Una sera, ad oltre un anno dalla mia confessione, mi chiamarono in cucina. Ci sedemmo al tavolo. Dopo tutto il tempo che era passato, mai avrei immaginato che avessero voluto parlare della mia omosessualità. Più parlavano più mi sentivo sprofondare, ero come una foglia davanti a loro, fragile e tremante. Parlarono a lungo, dissero tantissime cose che mi ferirono. Non se lo aspettavano da me, e volevano che io fossi "normale". Alla fine mi sentivo in colpa per quello che ero. Mi promisero però che la porta di casa loro era sempre aperta e che quando avessi trovato qualcuno, avrei dovuto presentarglielo, sia se era donna che se era uomo"

Quando Yeonjun finì il racconto eravamo arrivati a destinazione. Ero stato talmente concentrato ad ascoltare le parole di Jjuni che non mi accorsi neanche del percorso che avevamo fatto

~ 𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐀𝐮𝐭𝐨𝐫𝐞

Yeonjun ha raccontato a Y/N la sua storia, di quando ha fatto coming out con i suoi genitori. Intanto si sono recati in un luogo... Quale?

Tengo a precisare che tengo molto al tema LGBT 🌈 in famiglia. In Italia in particolare le persone non sempre sono accettate per quello che sono, per questo il nostro paese sta cercando di mettere in atto norme con il ddl zan per combattere l'omofobiatranslesbobipanfobia. La parte della confessione di Yeonjun potrebbe essere verosimile cambiando il protagonista. È importante sostenere gli amici e le persone care che hanno questa "particolarità". Spero di non aver offeso nessuno con le frasi dello Spazio Autore e della storia...

𝑰𝒏 𝑳𝒐𝒗𝒆 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒀𝒆𝒐𝒏𝒋𝒖𝒏 ~ Yeonjun Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora