Capitolo 2

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POV MARTINA

"Buongiorno" dico entrando in cucina, già cambiata per il mio primo giorno di scuola, sono eccitatissima. "Dormito bene? La camera è di tuo gradimento?" mi chiede Pablo, che smette di leggere il giornale per scrutare la mia espressione. 

"Oh si, è stupenda, non penso di aver mai visto una camera così bella in vita mia" ammetto sinceramente, anche il fatto di aver un bagno tutto mio è qualcosa di stupendo, per non parlare dei vestiti che mi hanno lasciato nell'armadio. 

"Ehm, Miranda.." richiamo la donna, intenta a farmi la colazione. Ammetto di essere un po' in imbarazzo, per mia fortuna questi due sembrano sapere esattamente come farmi sentire a mio agio, anche lo sguardo tenero che mi rivolge la moglie sarebbe in grado di sciogliere il Polo Nord. 

"Dimmi, Tini" sorrido a come mi ha chiamato "Ho messo dei vestiti che ho trovato nell'armadio, non so se ho fatto bene e se mi stanno bene addosso, non ho mai indossato nulla di diverso dalla divisa dell'orfanotrofio" abbasso lo sguardo, devo essere diventata più rossa di un peperone.

"Ti stanno benissimo e, per favore, non farmelo ripetere un'altra volta: tutto ciò che trovi in camera tua è tuo, se vuoi prendere altra roba dimmelo che andiamo oggi pomeriggio, non farti complimenti, chiaro?" mi rimprovera scherzosamente, passandomi la colazione. 

Dopo qualche minuto, mi alzo per prendere il mio zaino e aspetto che Pablo si prepari per accompagnarmi a scuola, non sto più nella pelle. "Ah Martina, tieni" mi porge una scatolina Miranda, facendomi sgranare gli occhi. 

"No.. io non.. non posso accettarlo, insomma" balbetto mentre compare il marito, sorridente per la mia, evidentemente, buffa espressione "Oh si, non crederai mica che ti mandiamo in giro senza un cellulare? Ci sono registrati i nostri numeri e quello di Mercedes, per qualsiasi cosa non farti scrupoli" "Uhm, ma questo non è l'ultimo modello dell' Iphone? L'ho visto in vetrina quando sono uscita in centro con Carmela una settimana fa" ammetto mentre loro scrollano le spalle.

"Su signorina, andiamo" mi prende a braccetto Pablo, portandomi alla macchina. Insomma, avevo capito che i Lambre fossero una famiglia più che benestante ma questa macchina da dove è saltata fuori?

"Pablo, ma questa è una Porsche?" ma chi mi ha adottato? Il re d'Inghilterra? 

"Oh si, prendo sempre questa per andare a lavoro" mi apre lo sportello, prima di partire, mentre la curiosità mi assale. "Ma tu che lavoro fai?" "Sei mai stata nella zona del cinema?" "Uhm si.." dico cercando di ricordarmi attentamente ogni dettaglio di quell'area della città.

"Ok, hai presente quella enorme ditta?" "Ma dici quella che ha sede in quel palazzo mastodontico fatto tutto in vetro?" "Esatto, quella è la mia ditta" mi spiega "Cosa? Tu ne sei a capo? Wow.." dico sbalordita "Si, o meglio, non è solo mia, è anche di Alvaro Blanco, il mio socio" 

Annuisco sorridendogli, mentre lui a tutta velocità si dirige verso scuola "Miranda invece?" "Fa la maestra all'asilo" "Ce la vedo proprio bene" gli dico facendo annuire lui sta volta, si vede che è innamorato cotto di sua moglie. 

"La classe è la quarta D, tu appena arrivi vai in segreteria e digli che sei Martina Stoessel, nel caso avessero qualche problema digli di chiamare Pablo Lambre, tanto hanno il mio numero" "Okay, va bene" lo saluto augurandogli buona giornata e recandomi proprio dove mi ha indicato, dove trovo il bidello che mi consegna l'orario e mi accompagna verso la mia aula. 

Devo dire che il fatto che mi abbiano iscritto col mio vero cognome e non con il loro è motivo di orgoglio, mi ha fatto davvero molto piacere.

"Avanti" sento da dentro la stanza e, dopo che Enzo, il bidello, mi apre la porta, vedo in faccia quella che dovrebbe essere la mia professoressa di matematica, Susana Ferro. "Professoressa, lei è Martina Stoessel, la nuova alunna che vi avevamo preannunciato" mi presenta il bidello all'insegnante, che mi sorride cordialmente. 

La Niña De La Escuela (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora