Capitolo 14

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POV MARTINA

"Martina scusami" alzo la testa dal cellulare, e vedo Miranda guardarmi con fare apprensivo e preoccupato "Dimmi tutto" mi ricompongo, mettendomi seduta in posizione eretta sul divano e a lei scappa una risatina. 

"Potevi stare stesa, non c'è problema, questa è casa tua" faccio fatica a nascondere un grande sorriso, possono essere delle parole tanto semplici e spontanee così belle e profonde? "Sono preoccupata per Mechi, esce a malapena dalla stanza, non è che puoi andare da lei? Magari prova a parlarci, forse parlare con qualcuno le farà bene, perché anche se non mi ha detto nulla è evidente che ci sia qualcosa che non va" annuisco in silenzio "Non so se vorrà parlare con qualcuno" dico sinceramente "Boh, non lo so nemmeno io, però in fondo provare non costa nulla, puoi farlo per me?" "Ok proverò" concludo.

In fin dei conti ha ragione, provare non costa nulla e poi non potevo dire di no a Miranda, non me la sentivo proprio. 

"Mechi.." busso alla porta della sua camera, ma dall'altra parte nessun rumore "Sono Martina, so che in questo momento non vuoi parlare con nessuno però se vuoi io ci sono. Insomma se vuoi urlare, sfogarti, prendere a pugni qualcosa sono disponibile" ancora tutto tace "Ok, forse prendere a pugni proprio no, però vabe, hai capito il concetto" mi correggo subito. 

Dopo qualche attimo di silenzio mi giro per andarmene ma un leggero rumore di passi mi ferma sul posto. Poco dopo, con mia grande sorpresa, sento la chiave della porta girarsi e vedo la maniglia abbassarsi e la porta aprirsi. 

"Sai, la parte del prendere a pugni mi ha dato la forza per alzarmi dal letto, peccato che poi tu ti sia tirata indietro" mi sorride, spostandosi di lato per farmi entrare in camera. La osservo rapidamente, ha gli occhi gonfi, evidentemente per il pianto, ed il suo inseparabile pigiama rosa con le scimmie.  Mi metto seduta in fondo al letto, mentre lei si sistema con la schiena contro la spalliera, osservando il vuoto, con sguardo assente. 

"Senti Mechi, io non so bene come comportarmi in questi casi, però capisco il tuo stasto d'animo. Però non rimproverarti troppo, può capitare, anche se è successo con un tuo amico come Diego non è un dramma. Non mi sembra il tipo che si faccia questi problemi, a volte insomma quando si beve non si è mai totalmente coscienti delle proprie azioni"  cerco le parole giuste, iniziando a farfugliare.

"Tu non sai niente Martina" dice con voce quasi dura, mi sento morire dentro, non mi ha mai parlato in questo modo "Ma in realtà nessuno sa niente" torna a parlare con voce più calma, indirizzandomi un sorriso, un sorriso da vera Mechi. 

"Io lo amo" conclude poco dopo, lasciandomi da sasso.  Ma non per cosa ha detto, cioè anche per quello in realtà, ma per come lo ha detto, con una sincerità in grado di pietrificarmi all'istante. Chissà se anche io un giorno sarò certa di provare un sentimento tanto forte per una persona. 

"Mi piace Diego dal primo anno di liceo, o forse anche da prima, solo che non riuscivo ad ammetterlo a me stessa, insomma, ero innamorata di uno dei miei migliori amici, e poi lui era fidanzato, mamma mia non ti rendi conto che rabbia. Mi odiavo, perché mi ero innamorata di un amico e per di più fidanzato, che vergogna" caccia fuori l'aria dai polmoni come un fiume in piena.  

"Sarebbe stato anche molto più facile se la sua ragazza fosse stata tipo una di quelle streghe cattive che vedi nelle favole per bambini. Invece no, lei una ragazza super simpatica, perfetta, bravissima, gentile e pure educata, oltre che bella; insomma quando hai di fronte qualcuno di 'cattivo' è più semplice sperare che prima o poi possa commettere qualche passo falso, invece quando hai davanti una persona così.. è semplicemente impossibile" sto in silenzio ad ascoltare i racconti di Mechi su Lodovica, la ragazza di cui mi aveva già parlato Jorge. 

La Niña De La Escuela (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora