[] -𝐂𝐄𝐑𝐀. Candele alla vaniglia

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A fare sfondo a quell'intera atmosfera, c'erano solo delle chiare, quasi finite, candele profumate

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A fare sfondo a quell'intera atmosfera, c'erano solo delle chiare, quasi finite, candele profumate. La ancor pallida luce che emettevano, riflettevano sulla loro candida, ormai divenuta rosea, pelle profumata di bagnoschiuma.
Nell'intero bagno, non riecheggiava alcun suono, se non quello dei baci schioccati sulla scia del collo.
Come erano finiti lì, non se lo ricordavano proprio. La loro mente si era ridotta in melassa, come la cera bollente che colava tra le fiamme del fuoco acceso.
Si erano presi il loro tempo, forse era la spiegazione più adeguata.
Per darsi quelle piccole attenzioni che tanto bramavano, trascorrere tempo con le mani intrecciate senza dire niente, darsi sguardi sfuggitivi e sorridere a ogni loro pensiero.
È che avevano bisogno di tutto questo, così distanti, allontanati dal proprio desiderio, non resistevano più. Avevano bisogno di quell'affetto, quei due, di quell'amore che solo loro sapevano darsi.
Quasi si consumavano con lo sguardo, come se si appartenessero per sempre, e forse così era.
Il blu cobalto degli occhi di Tobio gli faceva invidia, come se i suoi occhi color caramello non fossero mai stati abbastanza; e un giorno glielo disse, con tono imponente, che avrebbe preferito avere lo stesso colore degli occhi suoi, ma come risposta risposta ricevette dei delicati baci sulle palpebre e un "sei già bellissimo".
E Shoyo ci ha creduto, perché sotto sotto non si sentirebbe più se stesso con gli occhi di qualcun'altro, e gli andava bene così.
L'odore amaro di bagnoschiuma all'arancia, mischiato a quello alla vaniglia delle candele, riempiva l'intera stanza di un forte profumo di torta all'arancia.
Non sanno perché hanno scelto quei due gusti, ma una cosa che sanno è che insieme ricordavano tanto i loro aromi.
Tobio fece scivolare una mano lungo il petto di Shoyo, una scossa percorse la sua spina dorsale facendolo rabbrividire. Il respiro caldo sul collo gli dava un conforto, un calore che in quella gelida vasca non c'era più.
Alzò lo sguardo, incontrando l'espressione rilassata sul volto di suo marito. «Tobio, inizio ad avere freddo.» Farfugliò con voce spezzata. Tobio avvolse le braccia attorno a lui «Va bene, adesso usciamo.» Diede un'ultimo bacio sulla spalla di Shoyo per poi sporgersi per spegnere le candele. L'intera cera si era messa a colare tra il marmo della vasca fino a toccare l'acqua, ma a questo avrebbero pensato a dopo. Il fumo profumato aveva un'essenza totalmente diversa, se non migliore.
Alla fine erano sempre loro, le candele a confortare l'atmosfera, ad accompagnare momenti di intimità.
Spettatrici loro, dell'amore che confinavano quei due.

Spettatrici loro, dell'amore che confinavano quei due

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