-Giovedì mattina-
Mi sistemo i capelli allisciandoli alla meno peggio con la mano mentre canticchio nervosamente una canzone ascoltata alla radio di recente, ma della quale non ricordo proprio il titolo.
Sono un po' agitata, devo dire a Tom che dobbiamo posticipare l'appuntamento ed ora che è arrivato il momento di incontrarlo devo ammettere che non sono più così sicura di me come ieri.
Guardo velocemente il mio riflesso nel cellulare e ancora una volta mi sistemo i capelli. Oggi sono veramente intrattabili.
Il suono della campanella mi fa sobbalzare. È il momento.
Prendo un respiro profondo e mi incammino verso la palestra della scuola. So che oggi si allenava per le regionali di basket.
Ad ogni passo che faccio verso la palestra il cuore mi batte sempre più velocemente nel petto, ho paura che esca a momenti. Cerco di far mente locale ripensando al discorso che mi sono preparata ieri sera su cosa dirgli. Sarò chiara e concisa, niente giri di parole.
Okay è ora.
Mi irrigidisco quando vedo Tom uscire dalla palestra. Prendo coraggio e lo saluto.
"Ehy Tom."
Sorrido lisciandomi impacciatamente la maglietta mentre mi si avvicina. Si passa una mano nei capelli leggermente sudati per poi lanciarmi uno sguardo malizioso. Avvampo.
"Ciao Abby tutto bene?" mi domanda fermandosi a pochi centimetri da me. Gli sorrido timidamente con la faccia rossa.
"Si tutto bene grazie." Sono nervosa come non mai. Inizio a giocare con il braccialetto che ho al polso -me lo aveva regalato Liam per i miei quattordici anni e da allora lo indosso come portafortuna.
O la va o la spacca Abby.
"Tom dovrei dirti una cosa riguardo il nostro appuntamento ..." la sua espressione cambia improvvisamente. La fronte è corrucciata, la mascella serrata e gli occhi ridotti in due fessure sono intenti a squadrarmi duramente.
Deglutisco nervosa. Abbasso lo sguardo non riuscendo a reggere il suo e riprendo a parlare quando mi accorgo che non ha alcuna intenzione di aprire bocca.
"Ecco vedi io in realtà sabato avrei un altro impegno e quindi non posso uscire con te. Lo so che ti avevo detto di si, ma ti posso assicurare che in quel momento non mi ricordavo che avevo un'altra cosa da fa.."
La mi raffica di parole viene interrotta quando le mani di Tom mi afferrano i polsi, gemo. Stringe ancora di più la stretta quando cerco di liberarmi. Mi dimeno lasciandomi sfuggire dei lamenti. Fa malissimo dio.
"Adesso tu mi ascolti bene puttanella -dice avvicinando il suo viso al mio- non me può fregare un emerito cazzo dei tuoi impegni. Quindi tu sabato esci con me che ti piaccia o no, ti è chiaro il discordo?"
Annuisco debolmente mentre le lacrime iniziano a picchiarmi gli occhi. Sento la sua presa farsi sempre più debole e appena le sue mani lasciano i miei polsi inizio a correre.
Le lacrime cadono velocemente sulle guancie e qualcuno mi bagna anche le labbra. Lo sguardo di tutti gli studenti è puntato su di me, ma non mi importa. Corro ancora più forte fino a raggiungere il cortile e uscire fuori dalla scuola anche se so bene che è vietato farlo.
Rallento quando sono ormai lontana. Le lacrime non sembrano volersi fermare e io non so cosa fare.
Avrei dovuto ascoltare i ragazzi. Avrei dovuto ascoltare Niall. Sposto i capelli che si sono appiccicati alle guancie durante la corsa e mi asciugo le lacrime. Sicuramente avrò tutto il mascara sul viso dannazione.
"Ehy." Una voce alle miei spalle mi fa sussultare, mi giro velocemente.
Due occhi azzurri mi fissano in modo indecifrabile e io mi immobilizzo sotto il loro sguardo.
"Ti ho vista uscire da scuola. Non è cosa da una novellina come te." Mi prende in giro Niall. Abbozzo un sorriso sperando che non noti i segni del pianto.
Mi stringo nelle spalle quando lo vedo fare un passo verso di me. Si abbassa leggermente avvicinando il suo viso al mio. Sento le guancie andarmi a fuoco. Fisso il suo viso così bello a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi si spostano su ogni centimetro della mia pelle e io mi sento impotente sotto il suo sguardo azzurro. Sapere che ora lui può vedere chiaramente ogni difetto del mio viso mi fa stringere ancora di più nelle spalle.
Perdo un battito quando i suoi occhi si fermano a fissare i miei. Dio, quanto sono belli. Le palpebre si fanno pesanti quando sento la sua mano sfiorarmi lo zigomi dove la pelle è ancora umida per le lacrime di poco fa.
La sua mano scivola dolcemente sulla mia guancia e il mento, sento il suo respiro caldo scontrarsi con la mia pelle fredda facendomi rabbrividire.
Riapro lentamente gli occhi un po' come se mi stessi per svegliare e lo guardo in tutta la sua bellezza.
"Chi ti ha fatta piangere Abby?" mi domanda dolcemente. Abbasso lo sguardo sui miei polsi rossi e doloranti sfiorandoli leggermente con le mani.
Lo sguardo di Niall segue il mio e per la seconda volta oggi rabbrividisco quando sento la sua mano afferrare delicatamente il mio polso attento a non farmi male. Strofina il pollice sui segni rossi della mia pelle.
"È stato Tom non è vero?" il suo tono è dolce e rassicurante, annuisco.
Ritrae la mano dal mio polso mentre l'espressione dolce sparisce dal suo viso per dare spazio alla sua solita espressione dura e menefreghista, anche se questa volta sento che c'è di più.
"Muoviti ti accompagno a casa." Dice superandomi.
Il tragitto fino a casa è durato pochi minuti e nessuno dei due ha aperto bocca. Entrambi troppo presi dai nostri pensieri. Infatti non mi accorgo neanche che siamo già arrivati. Lo guardo imbarazzata.
"Ehm Niall ti andrebbe di entrare così ti offro un..." mi interrompe.
"No grazie. Ora devo andare a trovare una ragazza speciale." Mi dice abbozzando un sorriso che ricambio falsamente.
Ah quindi ha una ragazza.
ZEYUUUM.
Hola a tutti come state? Spero che il capitolo vi sia piaciuto :3 se volete lasciate un voto o un commento mi farebbe molto piacere :)
E nulla VE SE AMA NA CIFRA CIAOO
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L'amante di difetti || n.h
FanfictionAbby si chiedeva chi avrebbe amato tutti quei difetti. Ma l'unica risposta che si dava -e che veramente le importava- era: "Niall certamente no."