AMANTE, AMATORE

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taehyung sedeva con una gamba distesa, l'altra abbandonata sul bracciolo.
gli occhiali sulla testa, unti.
una macchia di caffè sul mento.
le maniche della camicia arraffazzonate, innalzate fino ai gomiti, sbriciolate della loro eleganza sopraffina da lino puro tedesco.
un libro tra le mani.
un libro figlio del diletto e non dello studio universitario.
un velo di baffi castani sul labbro superiore. il gilet verde. l'anello d'oro sul mignolo. un sorriso superbo. indecoroso. semplicemente assordante. vomitevole. indecente. taehyung era degradante.
taehyung "sedeva", dunque, nella sala principale della biblioteca. pareva avesse passato la notte proprio lì, appollaiato in maniera raccapricciante su quella poltrona color sage.
cosa leggeva, taehyung? non vi erano problemi per lui a mostrarlo.
la sfacciataggine del ragazzo ballava e si scioglieva negli occhi di tutti e poi ritornava nelle dita del proprietario.
il disagio regnava tuttavia nell'animo di chi s'accorgeva che quel libro era proprio lì, in quella sala, in quell'ambiente.
inadatto, inadeguato, inopportuno, immorale.
taehyung leggeva con passione. guardava a lungo chi guardava lui per un secondo.
vuoi sederti con me e leggere? ovviamente, nessuno. fuggivano alla sua vista. che ilarità. siete tutti santi?

il professore di filosofia gli si approcciò. erano le undici del mattino. ventiquattro gennaio 1928.
le serrande del mondo erano tutte alzate perché sì, faceva freddo, però si stava bene. si era felici.
si stava bene!
la guerra era sfumata anche nel ricordo. il collasso del progresso? impensabile. il fumo delle macchine abbracciava i passanti. li faceva sorridere di prima mattina, assieme al profumo dei biscotti al burro.
le melodie calde dei trombettisti scoppiettavano attraverso le membrane sottili delle radio. il jazz! diamine, com'era bello ascoltare la vita.
la città che si muove, che sale e scende, che si vende, che regala, che strepita e balla, che cucina, che fa l'amore, che uccide, che nuota in un uragano d'assenzio.

«taehyung! prediletto. cosa leggi?»

il ragazzo sorrise. aveva le labbra rosse da far paura.

«darling. oggi ricorre l'anniversario della morte del carissimo. non ho voluto strafare, perciò intingo la mente in questa sobria novità barocca»

l'ironia gli cadeva a grandi gocce dalla bocca.

«oggi moriva modigliani? bloody hell, l'amore platonico di ogni artista. e cosa sarebbe quest'italianità nuova di zecca?»

taehyung mugugnò tra sè, poi lo guardò.
il professore si accarezzava il collo. nel farlo, un capello cadde sul ginocchio dello studente.
d'ebano, sottile, profumato di siero d'albicocca.
taehyung lo lasciò lì, su di sè. poi alzò il mento.
il professore era proprio su di lui. una coscia premuta sulla sua, l'avambraccio scosso dai tremori. il respiro a nutrire i pori dell'altro. il professor min era grazioso, bianco come una bambola. basso, delizioso, profumato come una bella enciclopedia spalancata e tutta da studiare.
taehyung ridacchiò. il sorriso sghembo d'un matto gli decorava la faccia e gliela macchiava di luce.

، EFFETTI COLLATERALI DELL'AMORE NEL MONDO: MAL DI VIVERE, myg.kthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora