Capitolo 12

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Stavo parlando con Roberto a bordo vasca quando arrivò Rebecca in lacrime.

«Mamma che succede?»

«È tuo padre, è stato ferito gravemente. Gli hanno dato già il primo soccorso lo hanno riportato proprio ora. Pensano che non sopravvivrà.»

Nel frattempo anche Mary che aveva capito che c'era qualcosa che non andava si era fatta avanti.

«Posso vederlo, ho con me dei farmaci molto potenti, forse possiamo fare ancora qualcosa.» Dissi mentre mi rivestivo di accappatoio e infradito.

«Venite, ogni aiuto è ben accetto a questo punto, non posso rinunciare a mio marito senza averle tentate tutte.»

Vidi nel frattempo Mary abbracciare Roberto che era in stato confusionale e seguiva sua madre in trance senza rendersene conto, anche i suoi pensieri erano confusi tant'è che ad un certo punto si spensero come se il suo cervello avesse avuto un blackout e non potesse sopportare di pensare.

Arrivammo alla camera da letto dei coniugi Pastore e un tanfo di carne marcia proveniva da dentro la stanza.

«Mary tu resta fuori.»

Mary disgustata dall'odore non fece obbiezioni.

Marco era disteso sul letto con una gamba tagliata e del marciume in atto, sul petto aveva una ferita aperta nelle stesse condizioni.

«Hanno usato un incantesimo acido.» Dissi riconoscendo subito gli effetti.

Marco urlava dal dolore, gli antidolorifici che gli avevano dato non stavano facendo effetto. Così gli diedi una pillola e subito smise di urlare riguadagnando lucidità.

Tirai fuori dal mio spazio di archiviazione dei flaconi con del liquido verde e con quello iniziai a pulire le ferite che smisero di crescere a vista, bloccando l'effetto corrosivo dell'acido.

Tirai fuori anche due ampolle una con una polvere all'interno e una con una pillola d'oro.

Dopo aver distribuito la polvere sulla ferita sul petto e sul moncone della gamba, queste guarirono in pochi minuti facendo ricrescere la pelle e sigillando in modo definitivo le ferite.

Per ultimo diedi la pillola a Marco che la prese senza fare storie.

L'arto reciso iniziò a ricrescere a vista d'occhio, se non gli avessi dato l'anestetico forse il dolore della ricrescita lo avrebbe ucciso o fatto svenire. Invece Marco poteva guardare la sua gamba riformarsi senza problemi.

Il processo fu completo in mezz'ora, quando Marco riuscì a rimettersi in piedi.

Roberto gli corse incontro e lo abbracciò, aveva appena rischiato di perdere suo padre era ancora sconvolto e una parte di sé non riusciva a crederci e l'altra era felice.

La stanza era un disastro e l'odore di marcio aleggiava ancora all'interno, lanciai un incantesimo per ripulire tutto e uno anche sul mio accappatoio che nel frattempo si era sporcato dei liquidi purulenti del corpo di Marco.

Uscii dalla stanza per dare modo alla famiglia di prendersi del tempo per gioire in forma privata per quello che era successo.

«Come è andata?» Mi chiese Mary non appena mi vide uscire

«Sta bene, la gamba è ricresciuta e la ferita al petto guarita. Tra poco usciranno.»

Dieci minuti dopo i Pastore uscirono dalla stanza, Marco si era rivestito e ora sembrava come nuovo.

«Non so come ringraziarti Alan, se non fosse per te sarei morto sicuramente.»

«Non ce n'è bisogno, dopo tutto Roberto è un mio caro amico.»

L'eroe è in fugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora