Capitolo 5

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<< Cesare, ti prego, un minimo di espressione! >>

<< Sono espressivo! >>

<< Non sei espressivo! Non ce un solo scatto in cui non sembra che stai andando a rinnovare la carta di identità! >>

<< Forse dovrei sorridere! >>

<< Non lo so, cavolo! Solo, non fare la faccia da carcerato o di qualcuno a cui hanno ammazzato il gatto! >>

<< Non credevo di essere così incapace, grazie tante! >>

Nicolas abbassò la macchina fotografica e il cipiglio esasperato che assunse colpì in pieno il ragazzo poggiato alla porta della loro cucina.

<< Ascolta, ti ho chiesto di aiutarmi perché il mio professore di fotografia vuole un lavoro a tema: "Quarantena", e mi ha promesso un 30 se gli presento degli scatti con un soggetto che non sia io! >>

<< L'ho capito, ma non puoi trovare un altro soggetto per rappresentare la tua quarantena? >>

<< E a chi dovrei domandare? Ci siamo soltanto io e te in questa casa! >>

Cesare si sentiva tremendamente a disagio nello stare di fronte ad un obiettivo. Era una sua debolezza, non possedeva un ego sufficientemente grande per farsi coinvolgere in un vero progetto fotografico che, in qualche modo, lo riguardasse.

Lo si poteva intuire anche dal suo profilo Instagram privo di scatti personali.

<< Io non sono adatto per fare questa cosa, Nic! >>

<< Non dire stupidaggini, guarda che begli occhioni hai! Dal punto di vista estetico sei sicuramente il soggetto migliore con cui abbia avuto modo di lavorare fino ad oggi! >> tornò a puntare l'obiettivo davanti a se << Dal punto di vista pratico un po' meno! Puoi avvicinarti? Sembri un po' troppo saturato sotto a quella luce! >>

La luce non c'entrava nulla, era Cesare che stava man mano arrossendo sempre più vistosamente.

<< Nel linguaggio dei fotografi significa che sono carino? >> domandò con un sorrisetto appena accennato.

<< No, significa che sei bello, punto! >>

Ed eccolo lì lo scatto tanto cercato dall'aspirante fotografo.

Cesare gli sorrise genuinamente e, nel riguardare la foto, Nicolas si sarebbe dato il cinque da solo se fosse stato possibile.

Era valsa la pena di chiedergli aiuto, sentiva già in tasca il suo meritatissimo 30.

<< Guarda! >> disse euforico girando la camera e avvicinandosi al più grande << Eh, allora? >>

<< Lo pensi davvero? >>

<< Eh? >>

Nicolas si voltò a guardare Cesare, confuso dal fatto che non stesse focalizzando l'attenzione sulla macchina fotografica.

<< Intendo, pensi che io sia... bello? >> incalzò ancora vedendo l'enorme punto interrogativo sul volto del più piccolo.

Rimasero in silenzio per pochi secondi. Con un po' di concentrazione, Cesare avrebbe giurato di poter sentire girare le rotelle all'interno della testa di Nicolas, come se stesse elaborando la risposta più consona da dargli.

<< Si! >>

Semplice e conciso. Non male, insomma.

<< Mh, ok! Grazie, non lo avrei mai detto! >>

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