Capitolo 2.

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-IO VADO FUORI!LA MUSICA È TROPPO ALTA- gridò Ginevra cercando di farsi sentire da Marta, mentre lei muoveva i fianchi ed i pugni a ritmo della techno che fuoriusciva dalle casse non troppo distanti.
Marta fece un segno con la testa a Ginevra, fingendo di aver capito quello che le avesse detto per poi continuare a ballare nella folla.
Ginevra uscì dal club, le stelle erano vivide. Le guardò mentre lasciava alle spalle quel trambusto incessabile. Fece un sospiro, l'aria fredda e pulita la vitalizzarono. Prese una sigaretta dalla borsa provò ad accenderla ma il suo fedele accendino decise di smettere di funzionare in quel momento.
-cazzo- disse pensando che attorno a lei non ci fosse nessuno.
-vuoi da accendere?- disse una voce gioviale dietro di lei, Ginevra si girò di colpo -si grazie, sei la mia salvezza-
Il ragazzo sorrise, aveva i capelli biondi cenere e delle fossette ai lati della bocca che Ginevra notò subito.
-Guido-
-Ginevra-
Nel giro di un paio di martini e qualche sigaretta si ritrovarono a condividere le lenzuola di un appartamento nelle vicinanze. La freneticità dei loro discorsi e la mentalità di Guido le fecero subito intendere che da quella notte non sarebbe mato nulla, provava pura attrazione per lui, lo trovava bello ed affascinante con una buona dote dialettica ma per Ginevra lui mancava di qualcosa per poter pensare di volerlo incontrare nuovamente. Era da qualche mese che Ginevra non aveva un rapporto con un'uomo e l'imbarazzo al mattino la pervase così tanto che decise di alzarsi silenziosamente e di scappare da quella scomoda situazione. Si rivestì lentamente e prese i tacchi in mano, socchiudendo la porta della stanza dove il ragazzo dormiva beatamente. Non si rese conto però che in quell'appartamento non erano soli, quando passò vicino alla cucina, dritta verso la porta d'uscita si sentì chiamare.
-Ginevra?-
Lei si girò e con una voce misto sorpresa misto disagio disse -Ludovico-
Il silenzio divenne pesante mentre i due si fissarono per qualche secondo.
-vai via cosi? vuoi fare colazione con noi?-
Ginevra abbassò lo sguardo, si fissò la punta dei piedi per qualche istante, sbiascicò delle parole incomprensibili prima di scegliere con una sottospecie di decisione di andarsene
-..io..è meglio se vado..sai..-
-come preferisci ma sappi che io sto preparando una frittata, e di solito alle mie frittate non si può dire di no-
Ginevra alzò lo sguardo al soffitto, si sentiva a disagio, ma se prima l'unica a sapere che stava scappando da un'incontro casuale con un ragazzo conosciuto in un club era soltanto lei, ora anche Ludovico ne era a conoscenza, e l'unico modo per mitizzare il suo senso di colpa era rimanere a fare colazione aspettando che Guido si alzasse.
Ludovico le fissò il volto mentre lei mangiava, lei invece, con la testa bassa, sperava soltanto che quella situazione finisse il prima possibile.
-Guido è mio fratello- disse Ludovico, -anzi fratellastro, mamme diverse, mi ha raggiunto qualche giorno fa, voleva farsi una settimana di vacanza dal college qui a Milano, com'è la frittata?-
Quando Ginevra sentì la parola college, il boccone le andò di traverso.
-Qu-qu-quanti anni ha Guido?- disse dopo aver bevuto un sorso di latte.
-Diciannove-
Ginevra di scatto si alzò in piedi.
-è un bambino- disse senza pensarci troppo e mettendosi le mani sopra il volto.
-guarda il lato positivo, è maggiorenne- disse Ludovico mentre a stento riusciva a trattenere la risata.
-non prendermi in giro, non può avere solo 19 anni-
-e invece si- disse lui trattenendo ancora il sorriso sotto la tazza di caffè che teneva appositamente davanti alla bocca.
-merda- disse Ginevra risedendosi, prese una sigaretta ed il suo accendino. Le tornò in mente che la colpa di quella situazione era proprio di quell'accendino, si alzò di colpo, nuovamente, ed in modo goffo ed arrabbiato si diresse verso il cestino e lo gettò con rabbia dentro.
Ludovico la guardava stranito e divertito.
Lei fece un sospiro profondo e tornò a sedersi, rimettendo la sigaretta dentro al pacchetto.
-ora è meglio che io me ne vada-
-vuoi che io riferisca qualcosa a Guido?- disse Ludovico facendosi finalmente scappare la risata.
Lei lo fulminò con lo sguardo per poi prendere le sue cose ed uscire dall'appartamento.
L'idea che avrebbe rivisto Ludovico quel pomeriggio a lavoro o che, ancora peggio, avrebbe potuto portare Guido con sè, la assillava. Il tragitto fino a casa non le sembrò mai così lungo e pesante come quella mattina, il pieno di paranoie si fece sentire mentre apriva il portone di casa e nell'angoscia mattutina si sentì un peso allo stomaco. Si sdraiò una mezz'oretta a letto guardando il soffitto, si sentiva sporca, non perché non avesse voluto fare sesso con Guido ma perché non voleva che nessun altro oltre a lui ne venisse a conoscenza.
Si alzò, diede da mangiare al suo gatto e poi si sdraiò dentro la vasca ancora vestita, alla ricerca delle forze di svestirsi per poi farsi un bagno caldo.

-Buongiorno- disse Ludovico quando entrò nella pasticceria -vedo che ti sei ripresa- disse mentre Ginevra versava il caffè su una tazzina. Erano le cinque del pomeriggio, il turno era iniziato da qualche ora e l'ansia di non vederlo arrivare la confondeva, non sapeva se avesse detto qualcosa a Gianluca o se Guido stesso avesse sventolato al vecchietto di quella pasticceria che si era scopato la sua più fedele cameriera, la ragazza che lui trattava come una figlia adottiva, riusciva a leggere la delusione nel suo sguardo anche se Gianluca non sapeva nulla.
Lei portò la tazza di caffè alla cliente per poi avvicinarsi al bancone dove Ludovico si era appoggiato.
-Confido che la cosa rimanga tra di noi- disse a bassa voce avvicinandosi a lui, aveva appoggiato la mano sinistra al bancone, rigida e tesa sembrava essere intenzionata a voler affondare sotto ogni fibra di legno a patto che lui non avesse detto una parola a suo zio.
Lui la guardò
-non devo dire a zio Gianlu che ti sei scopata mio fratello di 19 anni?- disse sorridendo
Lei lo fulminò con lo sguardo.
-stai tranquilla, non dirò nulla- disse accarezzandole  la mano per poi stringerla tre volte di seguito. Ginevra si sentì irrigidire, un brivido quasi impercettibile le attraversò il corpo, facendola ritrarre la mano, si sentì arrossire e quindi si allontanò subito dal ragazzo che la stava guardando.
Come una catena che scombina i piani, da quell'istante Ginevra non riuscì più a mantenere la concentrazione, sbagliò i caffè ed invertì gli ordini ai tavoli e a distrarla c'era soltanto un elemento: Ludovico, che nel suo tavolino all'angolo della sala fissava il suo pc mentre lavorava.
-Ginevra io sto andando, tra mezz'ora chiudi pure, ci vediamo domani- disse Gianluca uscendo dal suo laboratorio.
-va bene Gianlu, ci vediamo domani, buona serata-
Lui le sorrise per poi avvicinarsi al nipote,scambiarci due parole ed uscire.
La pasticceria era vuota, Ginevra e Ludovico erano gli ultimi rimasti.
-da quando sei arrivato tu Gianluca è un po' malinconico-
-beh direi che lasciare la sua pasticceria ad un nipote che nemmeno conosce non sia proprio facile- disse Ludovico continuando a scrivere sul suo computer.
-lasciare la pasticceria???-

Meringa al Caffè Where stories live. Discover now