Il fiore di Lapis Lazuli

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IL FIORE DI LAPIS LAZULI

C'era una volta, in un regno lontano, una principessa che, come ogni figlia di Re, possedeva bellezza e intelligenza. Si chiamava Lapis Lazuli e più di ogni cosa amava i fiori. Quando era stanca e voleva starsene un po' sola andava a rifugiarsi nella serra del palazzo, dove si trovavano fiori di ogni specie e continente.

Nonostante fosse una ragazza buona e cara verso i propri genitori, rifiutava chiunque la chiedesse in moglie. Un giorno arrivò a corte un uomo misterioso, disse di essere un Duca e raccontò di possedere innumerevoli terre oltre il mare.

Il Re lo prese in simpatia e lo invitò a fermarsi per tre giorni a palazzo. Il Duca tentò e ritentò di avvicinarsi a Lapis Lazuli in ogni modo.

Le regalò una collana di diamanti, ma Lapis Lazuli la rifiutò.

«Mi dispiace, Duca, preferisco i fiori ai diamanti», disse.

Il Duca si aizzò offeso contro di lei.

«Ah, preferite i fiori, dunque! Bene, vi pentirete di avermi respinto oggi! Volete i fiori? I fiori saranno ciò che più bramerete per il resto della vita!»

Si scoprì allora che il Duca praticava la magia nera, la stessa delle Fate quando viene loro spezzato il cuore. Maledisse la Principessa con una pena terribile.

«Avrete fame, sempre fame, e l'unica cosa che riuscirà a soddisfarvi saranno i fiori che amate, e solo quelli mangerete da qui alla morte!»

Colpita dal maleficio, la Principessa svenne, e il Duca si diede alla fuga.

Il Re proclamò un mandato di cattura per il Duca promettendo una lauta ricompensa a chi l'avrebbe trovato, poi diede ordine di chiamare la Fata Rosmerta. Come tutte le principesse figlie di Re, anche Lapis Lazuli era stata battezzata alla nascita da una Fata, Fata Rosmerta, per l'appunto.

«Fate qualcosa, Eccellenza, spezzate il maleficio!» implorò il Re.

La Fata scosse il capo. «Non v'è modo di spezzare il maleficio» rispose.

La Principessa, che non aveva alcuna intenzione di rassegnarsi a quel fato, si dedicò allo studio della magia, ma anche così non trovò un rimedio. Col trascorrere del tempo, il suo umore si fece tetro, e qualcuno mormorò che era divenuta una Strega. Il Re e la Regina morirono di vecchiaia, tutti i domestici abbandonarono il Castello, e Lapis Lazuli restò sola.

Passarono gli anni, uno dopo l'altro. La storia della Principessa mutò in leggenda.

Finché un anno, nel regno giunse un'Inverno più rigido di tutti quelli precedenti. Le persone si ammalarono. Un morbo si diffuse in ogni villaggio e città. Lo chiamarono «il morbo del fiore blu».

Piccoli fiori blu apparivano sulla pelle degli ammalati, costoro sputavano petali quando tossivano, e alla fine, quando tutto il loro corpo era coperto di fiori, morivano. Non c'era modo di liberarsene, se si strappava un fiore ne riapparivano due. La leggenda di quella Strega-principessa venne raccontata di nuovo. Chi altri avrebbe potuto mandare una peste come quella?

Accadde che, anche la famiglia di un giovane contadino s'ammalò.

«Vattene, prima che il morbo ti prenda!» gli disse la madre, piangendo.

«Vado, ma tornerò con una cura» promise il giovane.

Nel villaggio tutti avevano contratto il morbo, egli era l'unico a essere rimasto sano. Prese un po' di provviste e sellò una mula. Stava per partire quando il fabbro del villaggio lo fermò. Gli porse una spada, leggera e ben fatta.

Fiabe mai scritteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora