Capitolo 2

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Chiara la mattina dopo sentì la testa pesante, un sapore cattivo in bocca, e nel naso un insieme di odori poco familiari. Aprì gli occhi, il poster di Bob Dylan sulla parete davanti a lei e il suo vestito per terra le fecero tornare alla mente la serata precedente. Si sollevò piano, Evandro dormiva placido vicino a lei, non ricordava di essersi addormentata lì, ricordava di aver avuto un momento di sonnolenza, poi il vuoto. Fissò il ragazzo per qualche secondo, aveva una guancia schiacciata sul cuscino, un ciuffo davanti agli occhi, ma quello che l'aveva colpita dal primo istante era il neo che aveva vicino alla bocca, si era ritrovata più volte a fissarlo mentre lo ascoltava parlare, o fumare, non sapeva perché, ma ne era profondamente attratta.

Si alzò piano per non svegliarlo, si rimise il vestito e le scarpe, esitò un secondo, forse avrebbe dovuto parlargli, salutarlo, ma poi decise che era meglio fare quello che le veniva meglio, scappare dalle situazioni ambigue, ed uscì dalla camera.

-Te la svigni? – sentì una voce e girandosi vide la ragazza che le aveva aperto la sera prima, era sulla soglia della cucina a fissarla.

-Ehm, sì? – rispose Chiara presa in contropiede.

-Ma quindi eri davvero venuta a cercare Evandro – sembrava genuinamente stupita, Chiara non poteva immaginare che lui non fosse solito portare tante ragazze a casa.

-Già, sono Chiara, piacere –

-Ah, sei tu quindi Beatrice –

-Chi? –

-Niente, io sono Arianna, sicura che non vuoi prendere un caffè? –

Chiara si guardò, portava il vestito della sera prima, i capelli in disordine, la situazione poteva essere fraintendibile, ma non era abituata a giustificarsi, tantomeno per qualcosa che non era successo.

-Meglio di no, sai me la stavo svignando davvero, meglio non perdere tempo, potrebbe svegliarsi –

-Come vuoi – Arianna le fece un cenno di saluto e rientrò in cucina, apprezzava la schiettezza di quella ragazza.



Arrivò a casa di Giulia, era abbastanza presto, richiuse la porta piano per non fare rumore, non voleva svegliarli.

-Ah, sei tornata –

-Oddio che spavento, non ti avevo vista –

Giulia era sbucata dalla cucina, portava una felpa enorme che le stava come un vestito, gli occhi ancora assonnati.

-Allora hai dormito fuori –

-Sì, ci siamo solo addormentati, non pensare male –

-Non penso niente – mentì Giulia, come se non avesse passato tutto il tragitto da casa di Evandro a lì e buona parte della serata a fare ipotesi con Sangio, su quello che potesse succedere.

Chiara entrò in cucina e si sedette, piegò la testa e la appoggiò sul tavolo, Giulia la guardava, cercando di capire in che stato d'animo fosse.

-Sai, mi ha dato una maglietta di Albano e Romina per dormire –

-Mi sa che è una delle sue preferite...per ricambiare la prossima volta fallo dormire con la tua maglietta dei Larry – disse Giulia ridendo.

-Non ci sarà una prossima volta e guarda che quella maglietta è preziosa, non posso darla al primo che capita – rispose lei seria.

-Vi siete divertiti almeno? –

Chiara ci pensò un attimo, prese il caffè che Giulia le stava porgendo.

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