Clumsy Love [Pausa]

63 - Sentimenti

Era stato come un fulmine a ciel sereno. Ero sconvolta, avevo lo stomaco in subbuglio mentre i miei sentimenti facevano a lotta con la ragione per capire al meglio cosa stesse succedendo.

Potevo vedere lo sguardo di Kyo vacillare mentre un sorriso amaro gli dipingeva il volto. - Ho continuato a rimandare qualcosa di troppo importante e ora non so se l'ho già persa e sono arrivato tardi.
Dal mio orecchio la voce di Kyo era chiara e mi sembrava di averlo accanto a me in quel momento.

Avrei dovuto dire qualcosa, per alcuni secondi anche Kyo aspettò che mi decidessi a parlare, ma avevo il caos dentro di me e nessuna parola mi sarebbe uscita di bocca.
Kyo colse l'occasione per liberarsi di tutto ciò che lo aveva ostacolato fino a quel momento. - In realtà sei stata tu ad anticiparmi. Il giorno dopo la visita allo zoo, quella mattina...

Ah, ricordavo, era il giorno in cui Riko aveva dato di matto per la foto appesa alla bacheca della scuola, Sho si era preso una sospensione e si era scoperto del mio bacio con lui. Insomma, un giorno da dimenticare, ma Kyo lo stava riportando a galla.
- Per tutto il tragitto ho pensato alle parole giuste che avrei dovuto usare.
- Per... - fui interrotta prima che potessi dire altro.
Kyo si mosse di scatto, abbassò la testa coprendosela con un braccio. Tutto quello che riuscii a vedere dalla finestra era solo un orecchio rosso appena visibile.
La sua voce al telefono si era ridotta a un sussurro. - Per dirti che mi piaci.

Il mondo si bloccò, la notte, il canto delle cicale, il vento. Era come se io e Kyo ci trovassimo in una bolla dove un filo invisibile ci collegava ed eravamo costretti a smascherare tutti i nostri sentimenti.
Sentii appena un sospiro dall'altra parte della chiamata e lo sguardo di Kyo si sollevò oltre il suo braccio. I suoi occhi da lontano incontrarono i miei, ora potevo vedere anche le sue guance rosse.
Trasalii consapevole di esserlo diventata anche io, se non peggio, e d'istinto mi accovacciai nascondendomi sotto il davanzale della finestra. Non riuscivo a reggere il suo sguardo, era stata come una pugnalata al cuore, le sue parole stavano ancora vorticando nella mia testa e stavano formando la realizzazione che non riuscivo ad accettare.

- Pff - una risata soffocata arrivò da Kyo, la sua voce al telefono era mista di emozioni. - Ti vedo i capelli.
Abbassai ancora di più la testa, non sapendo cosa fare o dove altro nascondermi, le gambe non mi rispondevano più e avevo un nodo alla gola che non si decideva ad andare via.
- Lasciami dire un'ultima cosa - Kyo continuò con quello che ormai era diventato un monologo. - Ti chiedo scusa per il mio comportamento, se ho reagito così è perché credevo di aver sbagliato tutto, che quello che provava questi sentimenti fossi solo io, e che avrei rovinato la nostra amicizia confessandomi quella mattina.

Ripensai alla conversazione che ebbi con Kaito. Quell'assurdità che mi aveva detto era vera e il suo folle piano di confessarmi aveva funzionato.
- Saki - la sua voce mi rapì di nuovo - neanche io voglio rimangiarmi quello che ho appena detto perché questo è ciò che provo davvero e spero che tu possa... possa accettarmi.

Cominciai a fare ciò che mi riusciva meglio, e cioè piangere. Era una valanga di Kyo di cui non mi sarei mai aspettata di essere travolta. - Guarda che... - singhiozzai attraverso il cellulare, ero contenta di essere ancora nascosta dalla sua vista - che io mi aspettavo di essere rifiutata.

Una debole risata arrivò da Kyo. - Mi dispiace deluderti e averti fatto pensare questo. Permettimi di aggiustare tutto.

- Ma tu sei sicuro, Kyo? - avevo la voce incrinata dal pianto ma il nodo alla gola mi era sparito. - Cioè, mi hai visto bene? Perché io?

- Potrei chiederti la stessa cosa - la sua voce si assottigliò - sono un disastro, conosci il mio passato, non so come parlare con le persone, sono tormentato dai rimorsi e sensi di colpa.