Noah Simpson

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Non è semplice crescere in una famiglia numerosa, ma è una cosa bellissima. Sai che puoi contare sui tuoi fratelli per ogni cosa.

Io mi chiamo Noah Simpson, ho 18 anni e sono la più piccola. Ho i capelli rossi ricci e gli occhi verdi quasi trasparenti. Si lo so Noah è un nome da maschio, ma i miei sapevano che avrebbero avuto un altro maschietto e quindi compilarono prima la mia carta d’identità tralasciando solo il sesso e l’ora di nascita, però poi sono nata io e quindi mi tocca tenere questo nome.

Ho quattro fratelli.

Mattew, ha 24 anni e è il più grande. Ha i capelli neri e gli occhi verdi.

James ha 22 anni. Ha i capelli rossi e gli occhi neri.

Cristian ha 21 anni. Ha i capelli neri e gli occhi verdi come Mattew.

Jesse ha 19 anni. Ha i capelli neri e gli occhi neri.

Mia madre si chiama Andreea e mio padre George. Hanno tutti e due 45 anni.

Mia madre è un grande avvocato di successo, invece mio padre è il proprietario di una grande catena di ristoranti messicani. Non so perché ha scelto proprio la cucina messicana visto che in casa a nessuno piace il piccante, ma boh è talmente strano…

Abito a Dublino, la capitale dell’Irlanda. L’ultimo anno di superiori è ormai a metà.

“Noah scendi di sotto è pronta la cena!” urla James. Lo so lui dovrebbe essere al College come tutti i 22enni, ma non ha un cervello molto grande, o meglio lo ha solo che non ama studiare, preferisce fare le cose manuali infatti è dentro i vigili del fuoco come meccanico.

Io spengo la Tv della camera e scendo di corsa, conoscendo la mia famiglia potrebbero mangiare tutti nel giro di tre secondi, ma per fortuna esiste la mamma che riesce a tenere a bada tutti e cinque gli uomini di casa.

“Muoviti a metterti seduta che se no la mamma non ci fa mangiare” sbuffa Jesse.

Io ridacchio e mi metto nel solito posto, in mezzo a Mattew e Cristian, con davanti Jesse, che è in mezzo alla mamma e a James. Il papà si trova a capotavola con la mamma da una parte e Mattew dall’altra.

“Okay adesso mangiate. Possibile mai che ogni volta sembra che non mangiate da mesi” sbuffa la mamma per poi fare una piccola risata.

La cena è abbastanza rumorosa come al solito.

“Noah come va a scuola?” mi chiede il papà.

“Come al solito” dico sorridendo. Non sono una che prende tutti 10 ma me la cavo con quasi tutti 8 e qualche 9, o meglio solo due nove di matematica e scienze. Comunque bei voti.

“Tu Jesse?” chiede poi.

“Ieri ho preso l’ennesimo 10 “sbuffa. Lui si arrabbia quando prende bei voti, solo perché non studia e di conseguenza dovrebbe prendere tutte insufficienze, ma quando fa le verifiche, non si sa il perché, riesce a non sbagliare niente. La mamma dice che è un ‘dono’ a me sa tanto di culo. 

“Cristian a te come vanno i corsi di medicina?” chiede la mamma.

“Bene, solo che fa ancora un po’ impressione” dice. Lui ha voluto prendere medicina e specializzarsi per diventare un medico tipo quello dei film. Mattew ha fatto anche lui medicina ma ha studiato di più l’anatomia di un corpo visto che dopo essersi diplomato, un anno in anticipo, è entrato nella polizia per poi fare le analisi dei corpi e della scena del crimine, tipo CSI. Io ho già deciso che studierò per diventare professoressa di matematica o scienze. È una cosa alquanto strana, mia madre si è laureata in legge e mio padre in Marketing, mentre tre dei suoi figli adorano la scienze e l’algebra.

Dopo quasi un’ora la cena finisce e ognuno sale in camera sua. Io accendo l’Ipod e metto Ed Sheeran a tutto volume. Mentre le canzoni scorrono faccio la cartella per domani, mi lavo nel mio bagno personale, il papà ha deciso di farne uno tutto per me visto che sono l’unica figlia femmina, e mi infilo il mio pigiamone (rosso a pallini grigi nei calzoni e totalmente rosso nella maglia con disegnato Pisolo dei sette nani).

Sento sbattere la porta e trovo Mattew incazzato.

“Abbassa questo cazzo di volume, c'è qualcuno che prova a parlare con la ragazza” mi dice con voce abbastanza arrabbiata. Sento che dal cellulare esce una voce femminile.

“Dai Matt lasciala stare” è Nicole, la sua ragazza, io l‘ho sempre adorata. È bellissima, bionda, alta, ma no quanto Matt, e ha dei bellissimi occhi azzurri cielo.

“Grazie Niki” urlo per farmi sentire. Faccio al linguaccia a Mattew e lui alza il dito medio. Per poi andare via da camera mia senza chiudere la porta.

“Mattew la mamma non ti ha insegnato a chiudere le porte” gli urlo dietro per poi sbatterla.

“Non sbattete le porte!” urla la mamma.

Sento qualcosa che vibra, il cellulare sopra la scrivania.

È un messaggio da Pam.

Pam: Ehi Noah. Ti devo dire una cosa

Io: Ehi Pam. Cosa? Sono curiosa

Pam: Sai Mark

Io: certo, me ne parli tutti i santi giorni…

Pam: Oggi mi ha scritto e…

Io:e… dai continua

Pam: Mi ha chiesto di uscire!

Io: Oddio!

Io: Sono felice per te

Il telefono vibra di nuovo, un messaggio in conversazione.

Stronzo:pandaa

Si mi chiama panda… io lo odio come soprannome. Me l’ha dato quando l’anno scorzo durante una festa ho visto il mio ex baciare una bionda rifatta e allora ho cominciato a piangere. Quando mi ha trovato mi era colato tutto il trucco e sembravo un panda. 

Io: Stronzoo

Stronzo

Io: Va bene, basta che non passiamo vicino casa mia, domani la mamma lavora a casa e non sa dall’assemblea

Stronzo

Io: bravo continua a insultarti da solo

Stronzo

Io: Notte cucciolo

Metto il telefono in silenzioso e lo attacco al carica batterie. Poi lo appoggio al piccolo mobiletto che ho vicino al letto.  

BradDove le storie prendono vita. Scoprilo ora